venerdì, febbraio 28, 2014

 

Obituary calls



Ci sono piccole cose che ti segnano il tempo. Disseminate con apparente casualità, stanno lì a dimostrarti che sì, stai invecchiando, e senza neanche passare per l’anticamera della saggezza.
C’è, ad esempio, quell’accentuarsi del pessimismo che ti fa storcere il naso dinanzi a un governo nazionale appena nato in cui scorgi il perpetuarsi, al di là delle sigle di partito, del marketing politico autoreferenziale degli ultimi 20 anni nonché l’apoteosi di quella comunicazione che privilegia la forma sulla sostanza, il contenitore sul contenuto e la narrazione sull’ideazione.

Ma ancor di più ti accorgi del tempo che passa, inesorabile, da certe telefonate in teleselezione che prendono una piega, per così dire, “obituaria”.
angry phonecall
«Pronto? »
«Ueeeeee! Marce’!!»
«Oooh, ciao! come state?»
«Non c’è male, insomma. Zoppico da tre giorni, Xxxxxx è a letto con la bronchite, Yyyyyy dovrebbe fare una visita oculistica...»
«Andiamo bene!!!»
«Eeeh... sai com’è. Piuttosto, hai presente Tizio
«Mmm... Aspe’... Sì!»
«È morto. Hanno fatto il funerale l’altro ieri»
«Taddannu! E non era neanche così anziano»
«Scherzi?!? La buonanima aveva 87 anni. Stava male già da un po’»
«Ah! Poveretto»
«E di tzia Caia ti ricordi?»>
«Non mi dire che pure lei...»
«No no... è ricoverata in ospedale: femore rotto»
«Merda, ma come è successo?»
«Pare un capogiro mentre scendeva dalle scale. Sai chi altro è morto da poco?»
«...»


Il mio mondo perde pezzi e somiglia sempre più alla pagina dei necrologi: ca@@o.

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mercoledì, febbraio 12, 2014

 

Il lato frustrante del low cost


ryanair image
Un'avvertenza quasi scontata: quando prenotate un volo online non trascurate alcun dettaglio prima di concludere la transazione. Questo monito vale per tutti i vettori, ma in particolar modo per la compagnia low cost per eccellenza: Ryanair.

Va dato atto al vettore irlandese di aver migliorato e semplificato il suo sito rispetto al percorso ad ostacoli di qualche anno fa. Tuttavia auguratevi di non aver fatto un errore grossolano, per esempio nella data di partenza o di ritorno, perché le possibilità a vostra disposizione per modificare a posteriori la data pagando una penale potrebbero mettere a dura prova i vostri nervi.
Ryanair offre due alternative: Il call center è un 899x, ovverosia un numero a pagamento accessibile da fisso solo sbloccando il filtro imposto per legge proprio a causa di tariffe al minuto+IVA particolarmente costose e di operazioni truffaldine avvenute in passato.
Da mobile, invece, non ci sono blocchi da rimuovere e la tariffa viene puntualmente snocciolata da una voce registrata appena si prende la linea (0,20 centesimi allo scatto, circa 0,90 centesimi+IVA al minuto fino a un importo massimo di 15 euro, dopodiché la linea viene automaticamente disconnessa).
Mettiamo che siate fortunati perché l'operatore del call center risponde entro un minuto. Dovrete spiegare rapidamente di cosa avete bisogno, fare lo spelling del codice di prenotazione, scandire la nuova data di partenza, comunicare correttamente la vostra email, snocciolare con cura le cifre della carta di credito, del termine di validità della carta e del CVV2.
In teoria, ve la dovreste cavare pagando la penale più una decina di euro di traffico telefonico.
Se invece vi va male perché restate in attesa dell'operatore per diversi minuti, allora avrete solo sprecato tempo e denaro perché non arriverete a metà della procedura prima che scatti la tagliola del tetto dei 15 euro.

Modificare la data di prenotazione dal sito Ryanair è, sulla carta, la soluzione più semplice ed economica, penale a parte.
Peccato, però, che la procedura possa bloccarsi senza alcuna spiegazione dopo aver impostato la nuova data e premuto il bottone "cerca voli".
Alcune volte arriverete in una pagina in cui dovreste dare una conferma di qualche tipo in una dialog box di cui, però, vedrete solo il bordo inferiore, mentre i resto è irrimediabilmente oltre lo spazio visualizzabile dal browser. Altre volte, invece, girerete in tondo provocando solo il refresh della pagina.

Ryanair ha introdotto anche un help center che funziona tramite chat testuale. Tuttavia gli operatori - pur amichevoli e cortesi - non sembrano abilitati ad altro se non a ripetere le istruzioni e i suggerimenti presenti nel sito.
Detto con simpatia, Ryanair, proprio non ci siamo.

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sabato, febbraio 08, 2014

 

Radici



Che perda cravada intr ‘e su coru
s'ammentu ‘e tie est dolu ki non sanat

panorama lanusei scomposto

Del posto in cui si nasce non si riesce quasi mai a dire qualcosa di nuovo, di sapido e di profondo che vada oltre la banalità del risaputo o della parafrasi di qualche fonte abusata.
Nel mio caso, poi, si aggiunge l’amarognola consapevolezza di una membrana di estraneità mai venuta meno, come se io e il mio paese di origine - Lanusei - ci fossimo studiati per anni mantenendo le distanze.

A un’analisi razionale, persino la mozione degli affetti e l’orgoglio nel proclamarmi, in ordine decrescente di importanza “Lanuseino, Ogliastrino, Sardo, Italiano, cittadino del mondo” si rivelano per ciò che sono: il bisogno di ancorare a una narrazione più grande la definizione del sé e la volontà ostinata di appartenere a una storia che non m'appartiene più.

Lanusei è l’ambivalenza della memoria che ricama sui ricordi piacevoli, alterandoli affinché siano più dolci e struggenti, mentre sigilla quelli scomodi nella luna nera dell’inconscio con il loro carico di schegge taglienti d'incomunicabilità, disprezzo, derisione, senso di alienazione e lutto.

Lanusei è una ferita che non rimargina. Lanusei è una spina nel fianco che non smette di dolere; è il battito del cuore che viene a mancare ogni volta che penso alla resa al fatalismo della mia famiglia d’origine e a quel poco che resta del mio passato già destinato all’oblio.

Quando sono partito per andare a lavorare non pensavo che sarei rimasto lontano tanto a lungo. Senza alcuna vergogna ammetto, però, che mi sentivo sollevato dall’angoscia di non trovare spazio per realizzarmi e dare un senso a quell’accozzaglia di interessi enciclopedici che, messi insieme, non facevano una professione spendibile in paese.

A Milano mi lega unicamente il lavoro, anche se troverei difficile rinunciare ai suoi ritmi, alle sue risorse e a certe sue comodità. Non si tratta d'ingratitudine: nemmeno quando ho messo su famiglia ho smesso del tutto di sognare un ritorno a casa che non fosse forzato, a capo chino o con i piedi in avanti.
Forse c’è un po’ di spirito di rivalsa in questo sogno tenuto nel cassetto, ma preferisco pensare che sia voglia di serenità, di ritrovare quella parte di me rimasta ad ammirare il panorama in cima a pissicuccu.

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