lunedì, ottobre 27, 2008

 

Ideologia spicciola
"gusto enterogelmina"



Anni fa su un forum scrissi che se la rottamazione delle grandi costruzioni ideologiche del Novecento era un fatto assodato, la rimozione dell’ideologia dalla quotidianità era un colossale falso storico, un mero tabù linguistico strettamente imparentato al “Si fa, ma non si dice”.
Prestando un po’ d’attenzione, infatti, è possibile accorgersi che nell’ultimo decennio la comunicazione - sia essa pubblicità o informazione - non ha minimamente smesso di portare avanti concezioni o letture della realtà che nascondono sotto ideali di facciata gli interessi particolari di un gruppo o di una classe sociale.

Il disvalore per tutto ciò che anche solo larvatamente è etichettabile come ideologicamente orientato è stato doviziosamente alimentato, al punto che ormai qualsiasi discorso o analisi che non siano liquidi, plasmabili, vaghi, adattabili, super-semplificati o riducibili a slogan usa & getta suscitano a priori scetticismo e sono liquidati con l’infastidito “Su questo ti sentiremo domani”.
La mistificazione sta proprio nel rifiuto generalizzato di ammettere di fare generosamente ricorso a strumenti ideologici.
l'imperatore è nudoQuanti non si adeguano ostinandosi a innalzare bandiere politiche o sindacali demodé, ancorché abbondantemente stinte e rattoppate, vengono additati alla pubblica commiserazione come pericolosi disadattati, perdenti, poveri sfigati senza futuro.
E invece la realtà è sotto gli occhi di tutti come l’imperatore della fiaba di Andersen che sfila nudo in corteo: l’attuale esecutivo e i mezzi di informazione che lo sostengono perseguono un disegno ideologico evidente, ammantato di una impalpabile cortina demagogica di pseudo-riformismo “per il bene del Paese”.

L'Enterogelmina

aula scolasticaQuando, ad esempio, sento blaterare di “migliore allocazione delle risorse, migliore qualificazione dei servizi scolastici e piena valorizzazione del personale docente” io, per non saper né leggere né scrivere, penso un’unica cosa: qui si vuole fare cassa usando le cesoie industriali per decimare il personale, né più né meno ciò che si ripropone l’ineffabile Renato Brunetta per i dipendenti pubblici di sua spettanza.
Se poi faccio un calcolo degli esuberi nel personale docente e degli accorpamenti che faranno sparire un buon numero di istituti, tenendo presente che si promette (non si sa come) il mantenimento del tempo prolungato e che per gli attuali programmi ministeriali non è pianificata alcuna rimodulazione, allora ricavo la certezza che i risparmi di cassa scasseranno definitivamente la malandata scuola pubblica scaricando tutti gli oneri sulla pelle delle famiglie, more solito cornute e mazziate.

Sarei curioso anche di sapere in che modo l'algida vestale che siede al Ministero della P.I. si propone di “valorizzare il personale docente”, dato che è dai tempi della Senatrice Franca Falcucci che sento ripetere la cantilena sulla volontà di premiare i docenti che affrontano il lavoro come una missione, ma di fatti concreti non ne ho visti, mentre tanto per dire l’aggiornamento professionale è tuttora pagato di tasca propria da quella pletora di neghittosi prof. “colpevoli” di mungere a sbafo il 98% del bilancio ministeriale.

Per concludere, rilancio senza ulteriori commenti un frammento di un discorso sinistramente profetico di Piero Calamandrei datato 1950 reperito su Fiore/Blog.

Vi pregherei di leggere con attenzione, grazie.
Facciamo l’ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza.
Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l’aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura.
Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali.
C’è una certa resistenza; in quelle scuole c’è sempre, perfino sotto il fascismo c’è stata. Allora, il partito dominante segue un’altra strada (è tutta un’ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, a impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private.
Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito.
E allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori, si dice, di quelle di Stato.
E magari si danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A “quelle” scuole private.
Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata.
Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di Stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di Stato per dare la prevalenza alle sue scuole private.
Attenzione, amici, in questo convegno questo è il punto che bisogna discutere.
Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d’occhio i cuochi di questa bassa cucina.
L’operazione si fa in tre modi, ve l’ho già detto: rovinare le scuole di Stato, lasciare che vadano in malora, impoverire i loro bilanci, ignorare i loro bisogni.
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Comments:
Il discorso di Calamandrei l'ho letto più volte in questi giorni ed è sinistramente attuale.
 
1) Cioè, famo a capisse, dici che da qualche parte uscirà fuori il pisellone del premier? Nooooo, secondo me ti sbagli. I suoi sarti sono troppo bravi.

2) un tempo, neanche troppo lontano, qualcuno cantava con voce intonata: "parole, parole, parole....". Ma pensa a questi poveri cristi, messi per forza su una poltrona, come sostiene Guzzanti padre, obbligati ad un asservimento totale all'autorità autocostituita, solo in cambio di munifiche prebende. Pensa a questi poveri cristi che non possono urlare il loro disgusto, il loro schifo, la loro ripugnanza per ciò che sono costretti a firmare perché altrimenti sarebbero costretti a tornare a mendicare un tozzo di pane nella marana putrida dove sono stati raccolti. Pensa alla povera Gelmini, cacciata dalla giunta di non so quale paese del nord Italia per "incapacità manifesta" e quindi pronta ormai al perenne oblìo, e che ora si ritrova a dover reggere le sorti del paese che è in subbuglio ed ha un solo nome nella sua (di lui, paese) bocca...Son cose brutte eh. Che ferirebbero anche un mostro insensibile. Hai voglia a dire che sono solo pochi manifestanti....
 
Davvero da brivido il discorso di Calamandrei sembra di veder scorrere i nostri giorni.
Poi oggi ho riso da matti con mia madre che con aria preoccupata mi ha raccontato di aver sognato tutta la notte di litigare con ...Brunetta! Mi dice: sai quello piccoletto :))) p.s. Mia madre è stata prof.
 
leggere questo tuo post mi ha aiutata a farmi un'idea più precisa...su un giornale ho letto che il decreto gelmini è ciò che di meglio possa capitare alla scuola...chissà da che parte tira l'aria in quella redazione...?
 
Caro Marcello,

anch'io ho citato il documento di Calamandrei, sinistramente attuale, come commenta Duhangst.

Dall'interno della scuola siamo in subbuglio: un subbuglio che assai prima che politico è ontologico: qui giocano con la dignità nostra e dei nostri figli.

Un caro abbraccio
 
@Annachiara /@La Coniglia
- posso dire di proiettare persino sui redattori del Giornale e di Libero un po' del senso di disagio e di frustrazione che provai a suo tempo quando mi accorsi di essere una marionetta, un utile idiota chiamato a eseguire senza fiatare "ordini di scuderia" in cui non mi riconoscevo.
Però se si vuole difendere l'indifendibile bisogna prepararsi, sapere bene di cosa si sta parlando. Quando leggo certe dichiarazioni della sexy star Gelmini (un fenomeno internettiano che meriterebbe di essere studiato) scorgo solo l'inadeguatezza di chi ha un'infarinatura sommaria, di chi recita una parte non sua ancorché lautamente remunerata.
Se solo la posta in gioco non fosse così alta...

@Duhangst /@Annalisa /@Smilla
- Avete ragione, le parole di Calamandrei, oltre che profetiche sono sinistramente attuali.
Concordo con te, Annalisa, si sta giocando sporco, maledettamente sporco, sulla dignità di docenti e famiglie, oltreché sul futuro dei nostri figli.
L'unica nota positiva è che le figure del maestro e del professore hanno riconquistato visibilità e un po' della loro dignità. Personalmente, però, mi viene difficile estendere la mia solidarietà ai senati accademici.
 
Il discorso sulle ideologie nascoste ma sempre presenti nei nostri ragionamenti è molto vero e bisognerebbe partire da lì per andare oltre e creare risposte nuove a scapito di ogni ideologia ma a vantaggio nostro!
p.s. Io ero al liceo con la Falcucci :((
 
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