mercoledì, settembre 23, 2009

 

This is not America...



NOTA BENE - Questa non è una storia "vera": i nomi e le situazioni narrate
non hanno sicuri riscontri nella vita reale.
Tuttavia questa America è troppo verosimile e vicina per non fare riflettere,
per non lasciare addosso un senso di disagio.

Quanto segue è la traduzione di un contenuto pubblicato su The Onion.




Il lavoro di Stephen Durkee alla D&L Media Services si è abbassato a livelli totalmente alienanti attraverso una sequenza di gradini infinitesimali, al punto che lui quasi non se n’è reso conto, racconta al cronista il trentaduenne manager.

Durkee, alla D&L dal 2002, afferma che dozzine di piccoli cambiamenti nelle regole aziendali, combinate alla sua personalità conciliante, hanno fatto sì che gradualmente ogni giornata di lavoro si trasformasse in un’ininterrotta catena di umiliazioni.

Ora che ci penso, un sacco di piccole cose si sono aggiunte lentamente, come quando mi hanno ridotto il tempo della pausa pranzo a 30 minuti lo scorso ottobre,” dichiara Stephen Durkee mentre porta a spasso Twombly, il poco educato bulldog dell’Amministratore Delegato Janice Dugan, compito di cui non c’è traccia nel lungo elenco di mansioni descritte nel contratto di Durkee.
Da una parte o dall'altra, suppongo che tutto ciò non sia orribile come può sembrare. Tenga presente che negli ultimi 2 anni ho dovuto affrontare ben cinque cambi di posizione lavorativa e del fatto che ho dovuto acquistare a mie spese il computer con cui lavoro.
Immagino che possa sembrare bizzarro che uno si lamenti ora per queste cose, ma cos'altro potresti fare?

Oltre agli scarsi avanzamenti di carriera e alla perdita di diversi benefit che hanno impercettibilmente contribuito alla sua impotenza professionale, la natura pacifica e l’etica del lavoro hanno fatto di Strephen Durkee l’oggetto di soprusi da parte sia dei superiori che dei colleghi.

Secondo stime personali, a Durkee sono state affidate o imposte di fatto 34 mansioni extra rispetto al suo normale carico di lavoro.
Non ricordo in che modo mi hanno affibbiato anche le note spese degli assistenti manager, ma questa è solo una delle situazioni, come quella per cui sono io a dover andare a prendere tutta la corrispondenza nell’atrio e a smistarla agli interessati, invece che ciascuno vada a ritirare la propria.

Aspetta, non lo dovrei fare, giusto?” aggiunge l'uomo prima di guardarsi intorno nel suo minuscolo e disadorno cubicolo, le cui dimensioni si sono ridotte a una media di 15 cm l’anno per fare spazio - tra le altre cose - a dozzine di scatole contenenti vecchie scartoffie amministrative e contabili.

Benché Durkee sia stato ridotto a qualcosa meno dell’ombra di ciò che era, lui stesso racconta di come abbia iniziato a compiere patetici, invisibili gesti di ribellione nello sforzo di preservare qualcosa di ciò che egli considera la sua dignità.

Talvolta, quando vado a ritirare dalla lavanderia i vestiti di di Mr.Louis Ridge (il Vicepresidente n.d.r), mi fermo alla caffetteria e poi invento qualche scusa per giustificare il ritardo,” ci dice Durkee con una gioia negli occhi che fa male al cuore, subito dopo aver dato 10 Dollari per il pranzo a Erik Sommers, un “commerciale” che prende circa il triplo del suo stipendio.
Lo so che è una cosa ridicola e infantile, ma se non mi divertissi qualche volta almeno, probabilmente darei i numeri.

Sebbene sia giunto alla consapevolezza che il suo lavoro è divenuto degradante oltre qualsiasi livello di accettabilità, Durkee sostiene di non avere al momento alcun piano per evadere dalla sua condizione subumana.
Lo so che non è una condizione ideale, ma non posso permettermi di mollare tutto e andarmene. Ho ancora da pagare i debiti di quando mi sono laureato, e poi naturalmente ci sono le rate per la casa e quelle per la macchina. Cosa dovrei fare? Ho davvero bisogno di questo lavoro.”
Oltretutto, non voglio che mia moglie mi dia nuovamente dell’inutile ammasso di gelatina davanti ai miei amici,” conclude Stephen Durkee.

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Comments:
Veramente umiliante, ma...mi viene da chiedere tanti ma, il primo fra tutti, ma non ha un contratto di lavoro in cui siano specificate le sue mansioni?
 
@Ariela
- Sì, il tizio ha un contratto che specifica le sue mansioni in azienda. a quanto pare, però, in quella società "ci marciano" parecchio e considerano quel documento meno della carta igienica.
 
Sembra persino impossibile che certe cose accadano, eppure, nn sono così rare come si crede.

Ciao :-)
 
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