martedì, luglio 08, 2025
In cerca dei bimbi perduti di Tuam
Quando, una decina di anni fa, esplose il macabro bubbone del Bon Secours Mother and Baby Home di Tuam, cittadina dell’Irlanda centro-occidentale, fu subito chiaro che si trattava di una delle pagine più oscure e infamanti nella storia della Chiesa Cattolica, in Irlanda e non solo.
Sotto l’erba di un prato attiguo all’ex istituto per madri nubili gestito dal 1925 al 1961 delle Suore del Buon Soccorso emersero tracce consistenti dell’esistenza di una fossa comune che conteneva i resti di poco meno di 800 bambini di età compresa da pochi mesi ai tre anni.
Il sospetto atroce era che l’elevato tasso di mortalità infantile fosse dovuto a malnutrizione e malattie e che ciò spiegasse la pratica di occultare i cadaveri nell’area occupata dalla fossa settica.
Bere o affogare
La notizia riaprì ferite dolorose. Vennero a galla testimonianze sulle miserevoli condizioni di vita e di sfruttamento vissute dalle ospiti a Tuam e in altri centri consimili gestiti in Irlanda da congregazioni religiose femminili. Donne su cui gravava lo stigma di essere rimaste incinte fuori dal matrimonio e “frutti della colpa” a cui era riservato un trattamento altrettanto severo.
Secondo una stima del 2021 - non so quanto accurata - nel mezzo secolo di attività degli istituti per madri nubili si sarebbero perse le tracce di circa 9.000 bambini, facendo ipotizzare che oltre ai decessi vi fosse anche un traffico di minori.
D’altra parte per giovani donne povere e poco istruite, allontanate dalle loro famiglie e ostracizzate dalle comunità di origine, non esistevano alternative al bussare alla porta delle strutture emanazione della Chiesa Cattolica. Di fatto, accettare di espiare il peccato carnale in un regime di semi-reclusione e di lavoro non retribuito costituiva una sia pur minima chance di salvezza per loro e per i bambini: bere o affogare.
Voci dal silenzio
A riportare d’attualità lo scandalo di Tuam è stata la decisione di avviare a breve gli scavi nell’area dell’ex Bon Secours Mother and Baby Home, demolito negli anni ’70 per far posto a un complesso residenziale, ed esumare i resti scheletrici.
Medici forensi e genetisti da vari Paesi si sono offerti di collaborare al difficile compito di esaminare le ossa per estrarne quante più informazioni possibili.
Il responsabile delle operazioni non ha nascosto la complessità del compito assunto, che assorbirà non meno di due anni di lavoro. C’è da tener conto, infatti, che alcuni resti infantili siano mescolati sottoterra, la difficoltà nel distinguere i resti maschili da quelli femminili in soggetti così giovani, l’incognita della conservazione del DNA e la mancanza di dati d'archivio.
Per i bambini perduti di Tuam, che non si sono visti riconoscere dignità né da vivi né da morti, si apre forse una piccola possibilità di essere finalmente ritrovati e ascoltati.
Etichette: ChiesaCattolica, Irlanda, nuns, The Smoking Pipe, Tuam
martedì, luglio 01, 2025
La vittoria del bullismo negoziale trumpiano
Il ministro delle finanze Giorgetti ha definito l'accordo raggiunto in sede OCSE sull'esenzione delle big tech statunitensi dalla Global Minimum Tax come “un compromesso onorevole” che protegge le imprese italiane dalle ritorsioni automatiche originariamente contenute dalla Clausola 899 del Big Beautiful Bill, la manovra economica dell'amministrazione Trump in via di approvazione al Senato USA.
Benché la mia opinione conti come il proverbiale due di coppe quando la briscola è bastoni, a mio avviso l’accordo segna una vittoria per il bullismo trumpiano e una cocente capitolazione davanti a una estorsione per gli altri Paesi OCSE.
Bandiera bianca
Da una parte è comprensibile che si sia preferito cedere alle pretese di Trump per non rendere ancora più complicata e incandescente la negoziazione in corso sui dazi che gli USA intendono applicare sulle merci e servizi importati negli Stati Uniti. Dall’altra, tuttavia, si legittima una devianza creando un precedente pericoloso.
Per capirci, la riunione dell’OCSE aveva tra i principali punti in discussione un argomento spinoso: l’approvazione definitiva della Global Minimum Tax, normativa che prevede un livello base di imposizione per le imprese multinazionali o nazionali che abbiano ottenuto ricavi superiori a 750 milioni di Euro in almeno 2 dei 4 esercizi precedenti.
La normativa è concepita per porre un freno all’erosione fiscale e al trasferimento di utili attraverso l’imputazione a soggetto adempiente di una sede legale o di una filiale situata in Paesi con fiscalità di vantaggio.
Minacciando come suo solito ritorsioni immediate e agitando lo spauracchio della Clausola 899 - poi ritirata dal Dipartimento al Tesoro - Trump ha portato a casa l’esenzione delle multinazionali USA, fissando così un privilegio apertamente antitetico alla ratio delle norme in discussione.
L’arma dei dazi ritorsivi
È istruttivo esaminare il meccanismo della Clausola 899 citata da Giorgetti, così come le ragioni che hanno portato al suo ritiro e che, all’inverso, potrebbero favorire la sua riproposizione strumentale in futuro.
La Clausola 899 avrebbe conferito al Dipartimento al Tesoro USA il potere discrezionale, basato su valutazioni politiche più che economico-finanziarie, di far scattare anno per anno dazi ritorsivi contro i governi che che, a suo giudizio, avessero vessato e trattato ingiustamente le aziende statunitensi.
Attenzione però: la clausola non sarebbe andata a colpire i governi “cattivi”, prendendo invece di mira persone e aziende con legami con "Paesi stranieri discriminatori”.
Tra le potenziali vittime delle ritorsioni, infatti, sarebbero rientrate persone fisiche straniere, società la cui maggioranza azionaria non fosse detenuta da cittadini statunitensi, fondazioni e trust privati; in sostanza, qualsiasi società o struttura estera proveniente dalle giurisdizioni messe di volta in volta nel mirino.
L’obiettivo era chiaro: causare danni economici consistenti alle aziende e agli investitori esteri.
Il meccanismo principale era un aumento annuale del 5% delle aliquote fiscali sul reddito statunitense da dividendi e royalties, plusvalenze e vendite immobiliari delle "persone applicabili”. Le eccezioni contemplate erano pochissime: la Clausola, infatti, avrebbe annullato anche la Sezione 892, che esenta dalla tassazione i fondi sovrani.
A condurre al ritiro della Clausola 899 dalla manovra finanziaria sono state le reazioni allarmate di grandi investitori e analisti finanziari. L’opacità dei criteri per far scattare automaticamente i dazi ritorsivi e, soprattutto, la loro imprevedibilità avrebbero potuto generare insicurezza, scatenando un effetto boomerang sugli investimenti esteri negli USA, vitali per un’economia su cui pesano oltre 3.000 miliardi di debito pubblico da rifinanziare.
In conclusione, la Clausola 899 era un’arma di pressione difettosa, ma nella logica del bullismo negoziale seguita da Donald Trump questo aspetto era del tutto secondario rispetto al suo potenziale come leva intimidatoria. Perciò nessuno può escludere che - “buona la prima” - gli Stati Uniti si serviranno ancora in futuro di simili stratagemmi a danno dei suoi partner commerciali.
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