domenica, maggio 20, 2007

 

Appunti



Affari di fede

Qualcuno che mi conosce bene ha atteso invano il mio contributo polemico all’imponente colata di inchiostro virtuale sul Family Day.
Invece, salvo qualche isolata intemperanza - più verbosa che verbale - sui blog altrui, ho preferito tenermi in disparte perché trovo nauseante questo clima artificioso di resa dei conti tra (sedicenti) guelfi e (presunti) ghibellini.

C’è stata una lunga parentesi nella mia vita, che va dal ginnasio a parte del periodo universitario, in cui ho abbracciato un ideale di cattolicesimo “militante”.
Ho fatto esperienze che non rinnego, che sarebbero state infinitamente più significative se fossi stato più maturo “di testa”, e altre che non potrei in alcun caso rifare perché lo spirito critico e le mie convinzioni insorgerebbero, prevalendo sulla fiducia e sul senso di appartenenza.
Il mio distacco da quell’ambiente avvenne proprio perché nutrivo riserve sempre più forti sulle scelte di campo che venivano fatte passare di volta in volta. Volevo scegliere io le battaglie per cui spendermi e non sentirmi più una zelante marionetta. In ogni caso non avrei mai accettato di restare a metà o per opportunismo.

Questa digressione serve a spiegare perché quando leggo i blog di persone che fanno riferimento all’area che ha organizzato il Family Day non ho difficoltà a decifrare i paradigmi culturali, le certezze, le ragioni dell’entusiasmo, della determinazione e dell’orgoglio per la riuscita della mobilitazione cattolica.
Provo empatia e rispetto per queste persone, anche in nome dei vecchi tempi.
Allo stesso tempo nutro un’invincibile avversione verso parole d’ordine e obiettivi ostentati che non solo non condivido, ma che vedo anche come strumentali: un paravento sui calcoli e sulle strategie perseguite dai vertici.

(in)Tolleranza

tolleranzaC’è un’altra cosa nella pletora di polemiche sui DICO Sì versus DICO NO che mi sta facendo riflettere: le rivendicazioni d’identità sia da parte dell’area laica oltranzista sia da parte del mondo cattolico sono connotate da arroccamenti su posizioni sempre più rigide e venate d’intolleranza.

Ma cosa significa essere tolleranti?

• È forse un aspetto di quel buonismo oggetto delle ultime invettive di Oriana Fallaci?
• È restare neutrali verso qualsiasi espressione della diversità altrui finché non viola le leggi?
• È stabilire il principio della predominanza assoluta dei valori recepiti dall’ordinamento dello Stato facendo dei precetti religiosi e delle preferenze sessuali un fatto strettamente individuale e privato?
• È confrontarsi - e persino scontrarsi - con la diversità altrui, accettando di interrogarsi sul senso più profondo della propria identità per poi trovare forme di convivenza che non siano compromessi al ribasso?

Voi che ne dite?

Se telefonando

phone


Ricordate il tormentone degli spot Telecom che recitava “una telefonata ti allunga la vita”?
Beh, una volta tanto posso dire che una conversazione telefonica durata oltre due ore non mi ha allungato la vita né ristretto il girovita, però alla fine mi ha fatto sentire leggero e sereno come non mi capitava da tempo, da troppo tempo.

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Comments:
1) "C’è stata una lunga parentesi nella mia vita [...] in cui ho abbracciato un ideale di cattolicesimo militante": IDEM. Non so tu cosa intenda precisamente per "militante" ma ti assicuro che anch'io spendevo molto tempo ed energie per un ideale di cattolicesimo, solo che mi sono fermata in terzo superiore.
2) "Volevo scegliere io lebattaglie per cui spendermi e non sentirmi più una zelante marionetta": ancora perfettamente d'accordo.
3) "Quando leggo [...] di persone che fanno riferimento all’area che ha organizzato il Family Day [...]
provo empatia e rispetto per queste persone [...] Allo stesso tempo nutro un’invincibile avversione [...]" etc, etc.: rispetto sì, empatia un pò meno, avversione tanta!
4) "Cosa significa essere tolleranti? - Voi che ne dite?": meglio non rispondere, finirei per essere ben poco tollerante e forse proprio di domenica mattina non è il caso. Ad ogni modo, alle volte mi sembra sia già tanto riuscire ad avere rispetto per "fazioni opposte" ben poco transigenti.
5) Probabilmente io ho un rapporto troppo opportunistico con la fede e la religione, lo ammetto. Spesso ho un atteggiamento di comodo. Rifugiarmi privatamente nella preghiera mi fa sentire sollevata, sperare in un aiuto "superiore", invocare una "certa" protezione, sono cose che faccio quotidianamente, ma non vado in Chiesa. Questo è quanto sento di fare. Senza obblighi. Probabilmente sbaglio ma io non pretendo di aver ragione o che la mia ragione sia condivisa. Semplicemente vivo nel privato certe "sensazioni" (non mi sovviene un termine migliore) che, nonostante tutto, sento di avere.
 
@parolamia06
- non credo sia solo una mia impressione che, pur a distanza di tanti anni, abbiamo seguito percorsi analoghi e avuto esiti molto simili.

P.S: Avevo "forti affinità" con il cloruro... ;-)
 
Allora dici che un giorno riuscirò a cambiare l'aka in copygirl?
:)
Per quanto riguarda il "cloruro"... se vuoi te ne spedisco un secchiello!
:)
 
@parolamia
- direi che sei sulla buona strada.. ehm...insomma, se sia tanto buona non saprei, ma la direzione è quella. :-)
Quanto al cloruro, ormai mi sono affezionato ad altri prodotti, ma grazie per la disponibilità :D
 
Mi ritrovo molto in quello che dici. E francamente (tanto per cambiare!) invidio la tua arte nel saper dire con poche parole concetti altrimenti inspiegabili.
Io voglio solo dire che Panagulis si sarà rivoltato nella tomba a leggere le ultime invettive della sua amata Oriana!
 
@Annachiara
- un grazie telegrafico ma di cuore :-*
 
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