Un articolo pubblicato dalla BBC sta facendo conoscere anche all’estero la crociata del Sindaco di Monfalcone ed europarlamentare leghista Anna Maria Cisint contro la minaccia della sostituzione etnica e della islamizzazione rappresentata dall'alta concentrazione locale di immigrati, perlopiù musulmani.
Nella cittadina portuale giuliana gli immigrati regolari rappresentano 1/3 dei circa 30.000 residenti. La comunità più numerosa è quella dei Bangladesi, arrivati a partire dagli anni ’90 per lavorare nei cantieri navali specializzati in grandi navi da crociera.
Una delle ordinanze a firma del sindaco Cisint prende di mira proprio i Bangladesi vietando nell’intero territorio comunale la pratica del Cricket, sport britannico popolarissimo nel subcontinente indiano, sanzionando i contravventori con multe sino a 100 €.
Va detto che a Monfalcone non esistono campi da Cricket, per cui prima dell’ordinanza questo sport di squadra era praticato in modo estemporaneo nei parchi pubblici.
La prima cittadina ha giustificato l’ordinanza con la pericolosità del gioco in aree non attrezzate e con la mancanza di spazi idonei e di fondi per realizzare una struttura dedicata.
Anna Maria Cisint, tuttavia, non ha rinunciato a una stoccata polemica delle sue. Secondo lei non è giusto né giustificabile spendere risorse pubbliche per concedere un privilegio "a chi non sta dando nulla in cambio alla città".Ergo, i Bangladesi sono liberi di andare a giocare a Cricket in qualsiasi posto che non sia Monfalcone.
Verrebbe da chiedersi se le imposte e le addizionali pagate dai lavoratori stranieri regolari non contribuiscano al bilancio comunale o se sia corretto scaricare sugli immigrati i diffusi malumori covati nei confronti del gigante Fincantieri, accusato di fare profitti alle spalle della città e di essersi tenuto competitivo ricorrendo al sistema dei subappalti e alla manodopera straniera che ha sostituito gli italiani.
Sarebbero comunque domande superflue: per un certo populismo ciò che conta è incassare preferenze facendo la faccia feroce e mostrando di tenere corta la catena: non sia mai che qualcuno scordi chi comanda e chi è - e sarà sempre - un ospite a malapena sopportato.
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