mercoledì, giugno 12, 2019
le sudate carte
Ai primi di aprile ho iniziato a occuparmi di un progetto cui tenevo particolarmente e che mi ha assorbito full time sino all'alba di ieri, perché non potevo farmi mancare un rush finale convulso e ansiogeno: un saggio monografico di circa 140 pagine che è un po' come una seconda laurea, a trent'anni esatti di distanza da quella conseguita in giurisprudenza.
Mi sono confrontato con un argomento verso cui non avevo alcuna competenza o interesse specifico pregresso: una bella sfida dopo tanti anni trascorsi a occuparmi esclusivamente di comunicazione corporate e di prodotto.
Mi sono divertito, annoiato, preoccupato; ho perso un'infinità di ore di sonno, fumato troppo e bevuto quantità industriali di caffè per entrare in sintonia con la materia, scavare nelle minuzie della bibliografia e nella psicologia dei personaggi coinvolti per arrivare, finalmente, a un'interpretazione originale nonostante la tagliola dei tempi contingentati.
Il mio perfezionismo patologico ha reclamato sino all'ultimissimo secondo modifiche, ampliamenti, sintesi e limature. Per un po' di tempo ancora dovrò evitare di riaprire i file perché so che ciò m'indurrebbe a un lavoro di editing tanto maniacale quanto del tutto inutile, ora che il testo è stato licenziato e il controllo della palla è passato ad altri.
Non avevo né ho ambizioni di diventare uno scrittore. Mi sono solo trovato nelle condizioni di fare un regalo a me stesso e alla persona che in questi anni mi è stata vicina: that's all.
Etichette: copy e dintorni, dell'amore e di altre storie, Pausa