domenica, novembre 26, 2006
Io & il brontocellulare
Premessa
Io e la telefonia abbiamo un rapporto complicato, da separati in casa. Il mio ideale di telefono, infatti, è una specie di soprammobile che ha il buon gusto di confondersi con l'arredamento e, soprattutto, non s'azzarda a reclamare attenzioni mettendosi a squillare. Con il cellulare non è che vada tanto meglio: tendo a dimenticarmelo in borsa - ovviamente spento - per l'intera giornata,suscitando lo sconforto di quanti, tra familiari, amici, colleghi e clienti, ambirebbero conferire con il sottoscritto.
Venerdì sera, ravanando nell'armadio dell'ufficio, mi è rimasto in mano l'adattatore del mio primo telefonino: un gsm Galileo 900 Italtel, ovvero la mia disgrazia cellulare.
Raccontate oggi, le peripezie che il Galileo mi fece passare tra il 1998 e il 2001 hanno il sapore di una favola buffa e antidiluviana pensando agli attuali cellulari 3G che poco ci manca ti portino il caffè a letto.
Vi presento Galileo
Squadrato, spesso quasi 2 dita, ingombrante e pesante come un mattoncino, il Galileo non era il classico telefonino di fascia bassa: costava all'epoca l'equivalente di circa 450 euro, poco meno dei modelli di punta Motorola e Nokia.
Mi venne regalato da un parente stretto pochi mesi dopo essere stato acquistato causa passaggio ad altro telefonino. Guarda caso, mi serviva un cellulare per una convention che si teneva a Santa Margherita di Pula (CA).
Fu un'esperienza memorabile.
Il motivo per cui il congiunto si era disfatto tanto velocemente del Galileo mi fu chiaro arrivato sul posto. Il prode Galileo, infatti, non beccava la linea dove persino il più vecchio e scalcagnato dei TACS trillava ch’era un piacere. Tutto ciò che il poderoso GSM sapeva fare era emettere di tanto in tanto un mesto beep per segnalare l'assenza di campo.
La situazione raggiungeva il massimo dell'imbarazzo durante le pause pranzo.
Mentre intorno a me era tutto un turbinio di squilli e conversazioni, io cercavo disperatamente di non dare nell'occhio manovrando il Galileo sotto il tavolino per puntarlo su chiunque stesse parlando al cellulare nella vaga speranza di sfruttare di riflesso la linea.
OK, direte voi, ti trovavi in una ridende località di villeggiatura ancora poco servita dalle reti GSM.
Nossignore, perché anche al ritorno a Milano, Galileo ha confermato di essere un fuoriclasse nella categoria bidoni & tirapacchi.
Per chiamare o ricevere ero costretto a vagare come un rabdomante: un passo in avanti ed ecco la linea (al massimo una barretta oltre il simbolo dell'antenna)... contrordine, non c’è più campo... faccio un passo indietro e riecco la linea... mi volgo a ponente e puff!, la linea scompare nuovamente mentre a levante non ho miglior fortuna.
Ma quanto mi costi?
Quando, diversi mesi dopo, il problema (assemblaggio approssimativo dell'antenna) fu risolto in un centro TIM, ebbi la bella pensata di passare armi e bagagli alla concorrenza: l'allora Omnitel. Tutto bene, finché la mia intensa vita sociale del tempo mi portò casualmente a scoprire l'altra subdola magagna del Galileo: gli SMS con ricevuta di ritorno.
Per farla breve, per oltre un anno ho contribuito involontariamente ai profitti del gestore telefonico pagando il doppio ogni sms inviato per il banale motivo che non c'era modo di disattivare l'impostazione di fabbrica che mi condannava all'inutile e mai richiesta ricevuta di ritorno, neppure seguendo alla lettera le istruzioni del costruttore ribadite dagli operatori del 190. Un volenteroso operatore del Customer Care Omnitel si offrì persino di inoltrare una richiesta di rimborso che, ovviamente, fu cassata dall'ufficio legale del munifico gestore. Eh già, non erano mica i tempi del "tutto intorno a te"... .
Per quanto tenda ad affezionarmi anche alla più sfigata delle tecnologie a mia disposizione, mi sono sentito sollevato quando è venuto il momento di mandare definitivamente in pensione il Galileo.
Etichette: tecnofollie
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E' capitato anche a me d'avere un cellulare che non avesse campo neanche se mi portavo dietro il radioripetitore. Era il t68 della sony-ericsson, tre volte in assistenza, tre volte ritornato con lo stesso problema. L'unica fortuna è che in quei mesi non ho speso un soldo di traffico telefonico.
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