domenica, luglio 25, 2010

 

Certe piccole indignazioni



The Big Game

Sergio MarchionneNon so se essere stupito oppure spaventato dal fatto che sindacati, ministri, leader di partito e illustri commentatori facciano mostra di cadere dal pero dopo le ultime giravolte della FIAT guidata dall'osannato Sergio Marchionne.

A me pare, e non da oggi, che Marchionne stia prendendo tutti per il naso applicando una spregiudicata strategia che contempla mosse, diversivi e contromosse.
L’A.D di Corso Marconi detta le regole del gioco e si muove rapidamente su più tavoli, alternando aperture, affondi e minacciosi silenzi.
Marchionne sfrutta furbamente ogni vantaggio concesso, in primis la debolezza di un governo italiano che ha rinunciato del tutto a sviluppare una politica industriale e, al momento, non ha neppure un ministro di riferimento.
In secondo luogo, mentre partiti e sindacati si attardano a discutere le sue proposte “non trattabili”, seguendo un cerimoniale reso più solenne dalla consapevolezza che sul piatto c’è una buona fetta del futuro industriale ed economico della nazione, lui ne approfitta per stare uno o due passi avanti.

Diciamolo in modo brutale: il sospetto è che il tanto decantato e discusso progetto “ Fabbrica Italia” faccia parte di una manovra diversiva, sia una mossa compiuta per ottenere vantaggi tattici e per costituire la giustificazione a un prossimo disimpegno del Gruppo FIAT dall’Italia.

Marchionne procede forzando la mano: prima ha messo politici e sindacati con le spalle al muro proponendo il baratto investimenti milionari contro ristrutturazione delle relazioni industriali e applicazione di un modello fordista a Pomigliano d’Arco.
Non soddisfatto del risultato ottenuto, ora rilancia adombrando la creazione di una newco che, rilevando in gestione uno o più stabilimenti, avrebbe mano libera nel ridefinire contratti di lavoro, assunzioni, esuberi e garanzie sindacali.
Se otterrà un no o un ni, cosa assai probabile viste le prime reazioni, Marchionne potrà sostenere che l’Italia è terra bruciata, inadatta a sostenere la sfida della competizione globale.

In tutto questo, le critiche alla FIAT non vanno oltre il frusto e querulo rimprovero di essere ingrata verso un Paese che per decenni ha generosamente contribuito ai bilanci aziendali con milioni di euro in incentivi, finanziamenti agevolati e sgravi.
Immagino Sergio Marchionne profondamente scosso da tali accuse: sì, scosso da una risata omerica.


Rumenta e Fatturazione

Appena una settimana fa, le Fiamme Gialle hanno messo i sigilli all’area ex Montecity di Rogoredo, hinterland Sud-Est di Milano, di proprietà della Milano Santa Giulia SpA, società della holding Risanamento che fa capo all’immobiliarista piemontese Luigi Zunino.

È emerso che i lavori di bonifica sui siti dismessi della Montecatini-Montedison e delle Acciaierie Redaelli, contaminati da sostanze chimiche, amianto e metalli pesanti, sono stati effettuati in modo incompleto e truffaldino, tant’è che le falde acquifere che approvvigionano il quartiere in costruzione risultano inquinate da agenti cancerogeni e teratogeni.

Il sequestro preventivo s'inserisce in un filone di inchiesta che vede coinvolti Luigi Zunino, che proprio sui mega progetti immobiliari a Rogoredo e Sesto San Giovanni si è giocato il controllo della Risanamento SpA, di fatto salvata da un’insolvenza a 9 zeri dall’intervento delle banche creditrici, e Giuseppe Grossi, l'ammanicatissimo e discusso re delle bonifiche ambientali in Lombardia.

bonifica ambientaleDi soldi, intorno alla bonifica dell’area di Santa Giulia (1.200.000 mq), ne sono girati tanti. Nel febbraio 2009, infatti, la Regione Lombardia ha concesso contributi pari a 44 milioni di euro per le opere di bonifica ambientale.
Secondo ipotesi al vaglio degli inquirenti, la Green Holding di Grossi avrebbe preso l’appalto senza essere in grado di rispettare i termini di consegna.
Pertanto, Grossi e i suoi più stretti collaboratori avrebbero preso accordi con le imprese in subappalto per seppellire parte dei materiali inquinanti all’interno del cantiere e con alcuni affaristi tedeschi per smaltire un’altra parte in Germania.
Il conseguente vortice di fatturazioni false o gonfiate avrebbe permesso a Grossi di accumulare fondi neri per oltre 20 milioni di euro messi al riparo in Svizzera.

Quasi sicuramente questo gioco sporco sulla salute dei cittadini non è un episodio isolato, anche se non ho prove per affermarlo. Resta, però, una profonda sensazione di indignazione e di schifo.


E la chiamano estate



Si avvicinano le ferie agostane e con esse il tanto atteso rientro in Sardegna. Tanto per cambiare, non prevedo un periodo facilissimo dal punto di vista emotivo e di dolce far niente.
Bah, vedremo.
In attesa degli eventi, curo la saudade divorando con gli occhi immagini come quella del ripido pendio (in sardo Costa) di Donneneittu nel supramonte di Urzulei, che sembra un pezzo di sierra messicana magicamente trasportato all’altro capo del mondo, e con il filmato qui sotto sulle balene e gli squali elefante, insolitamente numerosi nelle acque del Golfo di Orosei a marzo scorso.



Buona settimana.

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domenica, luglio 18, 2010

 

Medleying 07.18.2010



closed eyes
Estoy en ti
porque el tiempo es finito.
Cierras los ojos;
verás acaso todo
lo que mi ausencia toca.


Sono in te
perché il tempo è finito.
Chiudi gli occhi;
forse vedrai tutto ciò
che la mia assenza sfiora.

Ricardo Virtanen


L’autore
Ricardo Virtanen, 46 anni, è nato e risiede a Madrid. Professore, traduttore, critico letterario, musicista e poeta, ha pubblicato due libri di poesie: “Notas pie de página” (2005) e “La sed provocadora” (2006).


Divergenze

unknow user iconQuando il mio lato razionale e quello emotivo bisticciano.
Dal punto di vista razionale c’è una spiegazione perfettamente logica al fatto che non abbia la più pallida idea di chi siano le persone del mio paese d’origine che casualmente incrocio o intravedo nell’agorà virtuale di Faccialibro.
Via quei sorrisetti sotto i baffi, please, non è la vecchiaia che avanza a passo felpato.
Molto semplicemente, le mie già non numerose conoscenze lanuseine decrescono paurosamente già con i nati negli anni ’70, per diventare pressoché nulle con le generazioni sbocciate dal 1980 in poi.
Non di meno, da un punto di vista emotivo percepisco la sensazione di estraneità, di non appartenere a nessun luogo preciso, come una sottile, spiacevole inquietudine.


Warning: Bullshit!

La ripresa?!? Da un pezzo dicono che c’è, che è bellissima, ma anche timida e cagionevole di salute, per cui viene tenuta chiusa a chiave da un gelosissimo Giulio Tremonti che nega il permesso di vederla a chiunque, men che mai a Silvio Berlusconi, che insiste nel volerla portare a Villa Certosa per un fine settimana “Per farle cambiare aria, cribbio!”.

glassAmenità agrodolci a parte, a me pare che la ripresina sia solo una voce diffusa ad arte per tenere buono il Paese. Il bicchiere è vuoto, incrostato di polvere e sudiciume, ma viene fatto passare per mezzo pieno con un pessimo ritocco di Photoshop.
La verità è che l’economia continua a essere in stagnazione profonda, con le imprese che annaspano a corto di liquidità, un sistema creditizio che definirlo “braccino corto” è fargli un gran bel complimento e i consumi delle famiglie già compressi all’inverosimile.

L’apparente risalita dei mesi scorsi era solo l’ansa in una crisi economica “a W”. Ad accelerare la prossima discesa nel toboga ha provveduto il governo con una manovra correttiva perfida, perfetta per un paese che si candidi alla recessione e per aumentare le disparità tra l’oligarchia degli intoccabili e una platea sempre più ampia di nuovi poveri.

Spero di essere smentito dai fatti nei prossimi mesi, perché in caso contrario anche lo scenario che mi riguarda da vicino potrebbe subire un cambiamento drastico.
Italia settima potenza industriale? Radice settima di un ex paese industriale è più realistico.


Podcasting

podcastQuattro o cinque anni fa il Podcast sembrava la nuova rivoluzione democratica dell’informazione.
Chiunque, anche avendo a disposizione risorse tecnologiche limitate (come nei paesi in via di sviluppo), poteva mettere in Rete contenuti audio e video autoprodotti.
Oggi di tutto questo non si parla più: i podcast esistono ancora, ma è come se fossero “invisibili”.

Chi ha ammazzato il Podcast?



Piccoli George Lucas crescono

Con un valido sostegno digitale e molta passione, anche una produzione “amatoriale” come questo cortometraggio ispirato alla saga di Star Wars diventa una visione accettabile, a patto di apprezzare il genere e di non chiamarsi George Lucas, ovvio. :)




Inclinazione al vizio :o)

pipe

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domenica, luglio 11, 2010

 

Archeocompilation



Paranthropus Robustus

Ultimamente il mondo della paleoantropologia è in subbuglio. Da gennaio a oggi è stato tutto un fiorire di scoperte e di tesi scientifiche che mettono in discussione datazioni, linee di parentela e scenari dati per acquisiti.
Inoltre, mai come in questo periodo c’è stata una produzione così abbondante di articoli, saggi e studi comparativi che gettano una luce nuova e curiosa sull’album di famiglia della nostra specie.
Insomma gli antenati sono un argomento che “tira” parecchio ed è persino divertente assistere a quella che sembra l'irruzione di un rave party sotto le volte della Cappella Sistina.
Il problema, semmai, è che al lettore viene dato in pasto di tutto, dalla divulgazione scientifica alle ricostruzioni più improbabili, senza che gli siano offerti gli strumenti necessari per distinguere l’informazione dalla panzana.

Ma scorriamo insieme alcune delle “chicche” comparse di recente:

Tipetti mordaci

Utilizzando un sofisticato programma di simulazione 3D, un gruppo di studiosi australiani ha confrontato l’efficienza e la forza del morso dell’uomo moderno con quelle dei grandi primati attuali (scimpanzé, gorilla, orango) e di due antichissimi ominidi: l’Australopithecus Africanus e il Paranthropus Boisei.

Paranthropus BoiseiÈ emerso che malgrado la struttura cranica più leggera, la dentatura più piccola e stretta e la muscolatura facciale assai meno sviluppata, l’uomo moderno è dotato di un morso potente ed estremamente efficiente.

In termini di pura efficienza battiamo gorilla, scimpanzé e persino il Paranthropus Boisei, vissuto in Africa Orientale tra 1,7 e 1,4 milioni di anni fa ed eloquentemente soprannominato “the nutcracker man” (l’uomo spaccanoci) per la forma massiccia dei denti e l’imponente fascio dei suoi muscoli masticatori, "ancorati" per forza di cose alla cresta sagittale in cima al cranio.

Neanche a farlo apposta, un altro team di studiosi ha analizzato al microscopio elettronico la dentatura di alcuni esemplari di Paranthropus, scoprendo la quasi totale assenza dei segni d’usura provocati dalla masticazione prolungata di vegetali coriacei quali radici, tuberi, semi e frutta in guscio.
In altre parole, contrariamente a quanto si pensava, questi nostri lontanissimi parenti preferivano una dieta “morbida”, a base di frutta e bacche, e ricorrevano alla straripante forza delle loro mascelle solo quando non trovavano nulla di meglio da mangiare.
Avranno avuto un cervello piccolo e rudimentale (circa 400 cm3), ma non erano scemi.

Per inciso, è bastato che circolasse in Rete la ricostruzione del possibile aspetto del Paranthropus Boisei perché sui siti di criptozoologia venisse rilanciata la tesi secondo cui il Bigfoot/Sasquatch, semi-mitica creatura scimmiesca che si nasconderebbe nei boschi della west coast americana, dalla California alla Columbia Britannica, sarebbe un Paranthropus miracolosamente sopravvissuto all’estinzione e trasferitosi (non si sa come) dall'area compresa tra Kenya e Tanzania al continente nordamericano.

Pumped Macho

Dopo la notizia della prova scientifica che la popolazione mondiale - africani esclusi- possiede una piccola quota di geni ereditati dall’Uomo di Neanderthal, altre informazioni sono sopraggiunte a rimescolare le nostre nozioni su questo cugino misteriosamente estintosi circa 30.000 anni fa.

homo heidelbergensisSi riteneva che i Neanderthal si fossero staccati dalla linea evolutiva che conduce all’uomo moderno tra 500.000 e 300.000 anni fa e che l’antenato comune fosse l’Homo Heidelbergensis, una specie di rambo preistorico (altezza media 1.80, muscolatura possente, cervello di dimensioni pari o lievemente superiori al nostro, alta capacità di adattamento ad habitat diversi, anche ostili).

Invece, un recente studio condotto utilizzando una sofisticata simulazione computerizzata comparativa sugli effetti delle mutazioni ambientali sulle caratteristiche dei denti di Neanderthal e di altri ominidi trovati in Africa, Europa e Asia ha portato una studiosa dell'Università di Granada (Spagna) a retrodatare il distacco dei Neanderthal a circa 1 milione di anni fa - ovvero almeno 500.000 anni prima di quanto si pensava - e a escludere pressoché tutte le specie di Homo finora catalogate dal ruolo di potenziale anello di congiunzione.
Se le conclusioni della ricercatrice si dimostrassero corrette, vorrebbe dire che c'è un ulteriore e misterioso antenato comune da trovare. Inoltre, sarebbe l'ennesima conferma che madre natura ha sperimentato più varianti di ominidi, anche in contemporanea e in aree contigue, prima di selezionare per vari - e spesso insondabili - motivi il ceppo che meritava di progredire nell'evoluzione.

Non basta: un’equipe dell’Istituto di Archeologia dell’Accademia Russa delle Scienze ha studiato i resti di un esemplare di Neanderthal.
L’esame dell’omero (l’osso del braccio che va dalla spalla al gomito) ha portato alla conclusione che i maschi di Neanderthal non solo disponevano di una muscolatura a dir poco erculea, ma che tale sviluppo fosse dovuto a livelli di testosterone in circolo oggi impensabili e insostenibili.
neanderthal huntersFattori genetici, ambientali e alimentari avrebbero innescato anche un marcato dimorfismo tra i sessi, con maschi di corporatura nettamente più massiccia delle femmine e dotati di una forza impressionante, ma anche inclini ad esplosioni di aggressività brutale a causa della costante overdose ormonale.

Un’ultima notizia, non recentissima, riguarda i rapporti di amore/odio tra i nostri antenati e i Neanderthal.
Se è vero che vi fu un primissimo periodo di sovrapposizione pacifica in Medio-Oriente e Anatolia, con incroci tra specie, in almeno un caso - nel sud della Francia - abbiamo trovato la prova di un Neanderthal che fece una bruttissima fine: macellato e mangiato.

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domenica, luglio 04, 2010

 

Melting Pop 07.04.2010



Si però...

piroso.jpgOggettivamente, EnricomitragliaMentana è un direttore con i controfiocchi.
Con gli anni, l’esperienza e le vicissitudini del mestiere, Chicco ha perso quel piglio saccente e autocompiacuto da giornalista in carriera che, detto con franchezza, me lo rendeva indigesto. La sua ultima scommessa è prendere il timone di un TG nazionale, ma di nicchia (poco più del 4% di share), come quello di La7.

Ed è qui che sta il problema: il cambio alla direzione del TG è stato deciso dai vertici di Telecom Italia Media - che controlla La7 - senza una motivazione chiara, ma soprattutto senza un minimo di stile e di rispetto nei confronti di Antonello Piroso, direttore messo alla porta malgrado l’ottimo lavoro svolto “in macchina” per dare identità e ritmo alle news dell’ex TMC.
Ubi maior, minor cessat.
Non c’è dubbio che Mentana sia la carta vincente se l’obiettivo di Telecom è fare del TGLa7 il fulcro, l’elemento di maggior attrazione dell’emittente, però dispiace che un valido professionista paghi il conto solo perché caratterialmente poco compiacente e alieno al protagonismo.


Nuuu

radio_popolare_it.jpgQuesto non me lo dovevi fare, Radio Popolare!
Come ti è venuto in mente di privarmi del sacrosanto appuntamento domenicale con i reading e le selezioni musicali di Camera a Sud?
Dopo la morte clinica di RadioAlt, bella esperienza di ibridazione tra musica e libri in streaming “ammazzata” dalla crisi, mi restava giusto questo spazio “storico” curato da Eddi Berni: non ho parole.


All’Opera

Onestamente, non so se darò un’altra chance a Flock - da tre anni mio web browser di default - quando avrà ultimato il passaggio da Gecko-Firefox a Chromium (versione open source di Chrome).
Tutto può essere, ma non vedo quale vantaggio potrei ricavare da un browser che sta barattando le sue caratteristiche di unicità con una maggiore velocità e pulizia grafica.
O il nuovo Flock sarà davvero “speciale” oppure finirà nel dimenticatoio, visto e considerato che di browser velocissimi basati su WebKit ce ne sono fin troppi (Safari e Chrome, solo per citare i più noti).

Opera1060.jpgIn attesa di sviluppi, c’è la più recente versione (10.60) di Opera a intrigarmi parecchio.
Molto veloce da sempre, gratuito e disponibile su PC, Mac e Linux da alcuni anni, Opera è uno dei pochi web browser che ancora segue un percorso di sviluppo originale, pagandone anche le conseguenze negative.
L’ultima versione in ordine di tempo merita di essere messa alla prova sia perché scatta come un furetto, sia perché offre di serie una batteria di servizi integrati davvero notevole: una volta che ci si fa la mano, viene da chiedersi perché ricorrere ad applicazioni esterne o scaricare moduli aggiuntivi per ottenere gli stessi risultati.

In Opera 10.60 vengono confermati servizi ormai classici come Speed-Dial (imitato da altri browser) e Opera Turbo.
Il primo consiste in una raccolta di miniature dei siti preferiti: un click sulla miniatura e il sito si apre. Opera Turbo, invece, è una “mano santa” per chi non dispone di una connessione particolarmente veloce perché comprime le pagine richieste prima di inviarle al computer: un trucco che riduce drasticamente i tempi di attesa.
In aggiunta, con Opera Unite il browser fornisce una serie di servizi per condividere in modo sicuro immagini, musica e video presenti nel computer.

Altre caratteristiche piuttosto comode sono l’efficiente filtro sui contenuti, che non solo blocca le finestre pubblicitarie, ma permette di scegliere se vedere o meno immagini, animazioni o altri contenuti non essenziali, il supporto alle gesture del mouse per la navigazione e la predisposizione ai nuovi codec che si stanno affacciando come alternativa a Flash.


Design & Fisica

BilanArchi.jpgInizialmente l’ho considerata tuttalpiù un suggerimento fin troppo sfacciato per il responsabile acquisizioni del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica di Milano.

A ben pensarci, però, l’idea avuta dalle designer Sara Petrucci e Federica Castagno (acquacalda H2OT) è eccentricamente razionale (o razionalmente eccentrica), ergo stuzzicante: applicare le regole fondamentali delle scienze fisiche ad accessori per la cucina e per la tavola.

Non a caso, la collezione si chiama Fisica Applicata e un buon esempio di cosa intendano le designer con quel nome è dato dalla Bilancia di Archimede, una ciotola per alimenti graduata che si presta a essere utilizzata come bilancia una volta immersa nell’acqua.
Ulteriori informazioni qui.

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