sabato, giugno 11, 2016

 

Vecchie canzoni & cronaca nera




Sono andato a riascoltare un vecchio hit di Riccardo Cocciante: “Quando finisce un amore”.
Sono passati oltre 40 anni dall’uscita dell’album che conteneva questa canzone, un must per generazioni di cuori infranti in vena di lacrime. Tuttavia, riascoltato oggi, il testo di Cocciante acquista una sua attualità in relazione all'epidemia di casi di femminicidio.

Quando una relazione finisce in malo modo si può realmente arrivare al punto di smarrire per mesi la ragione e la dignità tormentati dal senso lacerante di perdita e dal desiderio ossessivo di riavere la persona che è uscita dalla propria vita, fosse anche solo per il tempo di riscrivere un finale troppo brutto, sciatto, “sbagliato”, inaccettabile per l’orgoglio ferito.
Si dice che “ciò che non ammazza fortifica” e queste esperienze di buio e sofferenza sono, in un certo senso, una medicina molto amara ed educativa.

Oggi però le relazioni sembrano sempre più spesso minate da quel senso morboso di possesso che nasce in uomini dalle identità insospettabilmente fragili e incomplete, incapaci di elaborare il distacco, di concepire il fatto che la (ex) partner non è più - e probabilmente non è mai stata - un’estensione naturale e necessaria della loro esistenza.
Lo scollamento dei loro punti di riferimento affettivi diventa una sciagura, un cataclisma cosmico da scongiurare e da negare a ogni costo. Se non possono trattenerla a forza, ricattarla emotivamente e inchiodarla alla loro dipendenza, allora la donna deve pagare il prezzo più caro possibile per il torto di “essere cambiata”: va braccata, umiliata, impaurita, cancellata.
Imboccano una scorciatoia distruttiva per fuggire dal disagio e dalla sofferenza: massacrano di botte, sfregiano e ammazzano per poi mormorare tra i singhiozzi: “ma io l’amavo”.

Mi sono domandato se questi uomini abbiano mai capito chi hanno avuto accanto, se l’abbiano mai ascoltata sul serio, se non abbiano solo tollerato che avesse un’individualità, un’autonomia di giudizio sintanto che era il docile oggetto del loro “amore”.
Al momento non vedo una risposta certa, un’equazione risolvibile, un possibile vaccino.

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