Pagine

sabato, novembre 26, 2011

Passaggio a Nord-Ovest



Avere una prospettiva
per cui valga la pena di lottare e affrontare sacrifici
è sempre meglio dell’immobilismo sgomento di chi si è già arreso.


Sappiamo tutti che Mario Monti e il suo esecutivo tecnico sono come il luminare chiamato d’urgenza al capezzale di un malato in condizioni critiche per praticare un intervento chirurgico particolarmente complesso e rischioso.

Super Monti
Per ora, tuttavia, l’80% degli italiani guarda al nuovo governo con benevolenza e rispetto, piacevolmente stupito dai toni sobri e low profile con cui l’ex Commissario UE e la sua squadra si sono presentati, distanti anni luce dallo stile chiassoso e inconcludente dell’era Berlusconi.

Il cambio della guardia a Palazzo Chigi ha restituito un minimo di credibilità alle istituzioni. Nel Paese circola un’aria nuova, una timida speranza di poter vedere la luce alla fine del tunnel, anche se si sa in partenza che sarà pagata a caro prezzo.
Quando i nodi verranno al pettine, però, Mario Monti e i suoi good old boys avranno bisogno dello stellone italico dei giorni migliori, perché quello che si chiede loro è una sorta di mission impossible disseminata di incognite e trabocchetti.

Nei 2 anni scarsi che rimangono al termine naturale della legislatura, infatti, Mario Monti dovrebbe dimostrare a noi italiani, ai mercati finanziari e ai controllori UE, BCE e FMI che è possibile avviare misure drastiche di riduzione della spesa e del debito pubblico e farle marciare insieme a interventi mirati a stimolare la crescita economica: una quadratura del cerchio che in termini macroeconomici è facile come tenere insieme il diavolo e l’acquasanta.

Oltre ai 1900 miliardi di Euro di debito pubblico che ci fanno ballare al ritmo imposto dai mercati finanziari, c’è un immane problema di sostenibilità e di equità da risolvere in un’ottica di stabilizzazione di lungo periodo del quadro economico, peraltro senza che ci sia un manuale di istruzioni cui affidarsi, dato che le “ricette” che girano da anni - in primis la terapia neoliberista autorevolmente “sponsorizzata” da FMI e World Bank che passa sotto il nome di Washington consensus- all’atto pratico hanno dimostrato di essere inefficaci quando non nefaste.

Come se non bastasse che la coperta è sempre più corta e che lo spazio di manovra per l’Italia si fa sempre più stretto, l’azione del governo tecnico dovrà confrontarsi con l’incognita della tenuta politica della grosse koalition che a parole dichiara di appoggiarlo in parlamento.
Il rischio che al minimo intoppo o all’approssimarsi della campagna elettorale tornino a galla litigiosità, insofferenze, ripicche e interessi di bottega è oggettivamente altissimo. Tante cose sono cambiate in Italia, ma non un tratto distintivo infame che nell’attuale classe dirigente si ritrova elevato all’ennesima potenza: l’opportunismo, il calcolo cinico del tornaconto personale o tribale anteposto al bene comune, lo scaricare sugli altri le responsabilità dei fallimenti tenendosi pronti a rivendicare meriti, prebende e dividendi in caso di successo.

Con tutto ciò auguro di tutto cuore a Mario Monti di trovare per noi il “Passaggio a Nord-Ovest”, perché l’alternativa è una sola: accomodarci ad ascoltare le allegre marcette suonate dall’orchestrina del Titanic.

2 commenti:

  1. Anonimo7:49 PM

    La cosa che più sgomenta è l'attaccamento della maggior parte degli italiani a quegli ideali inesistenti che i politicanti cercano di mantenere in vita. come si fa a parlare ancora di dx e sx, come si fa ad andare ad ascoltare i vari Berlusconi, Bossi, Bersani, Casini, Fini, Vendola ecc. quale il motivo che porta questi ottusi sventurati ad applaudire elementi che malgrado la situazione in cui ci hanno ridotto, continuano a difendere il loro operato e soprattutto i loro privilegi. Povera, povera ITALIA in mano agli ITALIANI.

    RispondiElimina