giovedì, luglio 05, 2007

 

Fermo immagine



solitudine
"Solitude", solitudine è il titolo di quest'immagine suggestiva. Non contesto la scelta dell'autore, ma se questo è un istante di solitudine tra acqua e cielo è esattamente ciò che desidero.
Potessi, m'immergerei totalmente nella foto, ne assorbirei la forza e la quiete, regolerei il respiro con quello della natura, mi fermerei lì per tutto il tempo che occorre a riconsiderare l'ordine delle priorità nella mia vita.
Il paradosso di questo periodo è che ho un bisogno quasi parossistico di qualcosa che mi strappi di dosso l'apatia e la negatività, di contatti umani che mi diano calore e sappiano farmi tornare a sorridere ed emozionare, però mi ripugna profondamente "usare" le persone care come antidolorifico, come diversivo per evitare ragionamenti scomodi.
Moralismo del cavolo? Sarà, ma proprio questa settimana ho dovuto chiamarmi fuori da un'amicizia cui tengo particolarmente per non strumentalizzare la fiducia di questa persona in un momento in cui sta affrontando scelte delicate.
La solitudine ha un prezzo salato, ma le scorciatoie non pagano, mai.

male and babyNon tutto è nero e desolazione nella mia vita e nel mio futuro, o almeno è quello che mi auguro. Ecco perché ho scelto di chiudere questo post con un'immagine che parla di tenerezza, di affetto e di fiducia illimitata.

In questi giorni ho pensato seriamente di staccare la spina a questo blog così come sto sfrondando con l'accetta altre situazioni non essenziali, però ho concluso che non sarebbe stata una risposta sensata al mio malessere, a prescindere dall'utilità di questo spazio. I bambini chiudono gli occhi strizzando forte le palpebre quando rifiutano di vedere qualcosa che li disturba, mentre io dovrei aver passato da un pezzo l'età dei comportamenti infantili, anche se ammetto di non aver mai fatto molto per dimostrarlo ;-)
Da qui ad agosto avrò pochissimo tempo da dedicare all'aggiornamento di Errori di StUmpa, per cui Statemi bbuoni!

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Comments:
Massima comprensione..staremo bbuonii..ma tu ripensaci però!!!
:-D
 
Ti aspetterei comunque. Dovessero anche passare anni.
Un abbraccio grande.
 
@Angie
- certamente, ma x ora la priorità e portare le mie onuste chiappe fuori dalle secche di questo periodo color marroncino. Sono il primo a non piacermi in "depressed mode ON"

@Alabina
- amica di tante battaglie, non sai che piacere mi fanno le tue parole. :-*
Porgi i miei saluti a Bruno e Davide
 
"regolerei il respiro con quello della natura" a me questo basterebbe, eccome. Tutto il resto verrebbe da sè.
Lo scorrere dei pensieri, il lento susseguirsi delle azioni, tutto sarebbe cadenziato dai battiti silenziosi del creato che si muove attorno a me.
Tutto questo l'ho chiamato tante volte "cielo da route", quando mi sono sentita invincibile sotto un lenzuolo di stelle tonde e perfette.
Tu come lo chiami?
^-^
 
@littledaisy
- non ho mai pensato a dare un nome a quella sensazione così simile a una sorta di esultanza che senti nascere all'altezza del diaframma e propagarsi come un'onda inebriante.
 
Mi sa che a te, quando viene l'estate, ti piglia il coccolone...non posso dimenticale l'aereo che postasti l'anno scorso.
Per quel che può servire, noi siamo qui!
 
@Annachiara
- veramente il qui pro quo con l'immagine dell'aereo in decollo risale a Natale scorso :-x. Quel che conta, però, è il calore della tua simpatia e a quella ci tengo parecchio :-)
 
Caro Copyman, complimenti per la delicatezza di sentimenti peraltro in un brutto periodo. Ma non temere per gli amici ma anche per le persone incontrate per caso, magari anche su internet in un blog :), essere d'aiuto, dare un po' di calore è una soddisfazione non da poco, non è certo sentirsi usati. Un abbraccio e in bocca al lupo! Ciao
 
@smilla
- ti sono grato per questo tuo gesto di presenza, Smilla. So bene che una parte di noi gioisce quando può sentirsi utile, quando può avere anche un piccolissimo ruolo positivo nella vita altrui, così come so che il dolore e la sofferenza comprimono l'orizzonte intorno a noi stessi, ci rendono involontariamente egoisti per bisogno di conforto.

Un giorno ho letto in qualche libro un passaggio che mi ha colpito parecchio. Un vecchio, conosciuto da tutti come persona oltremodo garbata, affabile e altruista, uccise una sconosciuta su una panchina in un raptus di follia. Portato via a forza, il vecchio farfugliava meccanicamente: "Quando? Quando verrà il mio turno? Quand'è che qualcuno si accorgerà che anch'io soffro? Perché nessuno si occupa mai del MIO dolore??"
 
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