sabato, gennaio 16, 2016

 

L'Africa e le nostre moquette



Bloody AfricaNon c'è proprio pace per l'Africa.

Non contenti di essere stati burattinai e artefici del caos totale in cui versa la Libia, i cari cugini transalpini sembrano impegnati da giorni nelle prove tecniche di un secondo round nella ex Jamāhīriyya.
A questo punto è assai probabile - se non già stabilito - che saremo coinvolti nelle operazioni militari, benché sia chiaro che debellare l'ISIS e ristabilire una parvenza di stato di diritto siano obiettivi secondari rispetto agli interessi geopolitici ed economici francesi nell'Africa sub-sahariana, nei quali ovviamente non abbiamo né avremo mai alcuna voce in capitolo.

Nel frattempo altre mani provvedono a spargere sangue e terrore in Burkina Faso - guarda caso ex colonia francese - e si preferisce distogliere lo sguardo dalla situazione in Burundi, Nigeria, Mali e Repubblica Centroafricana, giusto per citare qualche esempio di crisi dimenticate.

Sarebbe a dire che l'intero continente africano può bruciare e grondare sangue finché le materie prime e le riserve di valuta sono sotto controllo: l'importante è che non ecceda nell'esportare disperati da sistemare e che l'emorragia non arrivi a lordare le nostre preziose moquette.


(E)

Africa and our carpeting

There is no peace for Africa.

Non satisfied of being the puppeteers of the chaos prevailing in Libya, our dear French cousins seem busy in tests aimed for a second round in the land previously known as Jamāhīriyya.

At this point it's highly likely - if not already established - that we will be involved in some military operations, although it’s clear that eradicating the ISIS and restore some semblance of the rule of law are secondary objectives compared to the French geopolitical and economic interests in sub-Saharan Africa, where obviously we have not nor will ever have any say.

Meanwhile other hands spread blood and terror in Burkina Faso - coincidentally a former French colony - and we prefer to look away from the situation in Burundi, Nigeria, Mali and the Central African Republic, just to name a few examples of forgotten crises.

That is to say that the entire African continent can burn and dripping blood as long as the raw materials and currency reserves are under control. The most important things for us are basically two:
a) Africa has not to exceed in exporting desperate men to be placed;
b) the bleeding does not come to stain our precious carpeting.

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venerdì, gennaio 08, 2016

 

Agonia



C’è un’esperienza comune a tutti che tendiamo a censurare, tener lontana dai nostri discorsi e che mai e poi mai desideriamo concedere a sguardi indiscreti: quell’ultimo tratto della vita - nostra o delle persone che ci sono care - che precede l’arrivo della morte.
Mi hanno colpito, in questo senso, due schizzi realizzati dalla giornalista-illustratrice di San Francisco Wendy MacNaughton - QUI il suo sito - che tra i tanti soggetti e flash di vita quotidiana ha scelto di dedicare un reportage al tema-tabù dell'agonia.

agonia -©Wendy MacNaughton
Agonia2 -©Wendy MacNaughton

Quelle linee tracciate sulla carta del blocco di appunti contengono le chiavi di un racconto lasciato alla sensibilità di chi guarda, privo della fredda, meccanica mancanza di pudore dell’obiettivo fotografico ma, proprio per questo, aperto a tutti quei dettagli, emozioni, gesti, silenzi e parole inespresse che custodiamo sepolte nella penombra della memoria.

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