venerdì, gennaio 12, 2007

 

Riservato ai copy


poltrona da barbiere
Di tanto in tanto faccio un salto nella bottega virtuale de Il Barbiere della Sera, un sito che trovo stimolante anche se, a rigore, è una voce di quel mondo del giornalismo che per il copy editoriale rappresenta "l'altro lato della barricata".
A sorpresa, ieri sera la mia attenzione è stata calamitata da questo contributo e dai commenti ad esso collegati, visto che l'argomento è niente meno che (rullino i tamburi) la figura del copy.

Gli anni passano, ma a quanto pare intorno al lavoro del copywriter si continua a fare confusione.
Da un lato certi giudizi sprezzanti che ho letto mi sono sembrati frutto d'ignoranza e di una spocchia sesquipedale, quasi che l'infiocchettare marchette fosse un'esclusiva dei copy e che scrivere di prodotti fosse una forma particolarmente abietta di prostituzione intellettuale.
Dall'altro, i copywriter scontano la loro storica incapacità di spiegare in cosa consista la loro professione e il loro ruolo nella comunicazione senza passare per imbonitori, aggregatori di fuffa o scrivani sopravvalutati.
"Sutor ne ultra crepidam" dicevano i latini per richiamare all'ordine chi elargiva consigli o critiche gratuite su argomenti estranei alle sue competenze. Sarebbe bene che si meditasse su questa massima prima di sputare sentenze su un lavoro che non si conosce "di prima mano".

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