giovedì, gennaio 22, 2009

 

Aria fritta




Ho la testa altrove e, una volta tanto, benedico il lavoro con le sue complicazioni e le scadenze da rispettare. In attesa di prendere ancora una volta il volo per Cagliari, a riportarmi su questa terra provvedono anche piccole seccature come fornire la lettura del gas e l’arrivo, puntuale come i treni svizzeri, del bollettino per il pagamento del canone RAI.

Mi verrebbe da ridere in faccia ai distinti signori dell’Agenzia delle Entrate, visto e considerato che da mesi il televisore di casa non l’accendo neanche per sbaglio.
Purtroppo, come sappiamo, l’obolo al servizio pubblico non è una libera scelta bensì un balzello, una tassa di possesso in via teorica - ma è un punto controverso - applicabile alla disponibilità di qualsiasi apparecchio elettrico o elettronico idoneo a ricevere il segnale radiotelevisivo.
C’è da scommettere che questa formula datata e ambigua non cambierà di una virgola quando la transizione al DTT (Digitale Terrestre) sarà completata su tutto il territorio nazionale e il buon vecchio televisore, in mancanza dell’apposito decoder, diventerà un inutile, sgraziato e ingombrante soprammobile.

Visto che siamo in argomento, siete già passati al DTT? Non ancora?
Allora non sapete cosa vi state perdendo: nulla.
A voler essere generosi, le tanto sbandierate promesse di “più qualità del segnale, più scelta, interattività” al momento ispirano la stessa simpatia di certe foto di repertorio dell'ex ministro Gasparri e hanno il sapore inequivocabile della presa per il culTo.
Senza voler mancare di rispetto, non immaginate quanta soddisfazione possa dare premere il tastino rosso e vedere il faccione di Virginio Scotti, in arte Gerry, ridursi a uno spicchio, mentre sul resto dello schermo galleggiano quattro sciocchezze dalle lettere sgranate in puro stile Televideo... e questo sarebbe un esempio di “contenuto interattivo”.
Più in generale, la moltiplicazione dei canali è aria fritta, dato che evidenzia in modo esponenziale i difetti dell’attuale televisione generalista: drammatica penuria di idee originali e palinsesti ridotti a mere impalcature per gli spazi pubblicitari.

A voler pensare male, il Digitale Terrestre è fumo negli occhi. In futuro, credo, la poca ciccia televisiva sarà disponibile solo pagando un extra nelle formule TV on demand e Pay x view.
In compenso, continueremo a ricevere di tanto in tanto le letterine velatamente minatorie dell’ex URAR TV e, soprattutto, non ci libereremo di lui: l’ineffabile, immarcescibile canone.

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Comments:
A voler pensar male?
Non è da te! ;-)
 
Mi sa che prima o poi dovremo passarci tutti al DTT
 
@Annachiara
- azz, hai ragione! Mi sono dimenticato di ripulire i miei pensieri da ogni ombra di malizia ;-)

@Duhangst
- questo è sicuro. In Sardegna hanno spento i ripetitori dell'analogico il giorno stesso del passaggio al DTT, per cui aspettati un "No DTT? No party!"
 
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