venerdì, maggio 30, 2025
Dagli amici mi guardi Iddio...
Immaginate per un momento che un collega o un conoscente americano vi mandi una mail in cui scrive:
Ciao,
ti scrivo perché sono preoccupato per la tua situazione.
Mi spiace tanto che sia costretto a vivere in un’Europa abbruttita e in declino, votata al suicidio a causa di burocrati non eletti che hanno rinnegato i valori civili e religiosi dell’Occidente, patrimonio comune di noi americani e voi europei, e che stanno operando la sostituzione etnica attraverso l’accoglienza ai migranti.
Non so proprio come possiate sopportare questa élite laicista che calpesta apertamente la democrazia, odia e teme la libertà di espressione, perseguita i cristiani, utilizza la censura e la magistratura per reprimere il dissenso e mettere fuori gioco i partiti che hanno a cuore l’identità e la sicurezza delle loro nazioni come AfD in Germania e il Rassemblement National in Francia.
Ti pare accettabile che uno statista come Viktor Orban sia trattato dalla UE come un appestato o che le elezioni siano falsate in Romania e Polonia? non credo.
Malgrado questo, resto fiducioso che le cose presto cambieranno e che l’Europa si riallineerà agli Stati Uniti sulla base della comune identità culturale e cristiana.
Ipoteticamente, la mia reazione a questa mail oscillerebbe dall’inserire all’istante il mittente nello SPAM al chiedergli informazioni sui suoi fornitori di fumo e alcolici.
"Ricivilizzare" l'Europa
Ora possiamo smettere di immaginare e torniamo (purtroppo) con i piedi per terra. La narrazione distopica che avete letto è il succo del documento/manifesto "The Need for Civilizational Allies in Europe” ospitato dal 27 maggio scorso sul substack di cui il Dipartimento di Stato USA si serve per pubblicare discorsi programmatici, linee guida e documenti strategici.
L’autore, Samuel Samson, si fregia dell’incarico di consulente senior dell’Ufficio Democrazia, Diritti Umani e Lavoro (...) del Dipartimento guidato da Marco Rubio.
Il documento riprende e approfondisce i cardini del discorso-shock di J.D Vance alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco. Si tratta di una narrazione mistificante della situazione in Europa che disturba e allarma perché conferma l’impianto ideologico e gli obiettivi dell’amministrazione Trump nelle relazioni con l’Unione Europea: fare implodere la già instabile architettura della UE favorendo l’ascesa al potere dei partiti populisti e ultra-nazionalisti di estrema Destra. Si spiega così il titolo vago “La necessità di alleati civilizzanti in Europa”.
Non sfugge, peraltro, la specularità con le posizioni visceralmente anti-europee di intellettuali quali Aleksandr Dugin e di altri esponenti di spicco del nazionalismo russo fatte proprie da Vladimir Putin per nobilitare le sue politiche neoimperialiste e neozariste.
Con buona pace di chi aspira al ruolo di pontiere tra le due sponde dell’Atlantico, sembra proprio che sia lo zio Sam sia l’orso russo guardino all’Europa come a un grosso, grasso e stupido pesce destinato a finire nella padella di uno di due. Come recita il proverbio: “dagli amici mi guardi Iddio, che dai nemici mi guardo io”.
Lascio qui il link al documento originale in inglese. Un ringraziamento particolare al professor Fabio Sabatini per l’imbeccata.
Etichette: Foreign Office, Russia, UE, USA
mercoledì, marzo 26, 2025
This is not America
Prendiamo atto che sull’altra sponda dell’Atlantico è salita al potere gente a corto d'esperienza e di buone maniere; gente che non fa mistero di guardare all'Europa come a un consesso di bottegai avidi, rammolliti e pusillanimi cui va insegnato chi comanda e qual è il loro posto a tavola.
C’è un vicepresidente di belle speranze che nella sconsiderata chat di gruppo su Signal non si trattiene dal vomitare il suo disprezzo verso noi europei e la stizza perché i nostri commerci potrebbero beneficiare delle operazioni belliche decise unilatralmente dallo Zio Sam.
C’è un presidente che, non potendo negare oltre l’esistenza di una falla nella sicurezza nazionale causata dai dilettanti che ha nominato al governo, rincara la dose definendoci parassiti.
C’è, infine, l’incontinente deputata ultra-MAGA che, in conferenza stampa, zittisce una giornalista britannica di Sky News dicendole a muso duro: ”Non ce ne frega un ca**o della tua opinione. Tornatene al tuo paese che ha un enorme problema con l’immigrazione”
Prendiamo atto anche che da noi è in corso una gara tra esponenti del governo a chi si aggiudica l'ambito ruolo di scendiletto preferito delle deliziose personcine di cui sopra.
Etichette: Foreign Office, The Smoking Pipe, USA
venerdì, luglio 26, 2024
Trump, Biden e "L'allegro chirurgo"
Donald Trump grida al golpe accusando Barak Obama e Nancy Pelosi di aver tramato per costringere Joe Biden a ritirarsi dalla corsa alla Casa Bianca.
Viene difficile immaginare che Trump abbia tardivamente scoperto di stimare Biden, tanto meno che per una volta abbia voluto mostrarsi cavalleresco nei confronti dell’avversario che esce di scena.
Forse è più vicino al vero che Trump in campagna elettorale non avrebbe voluto smettere di usare Biden per giocare a Operation (noto in Italia come L’Allegro Chirurgo): si divertiva tanto.
Etichette: Biden, The Smoking Pipe, Trump, USA
mercoledì, maggio 17, 2023
Rudy Giuliani e gli eroi che finiscono nella polvere
Se William Shakespeare fosse vivo è facile immaginare che trarrebbe spunto dalla figura di Rudolph William Louis “Rudy” Giuliani per una delle sue commedie.
Per chi, come me, ha raggiunto una certa età è difficile e doloroso riconoscere nel personaggio squallido dell’anziano avvocato depravato e incattivito dipinto nelle accuse di ex collaboratrici del suo studio legale il giovane ed energico procuratore distrettuale di New York che collaborava con Giorgio Ambrosoli e Giovanni Falcone nel dipanare la matassa di interessi e flussi di denaro occulti tra finanza, mafia e politica.
La stessa sensazione di smarrimento suppongo sia vissuta dagli americani che ancora ricordano Rudy Giuliani come il “Sindaco d’America”, non tanto il sindaco-sceriffo della "Tolleranza Zero" quanto il punto di riferimento dei cittadini di New York e l'eroe nazionale negli USA sotto shock dopo l’attacco alle Torri Gemelle.
Di quel Rudy Giuliani che sembrava avere le carte in regola per ascendere alla Casa Bianca si sono perse le tracce. Al suo posto è emersa una figura che sembra tratta dalla saga di Guerre Stellari e dal Lato Oscuro della Forza: lo spregiudicato avvocato d’affari dalla chiacchierata clientela internazionale, il controverso e pirotecnico consigliere legale personale di Donald Trump, l'uomo di potere invischiato in trame torbide in compagnia di soggetti da cui, come procuratore distrettuale e al vertice del Dipartimento di Giustizia, non avrebbe accettato di farsi offrire un caffè al bar.
Se le accuse che oggi gli vengono mosse saranno confermate e comprovate in un'aula di giustizia, il settantottenne Giuliani rischia di concludere la sua parabola nel più inglorioso modo possibile: da vecchio sporcaccione e predatore sessuale.
“Se vivi abbastanza a lungo vedrai i tuoi eroi finire nella polvere”
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sabato, marzo 18, 2023
Qual è il prezzo della libertà d'informazione?
Mi ha colpito una notizia pubblicata dal Washington Post: un cronista residente nell’area di Tampa Bay (Florida), collaboratore di un importante portale all news e inserito nella rosa del premio Pulitzer per alcune sue inchieste, è stato licenziato per aver espresso un giudizio critico su un comunicato stampa diffuso del Dipartimento Educazione della Florida.
il comunicato in questione aveva per oggetto la partecipazione del governatore della Florida, Ron DeSantis, a una tavola rotonda nella quale si sarebbe discusso dei finanziamenti ai programmi scolastici ispirati ai principi dell’inclusione e delle pari opportunità di accesso alla conoscenza per gli studenti indipendentemente dalle diversità razziali, di lingua, di genere e di orientamento sessuale: argomento bollato come “woke” e notoriamente fumo negli occhi per il governatore nonché candidato in corsa alle primarie del Partito Repubblicano.
A giudizio del giornalista il comunicato stampa mancava di reali contenuti notiziabili al di là della segnalazione di un appuntamento politico di routine a sostegno dell’agenda ultraconservatrice di DeSantis e della sua campagna per la nomination alle presidenziali.
Niente di particolarmente nuovo: gli uffici stampa si trovano spesso a surrogare in qualche modo l’assenza di notizie e argomenti “forti” pur di soddisfare le esigenze di visibilità dei clienti. A fare la differenza rispetto a mille altri comunicati di questo genere che ogni giorno finiscono silenziosamente nel cestino è stata la reazione del giornalista, che ha avuto la malaugurata idea di rispondere esplicitando un giudizio tanto sintetico quanto tranchant:“questa è propaganda, non un comunicato stampa”.
Meno di un’ora dopo è scattata la ritorsione dell’ufficio stampa. Il capo delle relazioni esterne del Dipartimento Educazione, infatti, condivideva su twitter la mail di risposta del giornalista scatenando un vespaio.
A tarda sera il cronista è stato raggiunto telefonicamente dalla responsabile delle edizioni locali del portale che, ottenuta la formale conferma dell’accaduto, gli ha comunicato la rescissione immediata del contratto di collaborazione in quanto “la sua reputazione professionale era stata irrimediabilmente compromessa”.
La notizia offre più spunti di riflessione. Mi limito a elencarli, lasciando a chi legge la libertà di svilupparli:
- libertà d’informazione
- libertà di opinione
- deontologia professionale
- rapporti tra media e potere politico
- relazioni asimmetriche tra uffici stampa e giornalisti
- qualità (e dignità) del lavoro degli uffici stampa.
Etichette: DeSantis, Florida, The Smoking Pipe, ufficio stampa. giornalismo, USA