domenica, gennaio 21, 2007

 

La diversità fa paura


L’assassinio di Hrant Dink, giornalista e direttore del periodico turco-armeno Agos, avvenuto venerdì scorso in una strada di Istambul è l’ennesimo segnale di regressione e di intolleranza in un paese vasto, inquieto e contraddittorio come la Turchia.
Era noto che il giornalista, di origini armene, stesse conducendo un’inchiesta per approfondire una delle più pagine più dolorose e controverse della storia della Turchia moderna: la deportazione e lo sterminio degli Armeni che avvennero mentre l’Europa era scossa dalla Prima Guerra Mondiale.
Malgrado sia passato quasi un secolo dai fatti, l’argomento è ancora un nervo scoperto perché le autorità e l’opinione pubblica turche non hanno alcuna intenzione di fare i conti con un passato che tendono a tacere, negare o minimizzare, né tanto meno accettano che siano messe in discussione le fondamenta delle politiche di omologazione attuate nei confronti di minoranze etniche come gli Armeni o i “Turchi di montagna” (unica definizione ammessa per i Curdi).

Una pulizia etnica negata
chiesa armena sul lago Van
Quanto accadde tra il 1915 e il 1917 non era il primo caso di pogrom contro le minoranze etniche che risiedevano nei territori dell’impero Ottomano.
Sul finire del diciannovesimo secolo, infatti, proprio gli Armeni erano stati oggetto di una sanguinosa persecuzione che aveva condotto a un primo esodo di massa.
Tuttavia, le testimonianze raccolte tra gli scampati e le ricostruzioni storiche, per quanto ancora incomplete e non considerate super partes, indicano che i due anni di terrore furono molto più di una repressione particolarmente violenta e crudele; fu l’attuazione di un preciso progetto di pulizia etnica finalizzato a estirpare dall’Anatolia una presenza antichissima che, evidentemente, disturbava il disegno di una Turchia di soli Turchi.
In quel preciso momento storico, inoltre, gli Armeni e la loro diversità (di origine, lingua e religione) rappresentavano un comodo nemico interno da additare alle masse, un capro espiatorio da sacrificare per coprire i rovesci militari e le umiliazioni patite sui fronti del conflitto mondiale (l’impero Ottomano si era schierato a fianco dell’Austria-Ungheria e della Germania).

Ancora oggi il balletto di cifre sulla contabilità dello sterminio, le contestazioni sulle responsabilità e sulla reale portata delle azioni allora condotte sui civili armeni da reparti dell’esercito, dalla polizia e da bande di miliziani Curdi (rastrellamenti, spoliazioni, violenze, esecuzioni sommarie, marce forzate in condizioni disumane) inaspriscono il dibattito sull’ammissione della Turchia nell’Unione Europea e armano la mano di un sicario - forse solo l’ennesimo giovane imbevuto di ignoranza e odio intollerante - contro un giornalista scomodo che incarnava una diversità che fa paura.

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Comments:
Purtroppo ancora oggi questa pagina oscura della storia del XIX secolo è ancora poco conosciuta. Fra poco verrà celebrata la giornata della memoria. Io credo che in quest'occasione, oltre a ricordare il genocidio commesso dai nazisti contro gli ebrei, dovrebbero essere ricordati tutti quelli commessi nei confronti dell'umanità, come ad esempio quello nei confronti dei nativi d'america, nei confronti degli zingari, dei tutsi in ruanda,quelli commessi dai regimi comunisti staliniano e maoista, il massacro della propria popolazione nella Cambogia da parte degli Khmer Rossi...
Per chi fosse interessato a massacro armeno segnalo questo sito sul massacro armeno nel quale viene indicata una data: 25 aprile 1915. é la data che segna l'inizio del primo genocidio del secolo XX...
http://www.theforgotten.org/site/intro_ita.html
 
ehm...ho scritto senza rileggere...
 
@gulliveriana
- ciao, non ti dare pensiero per la forma e... grazie per la sostanza.
Sulle persecuzioni contro gli Armeni ho trovato interessante e chiara a livello di divulgazione storica questa pagina.
 
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