mercoledì, marzo 25, 2009
Radio Voices
Non lo conoscevo personalmente, non avevamo amicizie in comune e sino a oggi ignoravo persino che faccia avesse, tuttavia quando questa mattina hanno dato per radio la notizia della morte di Marco Formigoni, 43 anni, giornalista di Peacereporter, sono rimasto impietrito sul divano.
È difficile spiegare razionalmente i legami che si creano attraverso un mezzo come la radio, specie se quest’ultima è l'espressione di un’identità collettiva in cui ci si riconosce malgrado molte sfumature e distinguo.
Marco Formigoni per me era una voce; una voce familiare che per qualche anno (dal 1993 al 1995) è entrata spesso e volentieri in casa mia attraverso le frequenze di Radio Popolare/Popolare Network, emittente che è da sempre uno dei punti di riferimento per l'area della Sinistra a Milano.
Riconoscevo Marco Formigoni non appena prendeva il microfono, provavo simpatia per come “stava sul pezzo”, per quel suo modo di raccontarti un fatto di cronaca o una situazione come se ogni dettaglio meritasse di essere spiegato affinché nulla restasse ambiguo o impreciso.
Con quella sua voce da bravo ragazzo mi dava l’idea di un "biondino", di un cronista giovane che stava ancora facendosi le ossa, però già capace di sciogliersi, di stare al gioco e di tenere botta a un peso massimo dallo stile ruvido e tranchant qual era l’allora direttore dell’emittente, Piero Scaramucci.
Mi faceva sorridere che proprio lui, con quel cognome ingombrante, fosse l’inviato di Radio Popolare ai congressi della Lega Nord, lo “specialista” mandato a misurare gli umori della base leghista e a decifrare i misteri altrimenti ineffabili del Bossi-pensiero.
Il bello della radio è proprio questo: basta una voce per avere l’impressione di conoscere a fondo qualcuno che è e resterà un perfetto sconosciuto.
Tante cose su Marco Formigoni, sul suo percorso umano e professionale, le ho apprese solo oggi e hanno aumentato esponenzialmente il rimpianto per quella sua voce “da bravo ragazzo”.
Etichette: Marchino Formigoni, Milano, Radio, Ricordi