giovedì, maggio 25, 2006

 

Il prezzo della passione



reinterpretazione urlo di Munch

Riconosco di essere a modo mio un privilegiato: non diventerò mai ricco e famoso, però amo visceralmente il lavoro che faccio al punto di farmene spesso e volentieri travolgere, da perdere l'indirizzo di casa, di non avere orari pur di afferrare al volo un momento d'ispirazione.
Avrei potuto aspirare a un'esistenza "normale", a orari più umani, a maggiori sicurezze per il futuro se, a suo tempo, avessi scelto una facoltà universitaria più affine ai miei interessi come Storia e Filosofia, se avessi vinto un concorso pubblico per impiegato o avessi proseguito nell'iter della professione forense. Tuttavia sono convinto che, privata del piacere totalizzante della scrittura, la mia vita sarebbe stata un foglio bianco con tanti rimpianti a margine.

Quando sono prosciugato dalla stanchezza e particolarmente stressato, come in questo periodo, ho spesso la tentazione di piantare baracca & burattini, di urlare "fermate la giostra, voglio scendere".
So che sono solo momenti passeggeri, perché questo benedetto/maledetto lavoro riesce ancora ad adescarmi, a propormi sfide intellettuali sempre nuove, a titillare abilmente il lato puntiglioso del mio pessimo carattere.
Ciò che mi fa amare incondizionatamente il mio lavoro è che non mi fa mai sentire "arrivato".
Dopo tanti anni di professione scopro di avere ancora fame di apprendere cose nuove, di perfezionarmi, e non mi vergogno affatto di imparare qualcosa ogni volta che visito il sito di Luisa Carrada o dal confronto assolutamente alla pari con colleghi e colleghe molto più giovani di me come Kindofbeauty, SuperCopy o Fata Titania.

La parola scritta, però, è un'amante esigente e, di giorno in giorno, scopro quanto sia pesante il tributo da pagare alla passione.
In momenti faticosi e agri come quello che sto vivendo mi tornano in mente i celebri versi del poeta turco Nazim Hikmet Ran:
”Il piu' bello dei mari é quello che non navigammo.
Il piu' bello dei nostri figli non é ancora cresciuto.
I piu' belli dei nostri giorni non li abbiamo ancora vissuti.
E quello che vorrei dirti di piu' bello non te l'ho ancora detto.„


Comments:
è anche una delle mie poesie preferite...

In questo ultimi 4 anni la passione per la parola scritta mi ha fatto perdere un fidanzato, svariate amicizie, mi ha causato un sacco di incomprensioni e non poche difficoltà lavorative...eppure non farei a cambio con nulla per quell'ebbrezza che ho sentito scorrermi sotto pelle quando, nei miei primi approcci all'advertising provavo a scrivere le mie prime bodycopy, mentre scarabocchiavo rough di annunci, mentre calcolavo GRP su GRP, mentre studiavo di Ogilvy, Reeves, Bernbach e Séguéla. Era come aver cercato per anni di entrare in vestiti non miei quando all'improvviso avevo trovato l'abito fatto su misura per me. Non so se sono creativa, non so se sono brava. So solo che questo è il lavoro che amo.
 
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