mercoledì, giugno 07, 2006

 

I nuovi confessionali - Mode ON



Che lo si voglia o no, siamo un Paese che adora il chiacchiericcio, lo spetteguless, il pio-pio per linee orizzontali e il razzolare beatamente nel cestone della biancheria sporca altrui delle comari. Solo questa constatazione può spiegare come mai un popolo che odia cordialmente tutto ciò che è tecnologia sofisticata non conosca rivali al mondo nell’impiego del telefono fisso, del telefonino e del PC per le comunicazioni personali.


Confrontando siti web e blog italiani con quelli stranieri nonché occupandomi spesso di servizi per la telefonia mobile ho maturato l’idea - magari sballata, trita e banalissima - che per molti italiani adulti il telefonino e Internet surroghino il cattolicissimo confessionale.
Il filtro della tecnologia è la grata che crea uno spazio relazionale apparentemente neutro dove sono temporaneamente attenuati i condizionamenti, le sovrastrutture e gli omissis dell’io pubblico.
Fatta la debita tara per le imposture e per le fantasiose maschere che s’indossano nel creare una o più protesi magnificanti del sé che siano soddisfacenti, ho l’impressione che scrivere una e-mail, inserire un post, chattare, tenere un blog o prendersi il tempo di cercare nella rubrica del cellulare il numero telefonico da selezionare siano altrettante scuse per dialogare con se stessi con una franchezza altrimenti inpensabile e inammissibile.

Il monologo privato è destinato a diventare pubblico, l’interiore si trasformerà in esteriore con tutte le mediazioni, i formalismi, le circonlocuzioni e le censure del caso, tuttavia il breve spiraglio di virtuosa e virtuale sincerità che ci si è concessi è sufficiente per ottenere un terapeutico “effetto lavanderia”, per sentirsi momentaneamente assolti, riappacificati, redenti da tutto ciò che disturba e mina la certezza di appartenere alla Ordinary People.

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