giovedì, aprile 24, 2008

 

I nuovi trinariciuti


Ho fatto una scoperta interessante e inaspettata: i trinariciuti che credevamo estinti in un’epoca imprecisata tra il Compromesso Storico e la liquidazione del PCI sono ancora tra noi, anche se hanno cambiato partito e referenti in Parlamento.

Non so se Giovanni Guareschi, che nell’immediato dopoguerra inventò la saga dei trinaricuti per ridicolizzare i militanti comunisti, sarebbe lieto di ritrovare le sue creature pimpanti e ben inserite nell’elettorato del centrodestra. Sta di fatto che i trinariciuti non hanno perso la loro caratteristica distintiva: granitica ottusità e rinuncia al ragionamento individuale in nome dell’obbedienza cieca, pronta e assoluta al partito.

Esattamente come un tempo, i trinariciuti di oggi prendono alla lettera tutto ciò che dicono e scrivono gli organi di propaganda del partito. Solo che oggi non c’è più la penna di Guareschi a sdrammatizzare e rendere esilaranti gli effetti del doping da indottrinamento nella vita di tutti i giorni.

guareschi's trinarixPer darvi un’idea di cosa fossero i trinariciuti originali di Guareschi, ho recuperato una delle vignette pubblicate sul settimanale Candido, di cui riporto anche la didascalia.
- Obbedienza cieca, pronta, assoluta -
Contrordine compagni! La frase pubblicata sull'Unità: "Bisogna smascherare i grandi industriali evasori e denunciarli al fico", contiene un errore di stampa e pertanto va letto: "Bisogna smascherare i grandi industriali evasori e denunciarli al fisco"


La musa dei trinariciuti

Un’altra scoperta è che i soliti Emilio, Carlo, Maurizio, Giordano,Vittorio e Renato non sono i soli profeti del verbo caro ai nuovi trinariciuti. Già, alla lista devo aggiungere e mettere in bella evidenza un altro nominativo: quello di Ida Magli.
Giusto ieri, infatti, ho letto un articolo allucinante scritto dalla nota antropologa, oggi opinionista per Il Giornale e La Padania.
Non essendo lettore abituale né del primo né del secondo quotidiano, ignoravo l’avvenuta mutazione genetica della studiosa in un pallido clone dell’ultima Oriana Fallaci, e ne sono rimasto costernato.
Mi ha messo tristezza vedere la Magli rimestare nella feccia dei luoghi comuni sul pericolo rappresentato dall’invasione degli immigrati che, soldi alla mano, vanno espropriando i centri storici delle nostre città trasformandoli in luoghi alieni, malfrequentati, odorosi di aglio e di varia umanità.
La Magli si duole assai del lassismo dei sindaci che hanno permesso e continuano a permettere un simile obbrobrio e reclama a gran voce l’emanazione di una legge che vieti l’acquisto di terreni, edifici e locali agli stranieri, ritenendola una soluzione praticabile e persino ovvia.

Sempre secondo la visione della Magli, la barca e già piena, per cui è nostro dovere non far salire più nessuno a bordo, men che mai quelli che potrebbero solo sciupare la tappezzeria e sporcare in giardino.
Le norme sulla libera circolazione dei cittadini di altri stati europei? Quisquilie derogabili in nome della difesa del nostro sacro territorio e della nostra stessa esistenza.

Ora io mi domando dove mai abbia risieduto Ida Magli negli ultimi 30 anni per ignorare che il centro storico di molte nostre città è diventato, nella migliore delle ipotesi, un guscio semivuoto che si anima solo nelle ore in cui sono aperti uffici, banche, musei, boutique e altre attività commerciali.
In questi 30 anni si è cercato più volte di tamponare l’emorragia di residenti con disposizioni di legge e piani urbanistici, ma chi ha potuto ha venduto al miglior offerente, senza troppi rimpianti.
Dietro questo moto centrifugo ci sono ragioni evidenti, legate alle caratteristiche degli immobili, a condizioni locali di diffuso degrado e fatiscenza, ai costi proibitivi delle opere di manutenzione, adeguamento e ristrutturazione, e altre ragioni più sfumate che attengono alla scelta, squisitamente politica, di imbalsamare il centro storico lasciandogli solo funzioni di punto d'appoggio per la finanza e il terziario, di rappresentanza e di memoria storica ad uso turistico.

Per quanto si possa storcere il naso, è legge di mercato che il vuoto lasciato dagli italiani nei tagli meno pregiati e nelle piccole superfici commerciali sia stato riempito da chi è disposto a pagare e ha meno pretese in fatto di comfort.
Semmai, visti i prezzi correnti al metro quadro e le garanzie richieste per la concessione di mutui, è lecito porsi qualche domanda sull’origine della disponibilità economica degli acquirenti in città come Roma, Firenze e Milano.

Ma queste considerazioni elementari non sfiorano nemmeno il pensiero alato dell’antropologa-opinionista, troppo zelante nel compito di dare lustro e caratura intellettuale agli umori profondi dei nuovi trinariciuti.

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Comments:
Lo so che tu penserai che lo faccio solo per mettermi in mostra, ma io con la Magli ho fatto il primo esame di antropologia all'università e già allora, ti parlo di vent'anni fa, era abbastanza sciroccata. D'altronde lei ha cambiato bandiera non poche volte, prima suora, poi moglie, poi vedova (spero non di sua scelta) e poi opinionista televisiva. Non credo che la notorietà le abbia dato alla testa. Lei ha sempre parlato davanti ad un microfono come in privato. Certo è che a giornali tipo La Padania queste persone che hanno un po' perso il lume della ragione fanno parecchio gioco....
 
dopo tempo sono passata x un saluto :)
 
@Annachiara
- Lo sai che sbagli? :-)
Mai pensato che tu possa mirare a metterti in mostra, anche perché hai personalità da vendere.
Il quadretto di Ida Magli che hai tracciato è ... eloquente.

@desaparecida
- fa sempre piacere ritrovarti :-)
 
Io non so, davvero, se sono un "trinariciuto". Di certo mi tengo un pò delle mie idee ben strette, anche perchè le ritengo ancora valide.
Perchè?
Perchè mi sforzo di essere coerente ed aperto. Certo, poi, possiamo stare ore a discutere su chi ha ragione: che poi ce l'ha chi vince, no?
La Signora in questione non la conosco (poca TV), ma leggendo anche Annachiara mi pare abbastanza fuori.
Non come un balcone, ma almeno come un gradino, sì.
Ciao, caro.
Daniele (Macca)
 
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