sabato, settembre 20, 2025

 

Eugenetica


Mi sono imbattuto in un caso umano e giudiziario che fece scalpore negli USA a cavallo tra le due guerre mondiali per il suo malsano intreccio di ricchezza, avidità e un argomento fortememte controverso: la sterilizzazione forzata a fini eugenetici.

La vicenda inizia nel 1921, allorché “passa a miglior vita” l’ingegnere, inventore e imprenditore di successo Peter Cooper Hewitt. Nel testamento, il defunto dispone che 1/3 del suo patrimonio - stimato in circa 61 milioni di Dollari al valore attuale - vada alla seconda moglie Marion Andrews Brugiere, mentre i 2/3 andranno alla loro figlia Ann Cooper Hewitt, allora bambina.

Si sa, “l’inferno è lastricato di buone intenzioni” e nel testamento era inclusa una clausola: qualora Ann fosse morta prematuramente senza lasciare prole, l’intera eredità sarebbe andata alla madre.
Questa disposizione si dimostrerà sciagurata, dato che Marion Andrews Brugiere pare sia stata una madre del tutto priva di istinto materno, interessata unicamente a soddisfare i suoi costosi passatempi: il gioco e l’alcool.
Di conseguenza, a dispetto della sua condizione di ricca ereditiera, Ann Cooper Hewitt sarebbe cresciuta in uno stato di costante isolamento e di deprivazione affettiva, trattata con freddezza e ostilità da una madre che la considerava null’altro che un intralcio e una impresentabile deficiente.

Condannata alla sterilità

Il peggio arriva nel 1934. Alla vigilia del raggiungimento della maggiore età, Ann si sente male avvertendo lancinanti fitte all’addome. Ricoverata in una clinica privata, le viene sbrigativamente diagnosticata un’appendicite e pochi giorni dopo è operata.
Durante la convalescenza, Ann scopre che in sala operatoria le sono state asportate anche le tube di Falloppio, condannandola a non poter procreare. Viene a sapere, inoltre, che sua madre ha pagato sottobanco medici e chirurghi sia per la salpingectomia sia per alterare la cartella clinica, facendo risultare legale la sterilizzazione in quanto praticata su un “soggetto affetto da disabilità cognitiva”.

Ann non si perde d’animo: assume un avvocato e, sfidando lo scandalo, intenta una causa penale e civile per lesioni personali gravi contro sua madre e i medici coinvolti. Benché in giudizio sia provata l’insussistenza del deficit cognitivo, il lungo ed estenuante procedimento penale ai conclude senza la condanna della madre degenere. La causa civile termina con un accordo stragiudiziale e il pagamento di un risarcimento di 150.000 Dollari.

Conseguenze

Marion Andrews Brugiere muore d’infarto tre anni dopo la fine della battaglia legale. Ann Cooper Hewitt continuerà la sua vita non da favola: farà in tempo a sposarsi cinque volte prima di morire di tumore a soli 40 anni.

Nonostante il clamore suscitato da una causa legale che sfiorava famiglie facoltose e molto in vista nell’alta società, la vicenda di Ann Cooper Hewitt non produsse alcuna revisione o restrizione al ricorso alla sterilizzazione forzata.
Fino a pochi decenni fa, tale pratica ha continuato a essere tollerata e utilizzata in vari Stati su giovani e ignare donne appartenenti a minoranze (in primis gli afroamericani) recatesi nelle strutture sanitarie per interventi di tutt’altro genere.
La copertura legale era costituita da generiche diagnosi di tare ereditarie che, se trasmesse, avrebbero potuto produrre individui inclini a comportamenti antisociali e al crimine.

In ultimo, perché interessarsi a un caso che risale a quasi un secolo fa? La risposta è semplice: l’eugenetica non è definitivamente morta e consegnata al passato. Temo che aspetti solo qualcuno che la sdogani in qualche forma socialmente accettabile.

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