mercoledì, gennaio 17, 2018
Amicizie e Sorellanze (da Buzzfeed)
giovedì, novembre 13, 2014
snowy mountain
[ Chiedo scusa per la qualità (assente) della simil vignetta: manovrare il mouse per disegnare non è il mio forte ]
Scusate, ma da quando è che il narcotraffico e lo spaccio di stupefacenti hanno smesso di essere un problema serio?
Giusto stasera ho sentito una cifra spaventosa: +17%. Di tanto sono cresciute in un solo anno le coltivazioni di papavero da oppio in Afghanistan.
Come dire una montagna di prodotto in più per chi controlla i traffici internazionali e la conferma che sono costoro gli autentici vincitori di un conflitto volutamente trascurato e nascosto sotto lo zerbino.
Credete che questa notizia avrà risalto sui media mainstream? Direi al massimo per qualche ora nella sezione esteri. Poi inevitabilmente finirà nel dimenticatoio. Più o meno c’importa quanto quello che succede da tempo in Messico, dove i cartelli della droga sono stato nello stato e amministrano le esecuzioni capitali con la stessa facilità e sicurezza con cui gestiscono il transito dei carichi di coca diretti al mercato USA.
Oggi il livello di attenzione per la droga sembra minimo. C’è, circola abbondantemente, ma è quasi un fatto “normale” e trascurabile per chi non lavori nel sociale. Cercare di discuterne riscuote più o meno lo stesso interesse del fare ingresso in un bar mentre fuori diluvia ed esclamare a voce alta: “Oggi piove, eh?”
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sabato, ottobre 11, 2014
L'indecisione
martedì, maggio 07, 2013
O mia o di nessun altro
lunedì, febbraio 18, 2013
Tenerezza
lunedì, dicembre 26, 2011
Ecologia comparata
tomatas, tomatas de Furtei
poni sa manu e giura
chi bolis beni a mei
(trallallero campidanese)
Stamattina ho letto che in Indonesia sono morte 2 persone e 10 sono rimaste ferite nei tumulti di piazza contro l'apertura di una miniera d'oro gestita da una società australiana.
Per spiegarvi perché questa notizia mi ha colpito vi propongo il confronto tra due immagini diverse.
In entrambe i casi, il soggetto è un bacino lacustre.
l'originale (grande formato) a questo indirizzo
Paesaggio spettacolare,vero?
L'incredibile trasparenza e il turchese dell'acqua fanno contrasto con la foresta rivestita dei colori autunnali. L'insieme è selvaggio e suggestivo, ma ha anche un ché di irreale e di "innaturale" che toglie allo scorcio di questo lago - o laghetto - della Cina orientale un po' dell'iniziale atmosfera idilliaca.
Probabilmente questa sensazione personale è accentuata dalla presenza incombente e opprimente delle pareti di roccia che s'innalzano quasi in verticale.
Ma passiamo alla seconda immagine:
Qui il panorama, così morbido e "aperto", ispira una sensazione di tranquillità e confidenza.
Tuttavia l'apparenza inganna, perché quella raffigurata è ben lontana dall'essere un'amena località di villeggiatura; le acque azzurrine, infatti, sono sature di cianuro.
La bomba ecologica del bacino di raccolta di Santu Miali, a una quarantina di km da Cagliari, è una delle eredità scomode lasciate dalla corsa all'oro nelle colline della Marmilla, in Sardegna. Se la memoria non m'inganna, dalla miniera di Furtei vennero estratte nell'arco di un decennio (1997-2007) oltre 4 tonnellate di oro e poco meno di 2 tonnellate di argento, al prezzo di un territorio massacrato e avvelenato.
Società minerarie australiane e canadesi si avvicendarono al controllo della Sardina Gold Mining, società con sede a Londra, fino alla repentina dichiarazione di fallimento, giustificata con quotazioni dell'oro sui mercati internazionali ritenute non abbastanza remunerative.
Con la consegna dei libri contabili in tribunale, i protagonisti esteri della corsa all'oro salutarono e si dileguarono dalla sera alla mattina, lasciando nelle mani delle autorità isolane la patata bollente dei costi per la messa in sicurezza e la bonifica ambientale, per non parlare dei costi sociali in una regione che è maglia nera per livello di disoccupazione.
Lo so, la morale della favola è scontata: bisogna guardarsi "dai greci che portano doni", specialmente nel settore delle prospezioni minerarie e dello sfruttamento delle risorse del sottosuolo.
Purtroppo ci si accorge sempre un minuto troppo tardi che chi ti ha fatto sognare la piscina decorata con il mosaico in foglia d'oro ti ha portato in casa la vasca degli squali.
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sabato, novembre 05, 2011
L'inverno del nostro scontento
Gli ultimi giorni di Pompei
“… i ristoranti sono pieni, le località di vacanza fanno il tutto esaurito, è difficile trovare posto sugli aerei, i consumi sono stabili…”
Un dubbio: siamo sul set di “Gli ultimi giorni di Pompei”, vero?
Intanto la nostra credibilità come Paese è a livello da baraccone, tanto che ci spediscono i dottor Stranamore del FMI per monitorare se facciamo i compiti a casa o siamo nullafacenti dediti ai baccanali.
Sta cominciando un altro inverno del nostro scontento, forse il peggiore, altro che storie.
Graecia capta
Il figlio del discusso, populista e carismatico Andreas Papandreou è stato vittima di un destino beffardo, o forse non era la persona più adatta a gestire una mission impossibile: portare in salvo una nazione finita sul lastrico, di fatto commissariata dai creditori internazionali che hanno imposto misure di austerità al tempo stesso difficilmente sostenibili, non risolutive e, ovviamente, impopolari.
Le speranze di cambiamento, di ritrovata serietà e moralità che avevano accompagnato il PASOK e Papandreou al governo sono appassite dinanzi all'entità del dissesto finanziario ereditato da un decennio di bilanci pubblici truccati (pratica cui il PASOK non è stato immune).
Finché ha potuto, Georgios Papandreou “ci ha messo la faccia” firmando provvedimenti di emergenza sempre più devastanti e umilianti un po’ per senso del dovere, molto più per mancanza di alternative.
Gli costerà caro il puntiglio di non aver gettato la spugna per tempo, di essersi abbarbicato alla poltrona di primo ministro ignorando i segnali di isolamento all’interno del suo stesso partito.
Comunque vadano le cose, difficilmente Papandreou otterrà una chance per riabilitarsi e scrollarsi di dosso l’odiosa etichetta di perdente.
Fuga dalle campagne
Sul quotidiano Sardegna 24 del 3 novembre ho letto un’intervista di Umberto Cocco ad Angelino Olmeo, allevatore, tecnico, già docente di colture agricole, sul miraggio della chimica verde.
Dietro lo scenario ottimistico dei posti o di lavoro e di un potente incentivo all’agricoltura isolana c’è solo la volontà di ottenere la concessione a produrre energia. Ben presto, infatti, si "scoprirebbe" (surprise surprise) che approvvigionarsi sull’isola, se anche fosse fattibile attraverso monocolture idonee, non è conveniente rispetto alla materia prima d’importazione.
Si ripeterebbe a 30 anni di distanza quanto successe con la barbabietola da zucchero una volta che lo zuccherificio di Villasor venne chiuso e smantellato: il tracollo di una coltura redditizia divenuta totalmente improduttiva e il conseguente processo di riconversione forzata, chiuso in abbondante perdita per gli agricoltori del Medio Campidano.
Ciò che mi ha colpito maggiormente, però, sono queste tristi e “profetiche” parole di Olmeo:
«La mia, dei 60-65 anni, è l’ultima generazione di campagna. Ci stiamo più che per i redditi che produce, per sentimento, per tradizione, perché non potremmo far altro. Ma mio figlio non ce lo mando. Il dramma è questo. Quando, fra venti o trent’anni, scopriremo in ritardo che bisogna produrre alimenti per sfamarci, non ci sarà più nessuno dei nostri nipoti capace di farlo, e le zone interne saranno deserto, i paesi spopolati, nessun presidio ambientale in collina.»
Closing Time
Quest'immagine di Melancholik su Flickr, dall'eloquente titolo "closing time", mi ha fatto pensare alle persone che ho conosciuto in momenti tormentati e turbolenti della loro vita. Ovviamente questa è solo la mia interpretazione: ognuno filtra le immagini secondo la sua sensibilità ed esperienza.
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martedì, ottobre 18, 2011
Black Quote
Uno spunto per una riflessione amarognola dopo i (mis)fatti di Roma del 15 ottobre
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domenica, giugno 19, 2011
Pontideide 2011
domenica, marzo 13, 2011
A sunday soup
Non possumus
Poche idee, poco o punto originali, in compenso assai livorose. Mi domando quali esperienze scolastiche devastanti abbiano indotto questa persona a coltivare l’apodittica certezza che gli insegnanti siano una casta di privilegiati nullafacenti. La risposta più verosimile è che parli senza alcuna competenza in merito, senza neanche quel minimo di esperienza “sul campo” da genitore.
Quel che mi colpisce negativamente, in questo come in altri casi, è il livello di indottrinamento che traspare dall’appiattimento sulle argomentazioni ideologiche e sul lessico populista della propaganda filogovernativa.
C’è la crisi economica mondiale, c’è un debito pubblico monstre, ergo “non possiamo più permetterci” tutta una serie di servizi al cittadino forniti dallo Stato, sovvenzionati attraverso la redistribuzione del gettito fiscale o le aliquote imposte sulla retribuzione dei lavoratori.
Questo è il mantra, la vulgata, l’articolo di fede squadernato per giustificare e assolvere la politica di tagli lineari alla spesa pubblica e le sue propaggini mascherate da riforme epocali.
Da ciò discende che:
- Dovremmo accettare a capo chino la dura realtà di un drastico ridimensionamento nei servizi essenziali che non si traduce in una minor pressione fiscale, che resta e resterà ancora a lungo scandalosamente vicina a quella di Paesi dove il welfare è una cosa seria e funzionante; ça va sans dire che dovremmo essere lieti di pagare a prezzo pieno 1/3 del solito servizio.
- Dovremmo essere esultanti per scelte dolorosamente austere che “alleggeriscono” lo Stato, non fosse per il piccolo, trascurabile dettaglio che (specialmente) in Italia l’arretramento del pubblico viene pagato a usura mediante il sovvenzionamento, diretto e indiretto, di un privato che subentra “sussidiariamente” o per gentile concessione trentennale “chiavi in mano”.
Corre, io credo, una sottile, ma netta linea di demarcazione tra l’essere cittadini consapevoli delle difficoltà di un Paese declinante come il nostro e l’ottica servile di chi vuole vedere la mano benevola della Provvidenza in ogni azione del padrone di turno e, perciò, augura la forca ai cattivi soggetti, i sediziosi e i miscredenti... finché non viene toccato nei suoi interessi.
Le mani in tasca
A ribadire questo "simpatico" andazzo, passato opportunamente sotto silenzio, non è la solita gazzetta rossa, ma la Corte dei Conti.
La magistratura contabile non ha usato il guanto di velluto, scrivendo nero su bianco che si tratta di «un'operazione di natura espropriativa senza indennizzo, o comunque di prelievo fiscale indiretto nei confronti di categorie interessate a versamenti finalizzati a scopi ben diversi dal sostegno alla finanza pubblica».
La risposta piccata del Ministero dell’Economia, secondo cui non vi sarebbe alcun danno ai soggetti interessati ai versamenti e ai prelievi, è stata sonoramente rispedita al mittente in quanto i dati finanziari esposti da Via Nazionale sarebbero «parziali, lacunosi e fondati su statistiche elementari».
Qualcuno ha il coraggio di parlare anche in questo caso di toghe rosse e magistratura politicizzata?
Fine vita
Il prelato giuliano non ha detto alcunché di trascendentale o di diverso dalla posizione ufficiale della CEI, favorevole al testo elaborato dal Governo.
Tuttavia, pur nel rispetto di una posizione legittimamente intransigente sul principio della vita come dono da salvaguardare dal concepimento alla morte, mi trovo in disaccordo con le “giustificazioni etiche” addotte a sostegno di un impianto normativo marcatamente ideologico e ascientifico, che entra a gamba tesa nella delicata sfera dell’autodeterminazione dell’individuo e nella deontologia medica.
Sostenere, ad esempio, che l’alimentazione e l’idratazione artificiale non possano essere sospese in quanto non rappresentano terapia e, pertanto, non configurano accanimento teraputico è insieme una petizione di principio e una solenne cazzata perché qualsiasi intervento medico atto a influire sulle condizioni fisiche o psichiche del paziente - fosse anche la somministrazione di un placebo - è per ciò stesso terapia, com’è scritto a chiare lettere nelle convenzioni internazionali riguardanti l’attività medica.
A parte questo, a mio modo di vedere c’è qualcosa di intrinsecamente arbitrario, autoritario e innaturale alla base dell’applicazione integrale e (surrettiziamente) ope legis di un diritto alla vita indisponibile a chicchessia.
C’è alla base una visione salvifica del dolore e della sofferenza da accettare in silente umiltà, elaborata dalla tradizione cattolica fin dal medioevo, che oggi si salda alla pretesa di imporre alla scienza e alla medicina di forzare la natura pur di salvare l'integrità di un principio fatto passare per legge naturale, anche a costo di andare contro la valutazione obiettiva del medico curante e la volontà chiaramente espressa dal paziente.
La mia non è una posizione a favore del relativismo etico, del suicidio assistito o dell’eutanasia, ma solo la constatazione, frutto di esperienza, che una volta applicato tutto ciò che è umanamente e scientificamente possibile per curare e per alleviare la sofferenza si debba rispettare la natura che ci ha voluti mortali.
Santi dell’altro mondo: San Maximòn

Già in passato ho scritto di santi popolari dell’America Latina, la cui venerazione è in varia misura "tollerata" dalla Chiesa Cattolica. Non immaginavo, però, di trovare un santo non ufficiale con le caratteristiche enigmatiche e inquietanti di San Maximòn o San Simòn.
Più che a un santo canonizzato, infatti, Maximòn fa pensare a un demone che è meglio avere a favore che contro; una divinità dai gusti e dai vizi piuttosto umani da ammansire e da ingraziarsi con offerte di candele, sigarette, sigari, rum, acquavite e denaro.
È probabile che Maximòn fosse in origine una divinità del pantheon Maya legata al ciclo delle piogge e/o alla sessualità ctonia, cui si sarebbe sovrapposta in parte la figura di Pedro Alvarado, il luogotenente di Hernan Cortes che conquistò e cristianizzò il Guatemala a fil di spada.
San Maximòn è effigiato in statue di legno abbigliate con eleganza vistosa; giacca, cravatta, fusciacca, uno o più cappelli calati in testa e, talvolta, occhiali da sole. Le confraternite che curano il culto accendono sigari e sigarette oppure versano rum e acquavite nella bocca del simulacro mentre presentano in dialetto maya le preghiere dei postulanti.
Nessuno osa mettere in dubbio la potenza e la protezione di San Maximòn, neanche i turisti che con difficoltà raggiungono i villaggi sulle alture del Guatemala occidentale che sono la roccaforte di questo santo popolare.
Kung-Fu Mantis (per sdrammatizzare)
Buona settimana
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domenica, ottobre 05, 2008
Sunday Resume 10/5
il triangolo no,
non l'avevo considerato

Questo pomeriggio mia figlia, in combutta con sua madre, mi ha mollato via telefono la patata bollente di due problemi di geometria basati sul triangolo chiedendomi di aiutarla a capire quali derivate dal teorema di Pitagora andassero applicate e come.
A circa 35 anni di distanza dall’ultimo coitus interruptus con l’ipotenusa non sapevo se ridere o dare in escandescenze per questo fuori programma.
Non ho fatto né l’una né l’altra cosa: mi sono messo, invece, a sbuffare e sudare sui due problemi affidandomi a Wikipedia per raccapezzarmi.
Sono arrivato a sera con le rotelle che cigolavano producendo un suono straziante, ma anche con un barlume di soluzione.
Lo “scherzetto” mi è costato una bustina di Oki e la consapevolezza di avere autentiche voragini su cose elementari. Detesto fare la figura dell’incompetente e ora ricordo perché a scuola non amassi la geometria.
A me gli occhi?!?

Il ricordo della popolarità di questa campagna deve essersi depositato nella memoria dei pubblicitari, almeno a giudicare dal body language sfoggiato dalle modelle selezionate dall'agenzia MatosGrey di Sao Paulo per la linea Pantene, anche se il "dosaggio" degli ingredienti del messaggio lascia più di qualche dubbio.
Infatti, i capelli, che in linea di principio dovrebbero essere protagonisti assoluti della nuova campagna brasiliana per Pantene, rischiano seriamente di essere messi in ombra dall'esuberanza dei due "respingenti antigravità" generosamente esibiti sotto il precario riparo di un top.
In definitiva, l'effetto clone - probabilmente involontario - privato dell'originario guizzo d'ironia appare banale e grossolano.
Gli anni passano, i cliché restano.
Augurando

"Single per scelta altrui" ha chiuso i battenti, ma una volta tanto non c'è motivo di essere amareggiati sebbene Apple e la sua socia Angie avessero fatto di quel blog un posticino assai gradevole, frizzante e ben frequentato.
Semplicemente, "Single per scelta altrui" non aveva più ragione di esistere perché oggi nuovi impegni e svolte positive assorbono totalmente sia Apple che Angie.
Auguri di cuore a entrambe.
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lunedì, settembre 08, 2008
Tagli, ritagli e bagatelle
Quantum Leap

In attesa che sia sollevato il velo sulla versione definitiva, Chrome sembra promettere bene dietro un aspetto minimalista. D’altra parte Google ha scelto di non sviluppare il suo browser da zero, ma si è affidata alle fondamenta open source di Safari (e di Konqueror in ambito Linux) integrate con alcune delle funzionalità avanzate di Mozilla/Firefox.
Due considerazioni:
- personalmente m’importa poco delle chiacchiere su un Chrome creato per detronizzare Internet Explorer. Piuttosto, non mi dispiacerebbe che Chrome realizzasse quello che gli americani definiscono “a quantum leap”, un netto balzo in avanti.
In altre parole, sarebbe una piacevole sorpresa e un vantaggio per tutti se Chrome dimostrasse di essere diverso e superiore a Explorer non tanto cronometro alla mano, quanto nell’uso quotidiano; se fosse qualcosa capace di rendere talmente facile, sicuro e integrato l’utilizzo del browser da modificare abitudini consolidate e convincere gli utenti che non è sacrilegio mandare in soffitta Internet Explorer. - Realisticamente, malgrado l‘enorme popolarità del marchio Google, penso che occorreranno alcuni anni e molto lavoro perché Chrome si perfezioni e si diffonda al punto di mettere in discussione il dominio di Microsoft.
Tuttavia mi accontenterei anche di un Chrome 1.0 ben fatto e dannatamente competitivo, perché l’ingresso di una nuova applicazione di qualità finisce per stimolare l’innovazione e il miglioramento dei servizi. Senza Gmail, ad esempio, chissà quanto tempo avremmo dovuto aspettare prima di ottenere caselle di posta elettronica più capienti da Yahoo Mail e da altri servizi di webmail.
Flock 'n' Roll
Più lo uso, più mi riesce difficile farne a meno: mi riferisco a Flock, un browser multipiattaforma strettamente imparentato con Firefox che ho descritto brevemente alcuni mesi fa.

Con un solo click del mouse apro un visore che mi permette di avere sott’occhio le miniature delle immagini più interessanti o appena pubblicate su Flickr, Photobucklet, Facebook, Truveo e Digg, ma anche i frame di partenza dei video presenti su YouTube.
Se qualcosa cattura la mia attenzione, un click sulla miniatura è sufficiente per far aprire la pagina relativa nella finestra del browser.
Media Bar si dimostra tremendamente comoda anche quando si tratta di cercare immagini su un particolare argomento senza seppellire lo spazio del browser sotto una caterva di finestre aperte.
Flock 2, che corrisponde a Firefox 3.0.1, è ancora in versione beta, ma si fa perdonare i difetti di gioventù riempiendomi gli occhi di emozioni colte ogni giorno da migliaia di obiettivi fotografici.
Azz, a pensarci bene ‘sto Flock si comporta esattamente come una canaglia di pusher :D
Tio Caimàn

Certo che no, un po’ perché sono fedele alla massima che cedere alla tentazione è sacrosanto quando si potrebbe non avere una seconda opportunità, un po’ perché è lampante che Silvio Berlusconi ha approfittato a mani basse dell’evento religioso per lanciare aggratis un maxi-spot elettorale in vista delle elezioni regionali sarde.
La presenza in quel di Bonaria del demiurgico Caimano - bontà sua dichiaratosi sardo adottivo e non primo tra tutti i sardi - mi è sembrata talmente ingombrante e plateale che mi domando come mai non si sia concesso lo sfizio di saltare a bordo della Papamobile per un euforizzante bagno di folla, con o senza il Pontefice a suo fianco.
Aiuto, sarà paranormale!?!

"Ho visto cose che voi umani non potreste immaginare...
navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione.
E ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhauser...
Caro Roy Batty, alias Unità NEXUS6 N6MAA10816 Ment.LEV A, su Splinder e su vari altri spazi del web noi umani siamo stati testimoni di ben altro: di questa pubblicità, ad esempio, e siamo ammutoliti in quel minuscolo frammento d'eternità che precede una grassa risata.
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mercoledì, settembre 03, 2008
Un confronto
Ho ritenuto giusto proporvi non solo un'immagine interessante e significativa, ma anche il testo che l'accompagna, perché ciascuno sia libero di riflettere, fare confronti e, soprattutto, confrontarsi.

93.365 - Io sono...
... un americano patriottico
... discendente di immigrati
... fortunato a essere nato e cresciuto in questa nazione, consapevole di non avere alcun merito nell’essere stato concepito qui
... uno con una bussola morale basata sui valori cristiani trasmessi dai miei genitori, rafforzati dalle esperienze personali
... orgoglioso delle cose positive che l’America fa in patria e per il resto del mondo in caso di necessità
... uno che non ha timore di criticare la politica americana se mette in pericolo connazionali all’estero
... un ex sostenitore dei repubblicani che si è allontanato dal partito quando ha abbandonato il conservatorismo fiscale in favore di un conservatorismo sociale
... fautore dell’ascolto delle persone che non la pensano come voi e che si sforza di trovare un punto di accordo ragionevole e razionale
... uno che esita ad accettare il ricorso alla forza se tutte le altre opzioni sono state esaurite
... angustiato dal fatto che lasciamo che nostri connazionali muoiano di malattie curabili perché non hanno abbastanza soldi per permettersi un’assistenza sanitaria decente
... preoccupato che se non iniziamo ad agire concretamente come nazione, le generazioni future dovranno confrontarsi con i problemi ambientali che abbiamo permesso che accadessero (o che abbiamo provocato direttamente)
... preoccupato dal fatto che la dipendenza dalle fonti enegetiche estere sia una minaccia alla nostra sicurezza nazionale
... consapevole che la working class americana è schiacciata dai prezzi del carburante (e, di conseguenza, da quelli ancora più alti dei generi alimentari e di prima necessità), mentre le compagnie petrolifere nuotano in profitti record
... non troppo orgoglioso di chiedere aiuto quando non riesco a fare qualcosa da solo
... a favore del diritto di scelta delle donne, ma esigo anche adeguate garanzie di una effettiva educazione sessuale, sull'accesso al controllo delle nascite e che altri servizi di assistenza siano attivi per garantire che il minor numero possibile di donne si trovi a dover prendere una decisione straziante
... un conservatore dal punto di vista fiscale, ma a favore di forme di controllo contabile e di responsabilità quando si tratta della spesa pubblica
... furibondo che i miei figli, nipoti e pronipoti ereditino un enorme debito pubblico per via della guerra in Iraq
... furibondo che oltre 4.000 miei connazionali non vedranno mai i loro figli o nipoti a causa di quella stessa guerra
... uno che non ha paura di eleggere un presidente che ha un colore della pelle diverso dal suo o un nome che gli suona straniero
... uno che non intende più permettere alla sua paura del terrorismo di accecare il suo senso della ragione, della decenza e della morale
...favorevole a consentire a due adulti consenzienti che si amano di sposarsi, a prescindere dal loro sesso
... confuso perché ci sono persone che ritengono che il creazionismo debba essere insegnato come scienza, quando si tratta di una spiegazione religiosa della vita e non di una teoria scientifica
... a favore del rafforzamento della nostra sicurezza alle frontiere, ma tenendo conto delle persone che sono già qui illegalmente, che vanno trattate con la compassione e la dignità che meritano in quanto esseri umani
... sconvolto che l’atteggiamento l'attuale amministrazione nei confronti delle imprese (e cioé che il governo non dovrebbe interferire con le imprese e che il libero mercato farà in modo che queste operino eticamente) abbia portato a cose come lo scandalo Enron, la crisi dei mutui ipotecari e il licenziamento per centinaia di migliaia di americani
... preoccupato che il nostro sistema educativo sia a pezzi: i bambini non ricevono sufficienti attenzioni individuali e gli insegnanti sono sottopagati
... indignato per come i nostri militari sono trattati quando tornano a casa (e per quanti di loro vengono rispediti al fronte dopo aver già compiuto il loro dovere)
... consapevole che nessun candidato rispecchia al 100% i miei punti di vista
... consapevole anche che nessun presidente può imporre d'autorità la realizzazione di tutto ciò che afferma di voler raggiungere, e che il sistema di controlli e contrappesi del nostro governo esiste per garantire questo
... indisponibile a tacere le mie opinioni per timore di offendere le persone che mi piacciono
... totalmente a favore del vostro diritto a essere in disaccordo con tutto ciò che ho detto qui
... uno che voterà per Barack Obama.
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lunedì, settembre 01, 2008
Poetica del quotidiano
Settembre si è presentato con un cappello di nuvole e una piacevole rinfrescata. Peccato che non ne possa approfittare più di tanto, bloccato a casa da una fastidiosa infiammazione.
Contingenze a parte, vorrei condividere con voi quello che considero un momento di poesia del quotidiano catturato da un obiettivo sensibile.
Buona settimana a tutti.

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lunedì, giugno 16, 2008
Not too seriously

Quando un’immagine sa comunicare in modo immediato e comprensibile come questa, pubblicata da Ally Bawx su Flickr, ogni commento diventa superfluo :-)
Buona settimana (smettesse di piovere...).
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mercoledì, giugno 11, 2008
Immagine e immaginazione

Prima di tutto, per gustare davvero il fascino di questa foto di Giovigio dovete assolutamente andare a vederla nella dimensione massima a questo indirizzo su Flickr.
Suggestiva, vero?
Non avete anche voi la sensazione di essere trasportati dentro l'immagine?
Provate a immaginare, a vivere con i sensi la meraviglia e la magia di quel momento.
Siete all'interno di una piccola casa cantoniera in aperta campagna, immersi in una penombra fresca e protettiva che odora di pietra grezza, di intonaco e legno asciugati e consumati dal tempo.
Tutto quello di cui avete bisogno è essere lì, assorti a contemplare quel panorama solenne e selvaggio, a saziarvi la vista e il cuore di quella luce, di quei colori, di quella solitudine di cui state assorbendo la forza e la quiete con ogni cellula.
Un soffio di vento fa frusciare le foglie degli alberi e vi porta alle narici l'aroma inconfondibile di un fico e della sua linfa arroventata dal sole.
Come si può descrivere la sensazione che si prova sentendosi parte di tutto questo, l'emozione che ti ha sopraffatto, che ti fa vibrare dentro e che vorresti non finisse mai?
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giovedì, maggio 29, 2008
Uscire dal guscio
Questo breve spezzone del film Me and you and everyone we know mi ha fatto sorridere e riflettere. C’è qualcosa di buffo e di tenerissimo, infatti, nel comportamento della protagonista (Miranda July) che, nel silenzio e nella solitudine della sua stanza, usa un paio di ballerine rosa per ricostruire ogni passaggio dell’incontro avuto con un galante e attraente sconosciuto.
Ognuno di noi è capacissimo di fare cose bizzarre e vagamente assurde nell’intimità, quando è al riparo dai giudizi altrui, e nell’atteggiamento della giovane donna trovo un ché di candidamente adolescenziale. Filmando con la videocamera i suoi piedi, lei sembra cercare conferme e, soprattutto, il coraggio di osare, di seguire l’istinto piegando l’insicurezza e la paura di aver preso un abbaglio.
Vederla così seria e assorta fa passare in secondo piano l’aspetto surreale della scena e le buffe ballerine rosa pasticciate con il pennarello che fanno tanto Il favoloso mondo di Amelie.
La vita provvede a renderci cinici e navigati, ma abbiamo pagato tutti il prezzo di uscire dal guscio, di rischiare la faccia e il ridicolo cercando quel qualcuno per cui non siamo trasparenti, quello che dopo mille disillusioni e amari risvegli ci fa tornare a credere che in fondo siamo davvero unici e speciali.
L’autrice e attrice
Miranda July è, per così dire, una mia vecchia conoscenza. Circa un anno fa, su questo scalcinato blog mi sono occupato dell’originale e spiritoso sito web che Miranda ha realizzato per promuovere la sua raccolta di racconti brevi No one belongs here more than you (se non l’avete ancora visitato, l’indirizzo è questo).
Ciò che allora ignoravo è che dietro lo humour e la garbata autoironia del sito c’è l'intelligenza di un’artista poliedrica. Scrittrice, musicista, attrice e regista indipendente, Miranda July tra le altre cose ha vinto nel 2005 la Camera d’Or al Festival di Cannes proprio con il lungometraggio Me and you and everyone we know.
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martedì, febbraio 26, 2008
"Tanto va la gatta al Laico..."
Molti di voi avranno già visto questo monologo di Paola Cortellesi, però preferisco riproporre qualcosa capace di far riflettere sorridendo piuttosto che alzare bandiera bianca e arrendermi alla generale catalessi del pensiero.
Non so voi, ma ho sempre più l'impressione che il dibattito, volutamente incarognito, su questioni morali che riguardano le scelte dell'individuo e l'applicazione di leggi dello stato somigli al girare ipnotico del cestello di una immensa lavatrice impegnata in un ciclo di risciacquo delle coscienze.
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lunedì, ottobre 29, 2007
L'era glaciale
Un tempo, nell'era glaciale...

Guardate la fototessera che corredava la mia RockCarta d'Identità e ditemi, sinceramente, se non devo rimpiangere la vecchia vita senza orari, le rosse e fluenti chiome, lo sguardo da sparviero e - last but not least - l'espressività condensata in quel sorriso appena accennato da "Sono un cavernicolo e un signore, professionista nell'ammore" che per qualsiasi donna perspicace aveva un unico e persuasivo significato: - "Hey, baby, se non mi baci subito tu perdi un'occasion!!" :D
Oggi, nella nuova era "On the rocks"

La divido, infatti, con la copywife e un simpatico gruppo di "Giovani Marmotte" a due e quattro zampe.
Le GM sono soggetti assai socievoli, curiosi, giocherelloni e vivaci il giusto (tranne quando rovesciano qualcosa, miagolano o raspano alla porta della camera da letto nel cuore della notte).

Non credo sia necessario che vi illustri quali sono i felini amorevolmente bistrattati e quali gli umani del lotto.
Oggi nella copycarverna ci sono molti più comfort rispetto al passato da cavernicolo puro-e-duro, però c'è stata qualche rinuncia non indolore.
Come sosteneva l'ammiraglio Renzo Arbore: "tu nella vita comandi fino a quando, c'hai stretto in mano il tuo telecomando", e io 'sto benedetto telecomando l'ho dovuto mollare.
Poco male, non fosse che all'ora di cena scatta implacabile "Affari tuoi" e, per giunta, devi istruirti di corsa su materie quali "Dragonball", "Gormiti", "Mermaid Melody" e un tal Naruto, da non confondere giammai con la Sacra Scuola di Okuto, pena subire sguardi e sorrisetti di commiserazione.
C'è ancora qualche piccolo problemino da sistemare. Giusto ieri notte, di ritorno dalla cucina, ho rischiato di scambiare il piede della copywife per uno dei due felini entrato col favore del buio e balzato di soppiatto sul letto. Per fortuna, mi sono premurato di accertare la situazione prima di sferrare una pedata a mo' di colpo di biliardo.
**** L'immagine dell'Uomo di Neanderthal è tratta dal sito di National Geographic ed è legata alla recente notizia della scoperta nel DNA dei neandertaliani del gene che negli europei attuali è "responsabile" di caratteristiche quali i capelli rossi e le efelidi. Sino a oggi si era pensato che questo adattamento al clima europeo (pelle bianca, capelli rossi ecc.) si fosse sviluppato solo nel homo sapiens sapiens ****
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venerdì, luglio 27, 2007
Ombre

Mio Dio, tutte le porte mi sembravano solo socchiuse allora. Porte su nuove stanze da esplorare, corridoi che svoltavano verso un intero mondo in attesa, felicità insospettate, dolori acerbi, promesse tra giovani uomini e giovani donne.
Avevo giurato a me stesso che sarei andato più lontano di tutti, senza farmi fermare mai. Avevo giurato che non avrei accettato compromessi tra il dire e il fare, che non avrei mai mentito per viltà, per nascondere una rinuncia, una sconfitta o un addio.
Porta un bacio al mio ultimo amore,
dille che mi sono perso per strada

Non conoscevo il destino che avrei avuto, mi limitavo ad attenderlo quieta al varco, ma nelle occhiate dei ragazzi che incrociavo per strada trovavo la stessa mia domanda: "Sarai tu a portarmi il cambiamento?".
Credevo che ci sarebbe stato un posto per tutti noi e che l'avremmo trovato senza slealtà, bugie o compromessi perché avevamo qualcosa di speciale dentro; eravamo fiori di un giardino in mezzo alla foresta che il mondo non avrebbe mai potuto scoprire e calpestare.
Di tutte le strade aperte scelsi la più ovvia, e di quei fiori profumati di sposa ebbi la mia parte di spine.
Gli incroci mancati, le cadute affrontate in silenzio, mordendomi le labbra, le salite cariche di buste della spesa e di sordo dolore si sono lentamente disegnate sul mio corpo e sul mio viso, le posso ripercorrere con la punta delle dita guardandomi allo specchio.
Porta un bacio al mio ultimo amore,
digli che l'attendo nel giardino in mezzo alla foresta.
L'artista
“Ho lavorato a questa mostra per mostrare l’amore, non l’odio. Voglio mostrare l’amore di Dio. Questo credo sia il grande problema delle religioni: ci sono alcuni che usano Dio per spaccarti la testa, mentre altri lo usano come qualcosa di giusto, un potere buono.”

Pare che ignoti teppisti o sconsiderati abbiano provveduto a sfregiare alcune delle opere più contestate in esposizione.
Per farmi un'idea personale sono andato a visionare "l'oggetto dello scandalo" a questo indirizzo e - a essere sincero - non ho trovato dissacrazione o volgarità gratuite in quelle immagini "forti", che rimandano a Leonardo, ma soprattutto a Michelangelo Merisi. Le citazioni del Caravaggio sono evidenti non solo nella composizione delle figure sulla scena e nell'uso dei contrasti cromatici, ma anche nella scelta di utilizzare come modelli di opere sacre gli ultimi, i reietti, gli emarginati, gli "invisibili".

E' più scandaloso l'artista scomodo che "molesta" le coscienze per stimolarle a interrogarsi o lo spettatore che non si mette mai in discussione, che nella rappresentazione alterata vede solo l'intollerabile oltraggio al Sacro?
"Quando il saggio indica la luna, solo lo stolto resta a fissare il dito"
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