sabato, luglio 05, 2008

 

Nuvole


(foto: © Danny Chamberlin)

Nuvole che non vanno via, nubi di tempesta senza un vento che le disperda.
Venga la pioggia dove gli occhi non hanno lacrime.

Si fa strada un ricordo d’altri tempi: una chiesetta vuota, ma non deserta. In alto, nascosto nel coro, qualcuno suona l’organo e una voce tenorile risuona sulla volta.
Si direbbe canti per il diletto degli angeli che fanno corona all’Assunta sul soffitto barocco.
C’è qualcosa di sublime in quella cantata, qualcosa che sembra drenare il dolore.
E’ la Cantata n 147 di Johann Sebastian Bach.

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Comments:
Non ho una grandissima cultura di Musica colta...prima o poi mi dovro' applicare..per ora..grazie!
:-D
 
@Angie
- prego! :-)
Sai, venerdì mi hanno prestato 2 CD del nostro comune amico scozzese, tra cui "Piano Works", e questa è musica colta contemporanea da ogni punto di vista.
 
Si può amare questa cantata comunque, ovunque, chiunque voi siate. Esprime tutto l'esprimibile.Se siete tristi darà voce al dolore, se siete felici darà risalto al vostro cuore che canta! Non credi Copy? Spero che se c'eran nuvole si sian diradate :)
 
@Smilla
- La magia infusa in queste note è tale da commuovere. Può essere consolatoria oppure ricordarci quanto sia lontano il tempo della gioia.
Il panorama non è cambiato, amica mia.
 
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