domenica, febbraio 22, 2009
L'insostenibile inconsistenza dell'essere
è tutta musica leggera
ma come vedi la dobbiamo cantare
è tutta musica leggera
ma la dobbiamo imparare.
Ivano Fossati - Una Notte in Italia
Chiamatemi pure Didimo, l'apostolo scettico del "se non vedo non credo", ma ieri sera trovavo bizzarra ed esilarante la voce che accreditava Marco Carta tra i possibili vincitori del Festival di Sanremo.
Tanto per cambiare, eccomi smentito dai fatti.
Se la canzone italiana è rappresentata da artisti dello spessore di Marco Carta o del clone di Gigi D'Alessio, allora c'è speranza per tutti i talenti inespressi che cantano sotto la doccia, con tanti cari saluti agli snob che tengono in nota "sfigati" come Benvegnù, Baustelle, Capossela & Co.
Al di là dell'infima importanza dell'argomento, ha ragione chi sostiene che Sanremo non è un inutile e decrepito baraccone: è lo specchio fedele dell'Italia e dell'attuale cultura nazional-popolare, di questa frittura globale dove nessuno si preoccupa più di quel che c'è sotto la pastella, tanto l'importante è che sia ben impiattato e abbia un aspetto passabile.
Quanto a me, forse è meglio che mi dedichi alle previsioni del tempo sul pianeta Marte: si sa mai che ne imbrocchi una. :-)
Etichette: Cultura, musica e spettacoli
Comments:
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Anche questa vittoria, per non parlare poi del secondo posto, la dicono lunga sulla pochezza del gusto imperante. Direi che come specchio socioculturale è drammaticamente preciso!
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