giovedì, ottobre 30, 2008

 

Stepping out


solitude
Se potessi, seguirei gli uccelli di passo e andrei a svernare altrove, lontano da quest’autunno, dalla tendenza all’introspezione che rende i pensieri pesanti come nebbia di prima mattina, dall’opprimente senso di fragilità e di stasi che accompagna l’ultimo scampolo dell’anno.

Neanche a farlo apposta, questa domenica sarà giorno dedicato alla memoria e alla pietas: come dire, lo spartiacque perfetto per dare inizio all’inevitabile rendicontazione.
Dovrei tremare all’idea, dato che per quanto mi riguarda questo 2008 è stato un continuo precipitare in caduta libera, ma stranamente non mi sento in vena di accanirmi nel computo masochista di tutti i passi indietro che vorrei poter fare.

Testardamente, voglio essere soddisfatto di quel poco che ho, concentrarmi sui piccoli passi in avanti che ci sono stati, come l’essermi deciso a buttare via la chiave di un pezzo di cuore infestato da sterili rimpianti e aver recuperato in extremis un rapporto meno conflittuale con me stesso e la sfera dei sentimenti.
Non mi posso assolvere, questo no, però dubito abbia senso indossare il cilicio vita natural durante.
Non fosse blasfemo, ora ci starebbe bene un Amen, ma "non è cosa".

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lunedì, ottobre 27, 2008

 

Ideologia spicciola
"gusto enterogelmina"



Anni fa su un forum scrissi che se la rottamazione delle grandi costruzioni ideologiche del Novecento era un fatto assodato, la rimozione dell’ideologia dalla quotidianità era un colossale falso storico, un mero tabù linguistico strettamente imparentato al “Si fa, ma non si dice”.
Prestando un po’ d’attenzione, infatti, è possibile accorgersi che nell’ultimo decennio la comunicazione - sia essa pubblicità o informazione - non ha minimamente smesso di portare avanti concezioni o letture della realtà che nascondono sotto ideali di facciata gli interessi particolari di un gruppo o di una classe sociale.

Il disvalore per tutto ciò che anche solo larvatamente è etichettabile come ideologicamente orientato è stato doviziosamente alimentato, al punto che ormai qualsiasi discorso o analisi che non siano liquidi, plasmabili, vaghi, adattabili, super-semplificati o riducibili a slogan usa & getta suscitano a priori scetticismo e sono liquidati con l’infastidito “Su questo ti sentiremo domani”.
La mistificazione sta proprio nel rifiuto generalizzato di ammettere di fare generosamente ricorso a strumenti ideologici.
l'imperatore è nudoQuanti non si adeguano ostinandosi a innalzare bandiere politiche o sindacali demodé, ancorché abbondantemente stinte e rattoppate, vengono additati alla pubblica commiserazione come pericolosi disadattati, perdenti, poveri sfigati senza futuro.
E invece la realtà è sotto gli occhi di tutti come l’imperatore della fiaba di Andersen che sfila nudo in corteo: l’attuale esecutivo e i mezzi di informazione che lo sostengono perseguono un disegno ideologico evidente, ammantato di una impalpabile cortina demagogica di pseudo-riformismo “per il bene del Paese”.

L'Enterogelmina

aula scolasticaQuando, ad esempio, sento blaterare di “migliore allocazione delle risorse, migliore qualificazione dei servizi scolastici e piena valorizzazione del personale docente” io, per non saper né leggere né scrivere, penso un’unica cosa: qui si vuole fare cassa usando le cesoie industriali per decimare il personale, né più né meno ciò che si ripropone l’ineffabile Renato Brunetta per i dipendenti pubblici di sua spettanza.
Se poi faccio un calcolo degli esuberi nel personale docente e degli accorpamenti che faranno sparire un buon numero di istituti, tenendo presente che si promette (non si sa come) il mantenimento del tempo prolungato e che per gli attuali programmi ministeriali non è pianificata alcuna rimodulazione, allora ricavo la certezza che i risparmi di cassa scasseranno definitivamente la malandata scuola pubblica scaricando tutti gli oneri sulla pelle delle famiglie, more solito cornute e mazziate.

Sarei curioso anche di sapere in che modo l'algida vestale che siede al Ministero della P.I. si propone di “valorizzare il personale docente”, dato che è dai tempi della Senatrice Franca Falcucci che sento ripetere la cantilena sulla volontà di premiare i docenti che affrontano il lavoro come una missione, ma di fatti concreti non ne ho visti, mentre tanto per dire l’aggiornamento professionale è tuttora pagato di tasca propria da quella pletora di neghittosi prof. “colpevoli” di mungere a sbafo il 98% del bilancio ministeriale.

Per concludere, rilancio senza ulteriori commenti un frammento di un discorso sinistramente profetico di Piero Calamandrei datato 1950 reperito su Fiore/Blog.

Vi pregherei di leggere con attenzione, grazie.
Facciamo l’ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza.
Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l’aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura.
Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali.
C’è una certa resistenza; in quelle scuole c’è sempre, perfino sotto il fascismo c’è stata. Allora, il partito dominante segue un’altra strada (è tutta un’ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, a impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private.
Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito.
E allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori, si dice, di quelle di Stato.
E magari si danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A “quelle” scuole private.
Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata.
Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di Stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di Stato per dare la prevalenza alle sue scuole private.
Attenzione, amici, in questo convegno questo è il punto che bisogna discutere.
Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d’occhio i cuochi di questa bassa cucina.
L’operazione si fa in tre modi, ve l’ho già detto: rovinare le scuole di Stato, lasciare che vadano in malora, impoverire i loro bilanci, ignorare i loro bisogni.
"

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giovedì, ottobre 23, 2008

 

Intimacy



"0204" ©Cia de foto on Flickr


Interludio

Tutto tace a quest'ora
e l'aria si è fatta più leggera
su di noi, bellissimi nel buio.
All'orizzonte vedo balenare
timida nell'oscurità
la falce di luna del tuo sorriso.
Sorridi di me
che non t'aspettavo più.

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mercoledì, ottobre 22, 2008

 

Bad Manners Resume: Mode ON


Contenitore nuovo, storia vecchia

Il Giornale, sì proprio il quotidiano fondato da Indro Montanelli (chi lo direbbe oggi??) poi finito tra le fauci della famiglia Berlusconi, si è rifatto il look grafico.
L’attuale direttore, Mario Giordano, ha parlato di un soffio di modernità nel solco della tradizione che ha fatto de Il Giornale un "solido punto di riferimento del pensiero occidentale, liberale e democratico nel nostro paese".
Sciambola, Mr Giordano, per l’occasione lei ha tirato a lucido l’argenteria di famiglia...
Peccato che cambiare gabbia grafica non abbia spostato di una virgola la sostanza della testata, ma sarebbe stato chiedere troppo.
In sintesi, carrozzeria nuova per le solite scorie tossiche, oggi con servovelina e filtro DO (Denigra l’Opposizione) inclusi nel prezzo.


Buster Keaton è vivo e lotta insieme a loro

l'insuperabile sgombroIn principio, Daniele era un piccolo Pesce Pilota e - giovane e inesperto com’era - non sapeva il male che faceva parlando a nome degli Ossidanti e dei Radicali liberi.

Poi l’illuminazione.
Daniele cambiò bandiera, rinnegò le amicizie dissolute e la voce del sangue, purgò lo spirito e mortificò la carne digiunando, cibandosi solo delle terzine di Sandro Bondi, leggendo alle ore canoniche il breviario di Fratel Fabrizio da Cicchitto e masticando nell’estasi mistica gli aneddoti sull'Unto raccolti dall'abate Bonaiuti.

E ora eccolo qui, portavoce e ventriloquo come non mai, promosso a Sgombro Insuperabile con i suoi 170 grammi di peso politico in olio d'oliva esibiti con acidula fierezza.


Aria inquinata? No, solo alitosi

PrestigiacomousL’Italia, tra le tante fortune, conta quella di avere l’Onorevole Stefania Prestigiacomo come Ministro per l’Ambiente.
I soliti maldicenti mormorano che sia di mentalità un po’ ristretta, per cui il suo ideale di parco naturale sarebbe un giardino d’asilo debitamente recintato, mentre nel perimetro di una riserva marina l’acqua non dovrebbe mai superare i 30 cm di profondità: sono solo maldicenze, ripeto.

In questi giorni, la nostra fiera Paladina dell'Ambiente ha mostrato i bicipiti all’Europa matrigna, rea di voler imporre regole restrittive sulle emissioni inquinanti al solo scopo di far dispetto alla povera Emma Marcegaglia e a Confindustria, che invece invocano a gran voce deroghe in senso opposto.
Per apparire più convincente, il Ministro Prestigiacomo si è presentata in conferenza stampa vantando l’appoggio di Polonia e Bulgaria, ma anche spiegando che l’Italia pretende unicamente “flessibilità ed equità”.
Un zelante funzionario al seguito ha reso più chiaro il concetto roteando per aria un flessibile di gomma a norma CE, sagace metafora del sistema industriale italiano prossimo alla canna del gas.
Commossi e in un impeto di patriottismo, i giornalisti presenti sono scattati in piedi e si sono dileguati alla ricerca della più vicina rivendita di maschere antigas.
Prendete nota: da domani l’aria in Italia è ufficialmente pulita, pu-li-ta, chiaro?? Se qualcosa di anomalo vi farà arricciare il naso e tossire per strada sarà colpa di qualcuno che soffre di alitosi.

Narrowcasting 2.0

Che goduria, mi sono appena ripreso dalla sbronza presa per celebrare degnamente il prematuro flop della TV delle Libertà di Michela Vittoria Brambilla che due nuovi campioni del Narrowcast 2.0 si sono fatti avanti: YouDem e PdciTV.
Avverto il brivido del proibito mentre ascolto Lupo Diliberto redivivo che, da un video registrato in un accampamento sulla Sierra Maestra, detta alla dirigenza del PD le condizioni per una resa onorevole.
Però poi non resisto alla tentazione e vado a sbirciare il palinsesto di YouDem: è ipnotico, sento già la palpebra che cala...

Per fortuna, a riportarmi alla realtà ci pensa quest'affettuosa parodia dedicata al Lider Massimo

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martedì, ottobre 21, 2008

 

Discopathy


C'è un’epidemia che sembra propagarsi nelle agenzie pubblicitarie e che porta queste ultime a saccheggiare a mani basse il repertorio discografico vintage quando si tratta di scegliere la colonna sonora per uno spot.

Gli ultimi casi lampanti di contagio sono la campagna Vodafone, attualmente in programmazione, e quella recente per Conserve Italia e la bevanda Yoga AQ: entrambe, infatti, sono andate a pescare nella Disco Music anni ‘70.

• Vodafone è andata a riesumare “More More More” (1976), brano che fece conoscere agli italiani l’americana Andrea True.
A dirla tutta, per le fortune del disco in Italia furono determinanti più i trascorsi di Andrea True che gli arrangiamenti orecchiabili, il ritmo ballabile o le doti canore.
Astutamente, infatti, l’ufficio stampa della casa discografica aveva fatto filtrare per tempo la notizia pruriginosa - peraltro vera - che Andrea True aveva alle spalle una carriera di attrice di successo nei film a luci rosse.

• Per il lancio di Yoga AQ, invece, è tornato miracolosamente a maramaldeggiare il marziale Carl Douglas, autore di un unico successo mondiale, quel “Kung Fu Fighting” ripreso anche nella colonna sonora del film Disney Kung-Fu Panda.

Cosa ci aspetta prossimamente?
Saranno rispolverati e “sdoganati” altri eroi, eroine e comparse della Disco Music che fu?
Tornerà in auge la Disco made in München che sfornò Donna Summer, i Boney M e le Silver Convention?
Riscopriremo forse il baffuto italo-francese Cerrone?
Che oscura fine avranno mai fatto:
Non ditemelo: sono interrogativi che da anni vi tolgono il sonno :-)

Non credete, però, che sia meglio citare con un pizzico d'ironia questa gente che da un pezzo ha attaccato il microfono al chiodo piuttosto che imbattersi nei programmi televisivi condotti dal "necroforo" Carlo Conti, dove impazzano gli imbarazzanti e sfiatati spettri della canzone italiana dell'epoca?

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lunedì, ottobre 20, 2008

 

Fuori programma


cascate di Acquafraggia by Oscarsuc71
Cascate di Acquafraggia - Piuro (SO) ©Oscarsuc71 on Flickr

Chiacchierare, passeggiare, sorridere, stare bene: sintesi di una domenica pomeriggio a spasso per la Valchiavenna in compagnia di Melavvelenata.

Grazie Nika.

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sabato, ottobre 18, 2008

 

Resume 10.18 (Saturday Edition)



Fuga dal Nuovo Ordine

pupeteerQualora non ve ne foste accorti, siamo entrati nella “Fase 2” del programma di gestione e manipolazione della paura.
A cosa mi riferisco? Al fatto che dai media sono pressoché sparite le notizie di cronaca sui rom che rapiscono bambini al supermercato, sugli assalti in villa della malavita albanese, sulle rapine, gli scippi, lo spaccio di droga e le violenze sessuali che quasi sempre avevano almeno un extracomunitario, un rom o un romeno tra i presunti colpevoli.
In altre parole, il clima di insicurezza generalizzata e di fobia collettiva per lo straniero così ben alimentato aveva dato i suoi frutti in termini di consensi, ma aveva fatto il suo tempo per cui doveva rientrare: ed è esattamente quello che sta accadendo.
Oggi l’Italia è un meraviglioso giardino sicuro, basta crederci, e chi ancora incappa in spiacevoli incidenti di percorso è un incauto frescone o una poco di buono che se la sono cercata.
La “Fase 2” consiste nel minimizzare, attutire e soprattutto rassicurare. Lo spauracchio questa volta è la grande recessione, il fallimento delle banche e la riduzione in miseria che incombono dall’estero, ma niente paura: chi comanda sa quel che fa e ha il controllo della situazione.
Noi siamo cittadini buoni e rispettosi, per cui possiamo dormire tranquilli - questo è il succo del messaggio - e chi passa sotto la finestra dello studio del Capo vedrà che la luce resta accesa anche a tarda notte...


W la scuola

Non temo e non odio Mariastella Gelmini: per provare sentimenti tanto profondi dovrei quanto meno conoscerla di persona.
Quel poco che si sa in giro su questa occhialuta avvocatessa di Leno (BS) ne fa una mediowoman italica perfetta per un similpartito di piazzisti, quadri aziendali e liberi professionisti dalle ambizioni sproporzionate alle effettive capacità, e pur tuttavia impagabili per zelante fedeltà al verbo dell’unico Padre-Padrone.
Non desidero ricevere querele per diffamazione, per cui mi fumo nella pipa alcuni dettagli sul cursus honorum di Mariastella di cui non potrei esibire all'occorrenza prove documentali.

vivalascuolainfo.blogspot.comDicevo, non aborro l'Onorevole Mariastella Gelmini per il semplice fatto che la considero, al pari di molti suoi onorevoli colleghi al governo, un mero paravento.
Quel che mi sta tremendamente sul [beep!] è la controriforma della scuola che porta il suo nome, è l’ideologia che la sorregge, il disegno e gli obiettivi reali che persegue.
Il Ministro Mariastella Gelmini ci mette la faccia per dovere d'ufficio, per fedeltà alla causa e per passare alla storia, ma questo tritacarne della scuola pubblica imposto per decreto sulla pelle degli insegnanti, degli alunni e delle famiglie è davvero un’oscena, verminosa schifezza.
Chi ancora non ci crede o sottovaluta i danni che può creare la sedicente riforma Gelmini può andare a documentarsi sull'ottimo blog vivalascuolainfo creato da Tabatha a questo indirizzo


Ma ti sembra una notizia?

Gli aggregatori di news, specialmente quelli americani, raccontano storie straordinarie, a volte letteralmente incredibili, ovverosia non-credibili.
All’inizio di settimana mi ha colpito l'odissea tragica di un distinto signore del Colorado che si è ammalato di cuore ed è morto poco più che cinquantenne a causa della disperata, donchisciottesca battaglia che conduceva da anni contro il mostro burocratico-finanziario che l’aveva ridotto pressoché sul lastrico: una particolare forma di assicurazione sulla salute abbastanza diffusa negli USA.
Roba da non crederci: un padre di famiglia della middle-class stritolato in un crescendo di asettici cedolini con premi assicurativi sempre più insostenibili e da una macchina burocratica impossibile da fermare, senza avere neanche diritto a una risposta, costantemente rimbalzato da un muro di gomma.

Amish manUna news di oggi, invece, mi ha attirato sganciando un titolo-bomba: “Gli Amish si arrendono”.
Per chi non lo sapesse, gli Amish sono comunità di ferventi cristiani anabattisti (una corrente del protestantesimo) sparse in alcuni Stati degli USA e che vivono in un loro mondo chiuso, fuori dal tempo e dalle comodità della vita moderna.
Qualcuno forse ricorderà il film “The Witness-Il Testimone” con Harrison Ford, che in parte si svolgeva in una comunità agricola Amish, dove gli uomini sposati portano lunghe barbe ma non i baffi, parlano un dialetto svizzero-tedesco e girano su calessini trainati da cavalli, mentre le donne indossano tutte gonne e cuffiette ottocentesche.
Stringi stringi, il succo della notizia è che uno e un solo “anziano” di una comunità Amish ha deciso di radersi la barba, rinnovare completamente il guardaroba e concedersi una vita meno scomoda.
Minchia, se questa è una notizia...

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mercoledì, ottobre 15, 2008

 

Si andava via


romantic walking in the rain
Si andava via
io e te Maria
una nave parte dal tuo cuore
piena d'amore

Noi due Maria
in un cappotto e via
a contare stelle come i ladri
dietro la ferrovia

A scaldare le scarpe al fuoco
e quando fischia forte il vento
tra le croci e le montagne passa e va
Ci spoglieremo tutti al sole
quando l'estate verrà
parla piano, dolce,
se no se ne andrà
ci manca poco sai?
è quasi Pasqua ormai

Io e te Maria
una chitarra e via
come dice questa canzone andremo via

Ti porterà lontano il vento
dove compri l'allegria
e se colpisci il centro hai la fotografia
dove piangi forte per un disco
l'estate è tutta qua
parla piano, dolce,
se no se ne andrà
ci manca poco sai?
è quasi Pasqua ormai
..ormai

Ron - Si andava via
Music: Rosalino Cellamare / lyrics: Renzo Zenobi
LP: Al centro della Musica (1981)



Nota autoreferenziale
Quante volte avrò fatto andare il walkman per ascoltare e riascoltare questa canzone durante la settimana santa del 1982.
Ero incatenato alla scrivania di camera mia dalla preparazione di Istituzioni di Diritto Romano, il mio primo esame universitario, e smaniavo dalla voglia di uscire per correre a rifugiarmi a pensare e sognare a occhi aperti in cima a una delle colline a monte del paese.
In quelle giornate d’inizio primavera mi sentivo innamorato della vita e cotto fradicio del mio amore di allora.
Per me “Si andava via” era la promessa di un’estate che desideravo, speravo con tutto il cuore sarebbe stata dolce e bella oltre ogni immaginazione.
Le cose sarebbero andate assai diversamente di lì a poco, almeno dal punto di vista sentimentale, tuttavia il ricordo di quei giorni non mi ha mai abbandonato, mentre qualcuno a casa, approfittando delle mie lunghe assenze, sovraincise la musicassetta.
A ventisei anni di distanza sto ascoltando “Si andava via" su iTunes e ne ho trascritto il testo, introvabile sul web.
Il ragazzo di allora sembra essersi finalmente ricongiunto con l’uomo del presente.
Romanticheria? Sì, e allora? Mi va di essere così. :-)

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lunedì, ottobre 13, 2008

 

Corto Circuito



La seguente scena si è consumata nell'OAC (Oscuro Antro del Copy) in un ordinario lunedì pomeriggio di lavoro....
Copy: “Ieri sera ho sentito per radio un pezzo di Cimabue..
Junior Copy: “Chi?
Copy: “Porca trota... Ligabue, volevo dire Ligabue!! Cimabue c’entra proprio un Beato Angelico
Junior Copy (ridendo): “Ma vaffangiotto!

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sabato, ottobre 11, 2008

 

Resume (Saturday Edition)


Ipse Dixit

Se lo dice lui bisogna toccarsi” sbotta con amara ironia uno dei taxisti della notte con cui ho maggiore familiarità.
Il Lui in questione è l'esimio Giulio Tremonti, che alla radio sta ripetendo per l’ennesima volta che gli stati nazionali salveranno la finanza, le banche e i soldi dei risparmiatori.
W l’ottimismo, ma come dare torto al taxista?

Black Friday

Venerdì è stata una giornata “particolare”.
Nell’ordine, di primo mattino si è sparsa la voce che ero morto e che sul Corriere della Sera era stato pubblicato il mio necrologio. Uno dei titolari dell’azienda, che da un’oretta stava ricevendo sms e mail allarmate, ha fatto irruzione nella mia stanza in puro stile CSI per accertarsi se ero ancora tiepido... .

Superata la fase in cui ho dovuto girare per l’agenzia con le mani incrociate sul petto e regalare numeri da giocare al Lotto, sono andato ad accomodarmi su una panchina per concedermi una pipata e passare in rassegna i quotidiani.
In quel frangente non ho notato che c’era in agguato una pallina di gomma da masticare depositata da qualcuno in vena di raffinatezze: inutile dire che la cicca ha “solidarizzato” con i calzoni del completo blu notte.

Durante la pausa pranzo, poi, ricevo una curiosa mail in cui il mittente mi invita espressamente a mandarlo alla toilette. Che malinconia essere scaduti al rango di sostituto del Guttalax.

Siccome non bastava il caso di omonimia del mattino, poco prima di uscire dall'agenzia mi arriva una e-mail contenente documentazione fiscale. Per qualche minuto resto a fissare, ipnotizzato, la cifra in fondo alla pagina, poi rileggo e noto che il destinatario è una ditta di Cagliari che ha un indirizzo di posta elettronica quasi uguale al mio.

Cattivi propositi

Tra poco esco per andare a massacrarmi in una cena con compaesani in trasferta. Sono arrivati armati di pessime intenzioni, almeno a giudicare dall’arsenale liquido stivato con cura nel bagagliaio dell’auto.
Mi ci vuole proprio un po’ di sano delirio: cururgionis di patata (bere), far festa all’arrosto (bere), cantare (bere), cazzeggiare (bere)... e il cielo non voglia che qualcuno s’azzardi a fare il riassunto dei cari estinti nel natio borgo selvaggio!





Voglio una cosa più o meno così:


Ci sarà tempo, domani, per uscire dalla catalessi.
A si biri :-)

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giovedì, ottobre 09, 2008

 

Shivers


Torre di S.Pancrazio
Questo vento è un filo
batto i denti e penso a te
tutto uguale a un vecchio film
che non ho visto mai
ma tu che stella sei
tu che stella sei
se non sei qui con me

E si addormenta il cielo
si risveglierà domani
mentre un'ultima insegna accesa
mi parla un po' di te
ma tu che stella sei
tu che stella sei
se non sei qui con me

Sto ballando a piedi nudi
sto ballando in paradiso
scivolando da una fotografia
aspettando un brivido
un attimo ancora insieme a te

E sale fino agli occhi
poi scende fino al cuore
questo freddo profumo
ora che non c'è più nessuno
ma tu che stella sei
tu che stella sei
se non sei qui con me...
se non sei qui con me

Sto ballando a piedi nudi
sto ballando in paradiso
scivolando da una fotografia
aspettando un brivido
un attimo ancora insieme a te
insieme a te

Questo vento è un filo
batto i denti e penso a te
tutto uguale a un vecchio film
che non ho visto mai
ma tu che stella sei
tu che stella sei
ma tu che stella sei
ma tu che stella sei...

Nino Buonocore - Boulevard

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mercoledì, ottobre 08, 2008

 

Lack of stability




Mi sto accorgendo che dietro la facciata quieta di sempre si moltiplicano i segnali di instabilità, di un moto sotterraneo che arriva in superficie sotto forma di piccole increspature.
Dentro di me cova da giorni un’irritazione costante, una cappa di nebbia tossica che m’impone di troncare i discorsi prima che sfuggano giudizi sprezzanti e parole taglienti, di lasciar scivolare occhiate, sorrisi e attenzioni che in altri tempi avrei accolto arrossendo tra incredulità e intimo compiacimento.

Dovrei fermarmi, andare a fondo per dare un nome a quella che ha l’aria di essere l’attesa di un segnale, ma di questi tempi pendolo tra fretta e stanchezza.
Lo so, starete pensando che siano i sintomi di un banale disturbo gastrointestinale o dell'andropausa che incombe, però ho qualche minuscolo motivo per ritenere che “lo spettro che s'aggira per l’Europa” non sia nulla di tutto questo.

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domenica, ottobre 05, 2008

 

Sunday Resume 10/5



il triangolo no,
non l'avevo considerato

triangleIo e la geometria possiamo vivere separati: ne ho le prove.
Questo pomeriggio mia figlia, in combutta con sua madre, mi ha mollato via telefono la patata bollente di due problemi di geometria basati sul triangolo chiedendomi di aiutarla a capire quali derivate dal teorema di Pitagora andassero applicate e come.
A circa 35 anni di distanza dall’ultimo coitus interruptus con l’ipotenusa non sapevo se ridere o dare in escandescenze per questo fuori programma.
Non ho fatto né l’una né l’altra cosa: mi sono messo, invece, a sbuffare e sudare sui due problemi affidandomi a Wikipedia per raccapezzarmi.
Sono arrivato a sera con le rotelle che cigolavano producendo un suono straziante, ma anche con un barlume di soluzione.
Lo “scherzetto” mi è costato una bustina di Oki e la consapevolezza di avere autentiche voragini su cose elementari. Detesto fare la figura dell’incompetente e ora ricordo perché a scuola non amassi la geometria.

A me gli occhi?!?

Pantene advAgli inizi degli anni ‘90, il conturbante decolté della top model Eva Herzigova, esaltato da un push-up Wonderbra, catturava le attenzioni del pubblico (maschile innanzittutto) a dispetto dell’ordine: “Guardami negli occhi... ho detto negli occhi!” o dell'ironica affermazione "Non so cucinare: e allora?".

Il ricordo della popolarità di questa campagna deve essersi depositato nella memoria dei pubblicitari, almeno a giudicare dal body language sfoggiato dalle modelle selezionate dall'agenzia MatosGrey di Sao Paulo per la linea Pantene, anche se il "dosaggio" degli ingredienti del messaggio lascia più di qualche dubbio.
Infatti, i capelli, che in linea di principio dovrebbero essere protagonisti assoluti della nuova campagna brasiliana per Pantene, rischiano seriamente di essere messi in ombra dall'esuberanza dei due "respingenti antigravità" generosamente esibiti sotto il precario riparo di un top.
In definitiva, l'effetto clone - probabilmente involontario - privato dell'originario guizzo d'ironia appare banale e grossolano.
Gli anni passano, i cliché restano.

Augurando

I blog nascono, crescono, possono cambiare pelle o finire la loro corsa seguendo fedelmente il percorso personale e le esigenze di chi li scrive.
"Single per scelta altrui" ha chiuso i battenti, ma una volta tanto non c'è motivo di essere amareggiati sebbene Apple e la sua socia Angie avessero fatto di quel blog un posticino assai gradevole, frizzante e ben frequentato.
Semplicemente, "Single per scelta altrui" non aveva più ragione di esistere perché oggi nuovi impegni e svolte positive assorbono totalmente sia Apple che Angie.
Auguri di cuore a entrambe.

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giovedì, ottobre 02, 2008

 

Pronto Soccorso per collezionisti dell'inutile



vignetta di Fluuuum

Se fate parte della popolazione over 30 c'è un'alta probabilità che abbiate conosciuto almeno una persona patologicamente portata a saturare tutto lo spazio disponibile con pile di riviste, appunti scarabocchiati su pezzetti di carta, biglietti ferroviari, cartoline illustrate, scontrini della spesa, accendini esauriti, golfini infeltriti e improbabili souvenir della gita aziendale a Ladispoli.
Mai incontrata gente del genere? Fortunelli, perché per convincere queste persone a separarsi dai loro memorabilia è necessario metterle con le spalle al muro, letteralmente, altrimenti è garantito che troveranno una scusa, un appiglio qualsiasi per rinviare l'ora delle grandi pulizie. Lo so per esperienza diretta dato che, per l'appunto, sono il prototipo di questi collezionisti dell'inutile.

[Nota Bene] Se siete ancora celibi/nubili e intendete restare tali, vi consiglio di non sopravvalutare l'efficacia repulsiva sulla vita sentimentale di rivelazioni come quella fatta pocanzi: chi è determinato ad attentare al vostro status di single non si lascia dissuadere facilmente, anzi potrebbe entusiasmarsi all'idea di redimervi.[/]

Per chi, come il sottoscritto, tende ad attaccarsi sentimentalmente al più insignificante cazzillo evocativo, oppure ha fatto del "metto da parte, si sa mai torni utile" una religione, l'uscita dal tunnel del ciarpame è dolorosamente semplice: essere drastici, rapidi, chirurgici.
Prendete e buttate senza esitazioni, tenendo gli occhi chiusi, così da non dare tempo al demone del collezionista di indurvi al ripensamento.
Nei casi più gravi può essere opportuno assicurarsi l'irrecuperabilità dei cimeli appena cestinati imbrattandoli con liquidi o altre sostanze sgradevoli. In questo modo vi sarà più facile tenere sotto controllo l'impulso di correre a ravanare istericamente nel cassonetto condominiale.
Il WC, infine, è un'opzione rischiosa: potreste pagare con il conto dell'idraulico un eccesso di confidenza con lo sciacquone.


Ma il neurone no

Avete una vaga idea di quanti neuroni sono occupati da informazioni obsolete, stupide o inutili? D'accordo che con una dotazione di circa 100 miliardi di neuroni il rischio di ritrovarseli tutti occupati è relativamente basso, però ci sono occasioni in cui le nozioni inattendibili o avariate che hanno messo casa nel vostro cervello fanno perdere tempo e garantiscono una porca figura da ignorante.
Già, non esistono pulizie pasquali né qualcosa di simile alla rimozione delle informazioni parcheggiate in divieto di sosta.

L'altro pomeriggio, ad esempio, stavo parlando di prodotti-icona del Made in Italy in una riunione di un team di progetto.
A un certo punto ho scantonato e mi sono incartato come un Lindòr nel tentativo di ricordare l'identità del personaggio raffigurato sull'etichetta del formaggio Belpaese Galbani.
Vedendomi in difficoltà con una forma di Belpaese appesa sulla punta della lingua, i presenti hanno solidarizzato e la riunione è deragliata per far posto a una babele di congetture e memorie d'infanzia.
Al culmine del caos creativo, un neurone è arrivato in mio soccorso porgendomi il nome dell'abate Stoppani.
Sembrava fatta, caso chiuso e lodi per il copy enciclopedico.
Sennonché un collega va a verificare su Google e viene fuori che sono anni, oramai, che l'abate dalle candide chiome è sparito dall'etichetta del Belpaese, epurato nel nome del restyling. La magia si dissolve di colpo: tutti guardano stizziti l'orologio e il copy vorrebbe tanto essere trasparente.


Post Scriptum
Vedi come funzionano i neuroni: mentre buttavo giù questo post, le sinapsi hanno lavorato per conto loro affacciando con insistenza alla coscienza frasi sparse nelle quali in questo momento mi riconosco.
Sono cascami di "Seta" di Baricco, o almeno la memoria mi suggerisce questa attribuzione.
Era uno di quegli uomini che amano assistere alla propria vita ritenendo impropria qualsiasi ambizione a viverla. Si sarà notato che osservano il loro destino come i più sono soliti osservare una giornata di pioggia.
È uno strano dolore morire di nostalgia per qualcosa che non vivrai mai.

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