domenica, maggio 10, 2015
Siria: soffiare sul fuoco
Sulla crisi mai abbastanza grave e sanguinosa in Siria non mancano i volenterosi che, dall'estero, provvedono a soffiare sul fuoco. Un esempio in questo senso viene niente meno che dall'emittente televisiva all news Al Jazeera, sì proprio quella che si sforza di apparire l'equivalente arabo della CNN.
Non appena può, però, l'emittente satellitare qatariota si spoglia del paludamento super partes da giornalismo di scuola anglosassone e sale sul ring della politica mediorientale per menare botte da orbi.
Solo così si può spiegare la messa in onda, venerdì 8 maggio, di questo dibattito televisivo dal titolo inequivocabile: "Gli Alawiti meritano di essere sterminati?"
Per chi non lo sapesse, gli Alawiti (o Alauiti) sono una minoranza religiosa, una frangia dell'Islam Sciita considerata eretica sia dai Sunniti sia dagli Sciiti, presente soprattutto in Siria. Per secoli emarginati e poverissimi, dal secondo dopoguerra in poi gli Alawiti sono divenuti molto potenti politicamente esprimendo i due ultimi presidenti siriani, Hafez al-Assad e suo figlio Bashar, e installandosi nei posti chiave di governo ed esercito.
Lo sterminio degli Alawiti, pertanto, avrebbe una valenza allo stesso tempo politica e religiosa.
- politica, perché cancellerebbe il nucleo dei fedelissimi alla famiglia Assad e sottrarrebbe la Siria alle mire espansionistiche dell'Iran Sciita;
- religiosa, perché verrebbe sradicata una setta di Takfiri invisa specialmente agli intransigenti Sunniti di osservanza Wahhabita di Qatar, Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita, che a loro volta puntano ad accrescere la loro area di influenza.
Entrando a gamba tesa in questo grande risiko mediorientale e nella contesa siriana, il dibattito su Al Jazeera ha visto il conduttore schierarsi apertamente per la legittimità della pulizia etnico-religiosa, quasi si parlasse di entità astratte, dello sbancamento di una montagna o di una campagna di bonifica antimalarica e non della vita di circa il 20% della popolazione siriana, o di quanto ne rimane.
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