martedì, novembre 04, 2008

 

Sogni loschi e maldestri


Non mi capita spesso di ricordare ciò che sogno. Questo trionfo onirico fa eccezione, ed è stato sopra la media per lunghezza, articolazione e ricchezza di dettagli inverosimili.
Se qualcuno ne cava un'interpretazione vagamente logica, avrà la mia personale gratitudine
.

Da qualche tempo lavoro con/per Mr.X. A suo modo, lui è un dannato genio della comunicazione, ma è anche un insopportabile, lunatico, borioso S.O.B, un mammasantissima autoritario, dotato di ottime entrature e di tanto pelo sullo stomaco.
Nel suo atelier, piccolo ma ben quotato, mi occupo prevalentemente di progetti per la clientela Food e Retail: sotto questo profilo, il boss è qualcuno da cui posso imparare un sacco di cose.

Stamattina, però, in ufficio tira aria di tempesta. Vedo uno dei collaboratori di lungo corso entrare rabbuiato nella stanza del boss e subito dopo, dalla porta chiusa, filtrano urla disumane e improperi a getto continuo.
Ho chiesto anch’io udienza: il mio turno viene dopo il malcapitato che ha appena ricevuto un cazziatone da levare la pelle. So che dovrei accampare una scusa qualsiasi per evitare lo scontro frontale in un frangente così poco opportuno.
Invece, squaderno asciuttamente le mie ragioni: “Se crede che riuscirò a mettere insieme le informazioni che non mi ha passato, creare dal nulla una brochure di vendita e inviare l'esecutivo entro la scadenza impossibile che ha concordato con il cliente, ha sbagliato indirizzo”.

licenziato!Lui solleva lo sguardo dai fogli che finge di consultare e, paonazzo in viso, ringhia: “Ah, se la metti su questo tono sai che c’è? sei licenziato. Ti voglio fuori da questa agenzia entro un’ora al massimo. Li-cen-ziato con effetto immediato, hai afferrato il concetto? E ora va' fuori dai [beep!]!!”.

Riesco a racimolare un filo di voce per ribattere dignitosamente: “Se è questo che vuole, per me non è un problema accontentarla. Sappia, però, che esigo i soldi che mi spettano fino all’ultimo centesimo. Questo è tutto”.

Esco tramortito dal sancta sanctorum. La consapevolezza di essere diventato di colpo un disoccupato pieno di problemi concreti e urgentissimi m'investe come una doccia gelata mentre raccatto le mie quattro carabattole dalla scrivania e infilo la porta.

La scena cambia di colpo: sono a un ricevimento.
Mi sento a disagio: so di non avere alcun titolo per essere in quel luogo, che mi sono imbucato senza riflettere, rischiando di essere svergognato all’accredito se il mio ex-boss avrà già inviato qualcuno al mio posto. A tavola si conversa indifferentemente in italiano e in inglese. L’atmosfera è chic, ma quanto meno i commensali sembrano affabili.

Con mia grande sorpresa, di fronte a me trovo seduta C., il mio primo amore che non vedo dai tempi del ginnasio: evidentemente nel frattempo si è accasata molto bene.
Si finisce per parlare degli argomenti di cui fino a qualche ora prima mi occupavo per lavoro e un mio intervento in materia ha l’effetto di impressionare favorevolmente un’anziana signora che, a fine pranzo, mi prende in disparte. Va a finire che quest’ultima mi lascia un indirizzo assicurandomi che troverò qualcuno disposto a farmi un’offerta di lavoro più che adeguata.
Non credo ancora a un simile colpo di [beep!]. D’altra parte, però, non ho nulla da perdere a fare un tentativo.

BollywoodAltro cambio di scena.
Mi trovo nel pieno di un party all'aperto che somiglia a un set cinematografico di Bollywood.
Una folla variopinta, infatti, si aggira e si agita all'intermo di un vasto parco al suono della disco music Made in India.

Qualcuno alle mie spalle mi domanda quanto intendo chiedere come compenso. Ragiono a bassa voce e sto per fare una richiesta economica che mi pare ragionevole. Due indiani di fronte a me, però, scuotono il capo e si sbracciano vistosamente per farmi capire che la cifra che ho appena mormorato è ridicola e che posso, anzi devo chiedere molto di più.
Mi giro e vedo i grandi capi che aspettano una risposta seduti a bordo di una Mercedes. Sparo, perciò, una cifra da capogiro (per i miei standard). I grandi capi non battono ciglio, anzi quello al volante allunga il braccio e mi stringe brevemente la mano.
Non credo ai miei occhi: è andata!!
Potrei mischiarmi ai figuranti che danzano poco distante per quanto mi sento al settimo cielo. Non mi domando neanche come mai al posto dei calzoni indosso un bizzarro e vistoso pareo arancione.

Un'elegante giovane signora che avevo notato al ricevimento mi ha adocchiato e ora si avvicina con evidentissime intenzioni di socializzare. Per farla breve, sembra che la giornata già trasformatasi da disastro epocale in evento glorioso prenda un'ulteriore, imprevedibile piega... ahem... piccante.
La tizia non mi molla un attimo, mi riempie di complimenti e si dimostra un’autentica piovra.
Intuisco che la mia interlocutrice ha avuto un ruolo importante nel farmi trovare già srotolato il tappeto rosso, per cui sarebbe un errore madornale mettermela contro ancor prima di iniziare. Mi torna in mente che nell’Antico Testamento si narra di un tale di nome Giuseppe che, per aver rifiutato le attenzioni della moglie dell’egizio Putifarre, era stato sbattuto in galera con l'allegra prospettiva di essere giustiziato.

Finiamo in uno dei locali dell’azienda e la situazione si fa tanto bollente quanto confusa e imbarazzante. Nella stanza, infatti, c’è un continuo viavai senza alcuna discrezione, malgrado i “lavori in corso”.
Una dei tanti passanti si ferma a reclamare come suo il pareo che ho ancora precariamente addosso. Non so proprio come farò a tornare a casa inosservato, visto che sotto il pareo non porto neanche gli slip, tuttavia consegno ugualmente l’indumento senza tante discussioni.

Sorvolando su altri dettagli tra il delirante e il boccaccesco, viene il momento di uscire. Trattandosi di una situazione onirica, non esiste che si passi per una comunissima porta.
Eccomi, perciò, impegnato a calarmi da un terrazzino con le chiappe e il batacchio al vento.

Ho deciso: per oggi ne ho abbastanza di emozioni forti, per cui tutto ciò che voglio è sganciarmi dall’occasionale compagna d’avventure e raggiungere casa per rifiatare.
Lei e una sua sodale prendono a sinistra, io punto a destra filandomela all’ombra magra delle siepi che crescono ai bordi del viale. Avanzo fingendo disinvoltura mentre allaccio le maniche della camicia ai fianchi per ottenere una specie di goffo kilt sui generis.

Quando penso che il peggio sia passato, ecco che ritrovo lei davanti al portone di casa. Non chiedetemi come e perché, ma mi ha preceduto prendendo uno strano natante: lo vedo ormeggiato in porto che pare una balena spiaggiata. Questo dettaglio inverosimile mi fa capire che mi trovo a Cagliari e non a Milano.
cuscino di sogniCosa stavi sognando di fare?” mi fa lei...

Qualcuno mi sta scuotendo gentilmente, ma con fermezza.
«M., M., svegliati! È tardissimo!... Si può sapere cosa stavi sognando?»
«Uh?... Cosa? Che?? Porco mondo, ma è tardissimo!!!»

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Comments:
Cavoli che sogno incasinatissimo :-)
 
mmm... devo prendermi il tempo di rileggerlo per benino
 
:)))
 
Non dò interpretazioni.
Però ci sono parti molto intriganti.
Bisogno d'evasione?
Birichino!
:-))
Dan (Macca)
 
@everybody
- Questo è il sogno trascritto tale e quale (con qualche taglio non influente). E' durato quanto un film (circa 2 h e 45 m) da cui la lunghezza abnorme del post.
So bene che non è prudente esporre sogni tanto... particolari perché quanti non mi conoscono affatto potrebbero supporre di me cose che non hanno alcuna attinenza con la realtà.
Mi sono fatto alcune idee su taluni passaggi del sogno, anche se non ho calcolato come vadano tradotti in numeri con la Smorfia. :-)
 
Caspita, era a colori per di più (il pareo arancione).
 
@Ariela
- i miei pochi sogni che sopravvivono al risveglio hanno proprio questa caratteristica: sono estremamente vividi e dettagliati.
Ricordo persino di aver controllato il pareo mentre lo consegnavo, preoccupato che non ci fossero macchie, e mi è rimasta l'impressione che fosse arancio carico e dalla consistenza del misto lino.
 
Unico dettaglio inquietante: ma non porti i boxer? ;-)

P.S. Secondo me è chiaro netto e preciso che tua moglie deve cominciare a preoccuparsi...
 
@Annachiara
- ci ho provato (con i boxer), ma non mi fanno sentire a mio agio: questione di abitudini. :-)
 
Obama?
:-)
Dan (Macca)
 
@Walter
- Obamarama :D
 
dal sogno risalta l'inquietudine. Ci dev'essere stato qualcosa sul lavoro che ti crea delle ansie. Forse avresti voglia di cambiare? e la donna... be', le tentazioni sono all'ordine del giorno. Può darsi che senti un profumo che ti piace e ti attira. L'animo umano vive forti indecisioni che si riflettono nei nostri sogni.
(avrò detto una marea di cazzate, immagino! :-D...)
 
Che sogno... e come lo ricordi bene.. Giulia
 
Non ho "interpretazioni vagamente logiche" da sottoporti... solo un piccolo consiglio: niente più peperonata a cena! :-))
 
@Simply
-sono arrivato a conclusioni assai simili, ma devo ancora riflettere e lavorarci un po' sopra. Intanto, però, grazie :-)

@Giulia
- qualcuno potrebbe obiettare che ho fatto un uso parecchio discutibile della memoria e della pazienza di chi legge :-)

@Nika
- trattandosi di un sogno fatto di primissima mattina dubito che la digestione difficile possa aver influito. comunque terrò a mente il tuo consiglio. Un abbraccio.
 
Secondo me, al di là delle interpretazioni, è un sogno divertentissimo. dovresti farene o ricordartene più spesso, sarebbe da trasformare in un film alla Groucho Marx!
 
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