venerdì, febbraio 24, 2017
letame virtuale
I liquami verbali che tracimano da gruppi chiusi dal titolo che si descrive da solo come "Fistare Bebe Vio con le sue stesse protesi" e "Pastorizia never dies" e le condivisioni a manetta del video delle due Rom chiuse come bestie in un gabbiotto per i rifiuti a Follonica sono solo due esempi recenti dell'insostenibile bruttura dei social network oggi.
C'è qualcosa di disarmante nella bestiale leggerezza con cui persone apparentemente non stupide, incolte e abbruttite dalla vita trovano normale, divertente, persino cool sciorinare sui social network immagini, contenuti audio/video e commenti degni dei deliri di persone sessualmente represse, intrisi di violenza verbale, privi di qualsiasi rispetto ed empatia verso le vittime.
Il peggio è l'amoralità, la mancanza di consapevolezza e di senso di responsabilità nei confronti di ciò che si pubblica o si condivide sui social network.Facebook e la virtualità sono vissute come una dimensione carnevalesca in cui le regole sono sospese o sovvertire e tutto è effimero intrattenimento. Alle prime critiche c'è chi fa spallucce, chi palesa il suo analfabetismo funzionale, ma anche chi reagisce sprezzante proclamandosi detentore di un inarrivabile, insindacabile e incompreso intento satirico.
Sarà anche virtuale ma tutto questo concime organico nel ventilatore social rende l'aria irrespirabile.
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