lunedì, dicembre 26, 2011

 

Ecologia comparata



tomatas, tomatas de Furtei
poni sa manu e giura
chi bolis beni a mei

(trallallero campidanese)


Stamattina ho letto che in Indonesia sono morte 2 persone e 10 sono rimaste ferite nei tumulti di piazza contro l'apertura di una miniera d'oro gestita da una società australiana.
Per spiegarvi perché questa notizia mi ha colpito vi propongo il confronto tra due immagini diverse.
In entrambe i casi, il soggetto è un bacino lacustre.

Blue cyan lake3927

l'originale (grande formato) a questo indirizzo

Paesaggio spettacolare,vero?
L'incredibile trasparenza e il turchese dell'acqua fanno contrasto con la foresta rivestita dei colori autunnali. L'insieme è selvaggio e suggestivo, ma ha anche un ché di irreale e di "innaturale" che toglie allo scorcio di questo lago - o laghetto - della Cina orientale un po' dell'iniziale atmosfera idilliaca.
Probabilmente questa sensazione personale è accentuata dalla presenza incombente e opprimente delle pareti di roccia che s'innalzano quasi in verticale.

Ma passiamo alla seconda immagine:

DSC_0259.JPG

Qui il panorama, così morbido e "aperto", ispira una sensazione di tranquillità e confidenza.
Tuttavia l'apparenza inganna, perché quella raffigurata è ben lontana dall'essere un'amena località di villeggiatura; le acque azzurrine, infatti, sono sature di cianuro.

La bomba ecologica del bacino di raccolta di Santu Miali, a una quarantina di km da Cagliari, è una delle eredità scomode lasciate dalla corsa all'oro nelle colline della Marmilla, in Sardegna. Se la memoria non m'inganna, dalla miniera di Furtei vennero estratte nell'arco di un decennio (1997-2007) oltre 4 tonnellate di oro e poco meno di 2 tonnellate di argento, al prezzo di un territorio massacrato e avvelenato.

Società minerarie australiane e canadesi si avvicendarono al controllo della Sardina Gold Mining, società con sede a Londra, fino alla repentina dichiarazione di fallimento, giustificata con quotazioni dell'oro sui mercati internazionali ritenute non abbastanza remunerative.
Con la consegna dei libri contabili in tribunale, i protagonisti esteri della corsa all'oro salutarono e si dileguarono dalla sera alla mattina, lasciando nelle mani delle autorità isolane la patata bollente dei costi per la messa in sicurezza e la bonifica ambientale, per non parlare dei costi sociali in una regione che è maglia nera per livello di disoccupazione.

Lo so, la morale della favola è scontata: bisogna guardarsi "dai greci che portano doni", specialmente nel settore delle prospezioni minerarie e dello sfruttamento delle risorse del sottosuolo.
Purtroppo ci si accorge sempre un minuto troppo tardi che chi ti ha fatto sognare la piscina decorata con il mosaico in foglia d'oro ti ha portato in casa la vasca degli squali.

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