giovedì, febbraio 26, 2015

 

Random bombing




Mercoledì 17 febbraio 1943 due stormi di bombardieri medi statunitensi B-25 “Mitchell” decollati dall’Algeria fecero rotta verso l’aeroporto militare di Villacidro, dove erano di stanza caccia e bombardieri italiani e tedeschi, per “neutralizzarlo”.

I bombardieri al 17º Bomb Wing arrivarono sul bersaglio, ma rinunciarono a sganciare a causa delle pessime condizioni di visibilità.
I bombardieri del 310º Bomb Group, invece, mancarono l’obiettivo finendo per errore una dozzina di km a nord, nella zona collinare su cui sorge il paese di Gonnosfanadiga.
Forse mal interpretando le coordinate e la loro posizione, lo stormo attaccò il paese indifeso sganciando il carico di bombe a frammentazione ed effettuando mitragliamenti a bassa quota.
bombing Gonnosfanadiga WWII
L’incursione avvenne nel primo pomeriggio (intorno alle 15.00) cogliendo totalmente alla sprovvista la popolazione di Gonnosfanadiga.
Le bombe caddero nel centro nel paese e nelle strade principali. L’effetto delle schegge metalliche liberate dagli ordigni fu devastante: 83 persone morirono e altre 98, in gran parte donne e bambini, subirono ferite e mutilazioni.
Trattandosi di un paesone agricolo, privo di qualsivoglia installazione di interesse bellico o strategico, l’errore di valutazione di chi comandava lo stormo fu marchiano e difficilmente scusabile.

Questa pagina ingloriosa è stata rimossa dalla memoria dei comandi Alleati e dalla storia del 310º Bomb Group, più volte decorato per le azioni portate a termine con successo in Nord Africa e in Italia durante la WWII.

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Wednesday, February 17th, 1943 two formations of USAF B-25 "Mitchell" medium bombers took off from Algeria flying en route to the military airport of Villacidro (Southern Sardinia) to "neutralize it”.

The bombers of the 17th Bomb Wing arrived on target, but gave up to drop bombs due to poor visibility conditions.
The bombers of 310th Bomb Group, instead, missed the target ending by error about a dozen miles north, on the hills on which stands the town of Gonnosfanadiga.
Perhaps misinterpreting the coordinates and their position, the group attacked the defenseless town dropping the load of cluster bombs and carrying out strafing.

The raid took place in the early afternoon (around 3:00 PM) seizing totally off guard the population of Gonnosfanadiga.
The bombs fell downtown and in some of the broader streets. The effect of metal splinters was devastating: 83 people died and 98 others, mostly women and children, were badly injured.
Gonnosfanadiga was - and still is - a rural town, without any installation of military or strategic interest, then the error of assessment of who commanded the bomb group was ignominious and hardly excusable.

This inglorious page has been removed without any excuse by the Allies and from the history of 310th Bomb Group, repeatedly decorated for many successfully completed actions in North Africa and Italy during WWII

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domenica, febbraio 22, 2015

 

Lost & Found



amici affettuosi

Abbracciarsi un po’ goffamente, raccontarsi esistenze come al solito stropicciate, ridere, emozionarsi e prendersi in giro affettuosamente mentre, davanti ai mojito, si accavallano resoconti di eventi e disastri accumulatisi in mesi di silenzio e lontananza.

Fuori è un sabato sera milanese sferzato da una pioggia gelida e sappiamo che la rimpatriata sarà breve, ma va bene lo stesso. Sembra impossibile che siano passati quasi nove anni da quando ci siamo conosciuti attraverso i rispettivi blog, finendo per fare comunella nonostante le differenze di età, sesso, carattere e situazioni sentimentali.

Ne abbiamo viste e passate parecchie. Senza volerlo, abbiamo accumulato in archivio materiale a sufficienza per una sit-com: interminabili conciliaboli notturni, concerti, mostre, cene improvvisate, tensioni e incomprensioni, lunghi silenzi di imbarazzo, frustrazione e gelosia, momenti di crisi, traslochi, scelte lavorative e di vita che sembravano definitive e poi finite su un binario morto.
Quel pregresso condiviso stasera non è contato, mentre è stato importante che ci si sia ritrovati senza conti in sospeso, per il puro piacere di rivedersi così come siamo oggi. Grazie e gracias a la vida per quanto beffarda e matrigna.

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sabato, febbraio 21, 2015

 

Ingiustizia sociale




Povertà ed esclusione sociale in un dossier ben documentato prodotto da ActionaAid.
In sintesi siamo al 9° posto nella classifica UE a 28 con il 28,4% di popolazione a rischio. Peggio di noi stanno solo Bulgaria (48%), Romania (40,4%), Grecia (35,7%), Lettonia (35,1%), Ungheria (33,5%), Lituania (30,8%), Irlanda (30%) e Croazia (29,9%).

Nel 2007, gli italiani in situazioni di povertà assoluta erano 2,4 milioni (4,1% della popolazione); nel 2013 erano diventati 6 milioni (7.9%).

Tutto questo, però, non rientra tra le priorità nell'agenda del Governo e della politica italiana. È più urgente intervenire per scarabocchiare una Carta fondamentale già abbastanza inattuata e vilipesa e mettere in pista l'ennesimo decreto legge (provvedimento che dovrebbe essere emanato solo in situazioni di necessità e urgenza) sulla composizione del CdA RAI. Non dico che l'attivismo dell'attuale esecutivo sia sbagliato per principio, ma che ha una visione delle emergenze sociali alquanto strabica, giusto per usare un eufemismo.

Il dossier ActionAid è consultabile all'indirizzo: www.actionaid.it/sites/files/actionaid/giustizia_sociale.pdf/

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martedì, febbraio 17, 2015

 

Sanremo memories



Divani & Sanremo

Lo confesso: dal 10 al 14 febbraio ho fatto una delle esperienze più inconsuete, sconcertanti, latu sensu sciagurate e divertenti degli ultimi anni: vedere e commentare ogni serata del 65º Festival della Canzone Italiana, a.k.a. Sanremo.

Potevo disertare, come ho fatto senza rimorsi per una quindicina d’anni, visto che non ero neanche precettato per motivi professionali. E sì che di ragioni per snobbare anche quest’edizione di Sanremo ne avrei avute diverse, a cominciare dal presentatore e direttore artistico Carlo Lampados Conti, esperto nel confezionare rimpatriate di vecchie glorie scongelate nonché spontaneo ed evocativo quanto un impiegato del Catasto (senza offesa per nessuno). La seconda e non meno importante ragione per disertare è la musica che gira intorno a Sanremo che, a mio modo di vedere, salvo rarissime eccezioni nasce già marinata nella formaldeide.

Crowded couch by Mickie at Deviantart.comInvece è successo che sono stato “messo in mezzo” dalla mia compagna, che ha perorato la mia ammissione a un salotto virtuale di commentatori esperti, colti, salaci e implacabili.
Scodellato in cotanto loggione mentre mi stavo occupando di amenità come l’internazionalizzazione del comparto agroalimentare e il trattamento delle infezioni alle vie urinarie avrei potuto legittimamente estraniarmi e limitarmi a fare tappezzeria. Al contrario, ho deciso di mettermi in gioco: à la guerre comme à la guerre.

Mi sono lasciato coinvolgere dal turbinio di notifiche, dai continui giochi di sponda e dalle battute fulminanti che comparivano scoppiettando come fuochi d’artificio sulla pagina del divano virtuale.
D’altra parte, senza questi piacevoli diversivi avrei avuto una rapida reazione di rigetto al lexotan del paludato rituale sanremese e all’intossicazione da canzoni scontate, omologate nelle metafore “alate” e negli arrangiamenti al più banale FM Pop in salsa melodica.

Guarda caso, malgrado gli svariati passaggi in gara, la mia memoria sembra aver rimosso il ricordo dei pezzi presentati da Grignani, Raf, Nesli, Dear Jack, Atzei, Fabian, Fragola, Moreno, Masini, Chiara, Britti e Tatangelo.
Paradossale ma vero, mi sono rimasti in mente il refrain dell'energetico brano di Nek e, all'opposto, proposte d’insolita bruttezza come Elisa dei Kutso e Vita d’Inferno del duo Biggio & Mandelli, scombinato tentativo di cabaret-canzone che aspirava (forse) a essere “alta”, ispirandosi a Jannacci e a Cochi & Renato, ma che è rimasta a al di sotto del più abbordabile livello dei Gatti di Vicolo Miracoli.

Platinette & Grazia Di MicheleParlare di emozioni in relazione alle canzoni di Sanremo è più o meno come sostenere l’esistenza della vita su Venere. Tuttavia uno sfriccico, un lieve palpito è arrivato dalla naturale eleganza di Malika Ayane, di cui mi preoccupa la crescente abilità nel porgere con grazia ineffabile anche l’elenco telefonico, da Irene Grandi e dall'inedito duo Platinette & Grazia di Michele, reo di avere portato a Sanremo un testo davvero notevole, ma regolarmente bastonato in sede di esibizione da una tonalità di compromesso che non ha premiato due voci già non particolarmente attrezzate per vigore ed estensione.

Sanremo è stata anche l’ennesima celebrazione dell’osmosi con le fabbriche dei talent e i ramificati circuiti che oggi collegano industria discografica, syndacation radiofoniche e agenti nella promozione di vere e proprie "scuderie" di artisti. Non è casuale che sia arrivato il trionfo di una delle canzoni a mio parere più leziose, trite e banali del mazzo, eseguita a ugole spiegate dal trio degli pseudo enfant prodige del belcanto italico: Il Volo.

Per il resto, a parte i siparietti obituari spalmati su ogni puntata vista la recente ecatombe di big della musica italiana, la 65ma edizione del Festival di Sanremo ha vissuto momenti francamente imbarazzanti con i monologhi di Siano e Pintus.
Passi per l’emozione, passi per la difficoltà di ottenere un briciolo di risposta empatica dai Findus seduti in platea, ma non so ancora assistere con cinismo allo spettacolo di un artista che perde il filo mentre saccheggia il repertorio alla frenetica quanto vana ricerca di una battuta, di un colpo d'ala che raddrizzi un’esibizione che sta deragliando.
Dal naufragio delle ospitate comico/brillanti è uscito indenne e immacolato Giorgio Panariello, ma solo in virtù del fatto che padroneggia con mestiere la scena e i tempi della comicità televisiva. Panariello ha dato al pubblico esattamente ciò che ci si aspettava da lui, distribuendo salomonicamente graffi (in verità poco più che buffetti) e caramelle per non scontentare nessuno.

Quest’esperienza da divanista mi ha cambiato la vita? Ha cambiato il mio giudizio su Sanremo? Nope. Però è stata piacevole e mi ha ricordato che semel in anno licet insanire, ecchecazzo.

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lunedì, febbraio 02, 2015

 

La storia è anche questione di prospettive, da rivedere




Sardinia and history

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