mercoledì, giugno 07, 2006

 

Appunti di scrittura:
tra pratica e grammatica



old typewriter 0,00 US Dollar blog
Technorati m’informa asetticamente che questo blog attualmente non vale neppure un risicato, miserrimo centesimo di Dollaro USA. Non che mi aspettassi una quotazione da Blue Chip, ma neppure un rating da bond argentino, detto con tutto il rispetto e la simpatia che ho per i niños.
Niente di tragico: tra milioni di siti e blog di aspiranti giornalisti, scrittori, saggisti e opinion maker, Errori di stUmpa può essere considerato senza infamia uno zero in più che staziona negli inflazionati Giardini di Marvin.

Cari amici vicini e lontani...
Nel tentativo (ciclico e disperato) di mettere ordine nel lussureggiante marasma di carte, appunti, rassegne stampa ecc. che deborda ovunque si posi lo sguardo è rispuntato il brogliaccio preparato in occasione di una lezione.
La mia attenzione si è soffermata su un punto che avrei voluto trattare in quella sede ma che finì amputato senza anestesia per volgari questioni di tempo:
• esistono delle regole di scrittura che aumentano le probabilità di catturare il lettore, specialmente quello frettoloso e scorbutico del web?
• quanto conta lo stile personale, l’originalità e la capacità di variare i timbri?

Che scrivo a fare?
Mr. fotocopy Sul primo aspetto esiste una prolifica produzione di saggi e tutorial, quasi sempre in lingua inglese, riguardanti tutto ciò che concerne il confezionamento dei contenuti: dalla pregnanza delle prime parole che si utilizzano al sofisticato modello di misurazione dell’eye tracking.
Si tratta di materiali di prim’ordine, utilissimi per fare il punto sulla qualità della propria scrittura. All’atto pratico, però l’adozione di poche, semplici regolette passepartout può migliorare l’appetibilità di qualunque testo: dalla brochure istituzionale al sito amatoriale.
a)ragionate sempre per obiettivi: cosa volete comunicare? A chi? Con quali argomenti e con quale linguaggio potete arrivare a conquistare la fiducia del lettore? Quali spazi di manovra avete a disposizione per giostrare tra argomentazioni razionali e persuasione emotiva?
b) non abbiate mai fretta di passare dalla singola idea creativa allo stato grezzo al testo completo e rifinito;
c) non innamoratevi di un concetto o di una frase al punto di sacrificare altre cose ben più importanti ai fini della comprensibilità e dell’efficacia complessiva del testo;
d)semplificare, sfrondare, sintetizzare sono procedure necessarie per fare chiarezza e non significano necessariamente banalizzare o mortificare la creatività. Quando un concetto o un passaggio logico non sono chiari nello spazio di qualche riga, trascinare il problema allungando il testo a dismisura è una perdita di tempo che può allontanare per sempre il lettore.

Ci sei o ci fai?
la capacità di variare il timbro a seconda dell’argomento e delle occasioni è un fatto di cultura, di sensibilità personale e di buon senso.
La scelta di restare coerenti a un’impostazione stilistica low profile può essere vissuta come un limite: si teme di risultare grigi, formali e sin troppo prevedibili. Il primo comandamento del business writer, però, è: “camaleontici quando serve, se stessi sempre”. La facondia, il sarcasmo graffiante, il non-sense sofisticato si possono imparare con la pratica e con l’imitazione dei virtuosi del genere, ma se non sono nelle vostre corde siate accorti e parsimoniosi.
Inoltre, saper sedurre intellettualmente e far sorridere con le armi dell’arguzia, dell’ironia o del calambour è molto più difficile di quanto si creda.
Il motivo è elementare: è necessario dosare gli ingredienti con il bilancino di precisione del farmacista e l’abilità manipolatoria del giocoliere. Avete presente la maionese? basta un banalissimo errore nelle dosi e la salsa si disfa.
L’errore più frequente che ho riscontrato nei giovani copy sta proprio nel voler dimostrare a tutti i costi di essere brillanti, finendo per mettere in secondo piano e azzerare con il proprio ego ingombrante un’idea di partenza apprezzabile.

Comments:
Vedo che hai inserito il photocopy! :-)
Non sia quante volte, dacché nella mia testolina si è accesa la lampadina "da grande voglio fare la copy", mi sono dovuta confrontare con altri copy dall'ego smisurato, che ti buttano addosso il loro "io so".
Io non so. Io ci provo.
Non so se vado bene, ma ci provo.
Ogni mattina, quando mi sveglio, mi dico: "proviamoci anche oggi".
Le domande che tu indichi come traccia me le facevo in terza elementare, o giù di lì (avevo una maestra che insegnava il training autogeno, che faceva educazione sessuale senza mezzi termini, che applicava Rodari e Luther King: una formazione decisamente sui generis per bambini di 7/8 anni). Poi non ho avuto bisogno di farmele più: me le porto dentro, sulla punta della penna.
So what? direbbero gli inglesi...E quindi niente. Sono ancora qui, e ci provo.
 
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