venerdì, febbraio 26, 2021

 

Dem radical-chic



Se mai dovessi scrivere per esteso tutto ciò che penso del Partito Democratico sarei immediatamente etichettato come tardo epigono di quella sinistra radical-chic che - si dice - provi un perverso diletto nel demolire per poi accucciarsi sulle macerie.

Senza addentrarmi sulle "tare genetiche" che affliggono il PD dalla nascita, argomento su cui esiste una bibliografia fluviale, provo un sentimento ambivalente di affetto e frustrazione verso un progetto ridotto a uno scarabocchio a furia di essere rimaneggiato, manipolato, asservito a idee, interpretazioni e aspirazioni disparate.

il risultato è un contenitore informe, mille volte rabberciato, vagamente funzionale ma sistematicamente inadeguato alle aspettative.
Abbiamo a che fare con un partito afasico, sfuggente, che fatica dannatamente a esprimere un abbozzo d'idea nitida su dove si voglia andare e come, di giustizia sociale, di valori: in definitiva qualcosa di sinistra. Pur tuttavia, dal PD non riusciamo a separarci malgrado un certo imbarazzo, un po' come succede agli accumulatori seriali (es: il sottoscritto) con i memorabilia delle esercitazioni scolastiche con il DAS o la ceramica nell'ora di applicazioni tecniche.

Lo so, il mio è un giudizio sommario e tranchant che non rende giustizia all'intelligenza e all'impegno disinteressato di molte persone che vivono attivamente il PD nelle sue strutture sul territorio: chiedo venia ma tant'è.

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