sabato, marzo 10, 2012

 

Come i treni a vapore



old train

Durante gli "anni di piombo" del terrorismo alcuni intellettuali di sinistra vennero aspramente criticati e additati al pubblico disprezzo per aver assunto una posizione sintetizzata nella formula “né con lo Stato né con le BR".

Nel clima di tensione e di emergenza nazionale di quegli anni non c'era spazio per distinguo o sì con riserva: o ci si schierava senza se e senza ma dalla parte dello Stato, chiudendo gli occhi dinanzi a ombre inquietanti e ambiguità mai chiarite, o si veniva bollati come pusillanimi, amorali, fiancheggiatori dei terroristi, cattivi maestri, feccia radical-chic ecc. ecc.

Questa imposizione a schierarsi, a dichiarare da che parte si sta, viene ricreata e alimentata ad arte intorno al durissimo braccio di ferro tra le forze dell'ordine e il composito rassemblement NO-TAV in Val di Susa.
Ora come ora mi verrebbe da dire, in tutta onestà, che non sono né con lo Stato, o meglio con gli interessi che tutela in questo caso, né con l’onanismo antistato delle frange della sinistra che usano il NO TAV come scusa per giocare alla guerriglia e neppure con i NIMBY per partito preso.

Credo di non essere in errore se affermo che la stragrande maggioranza degli italiani ha un’idea assai nebulosa e approssimativa sul motivo del contendere. Già, le grandi opere in questo Paese non vanno spiegate dati alla mano e tanto meno messe in discussione coram populo prima di essere approvate.
Si dirà che la legge prevede tutta una trafila di passaggi, di sedi istituzionali deputate al vaglio, alla discussione e all’approvazione. Si dirà anche che sottoporre a consultazioni popolari opere pubbliche di grande portata significa mettere in dubbio le basi stesse della democrazia rappresentativa, ma soprattutto rischiare la paralisi totale o di arrivare a decisioni influenzate da istanze irrazionali o demagogiche.
Tuttavia la vicenda della TAV Torino-Lione mette a nudo i limiti e le inefficienze di un processo decisionale che ha prestato il fianco alle accuse di manipolazione della realtà, di interessi inconfessabili, di forzature e irregolarità varie nell'iter amministrativo nonché di omissioni e interventi “cosmetici” sui dati relativi all'impatto economico e ambientale dell’opera.
Ma soprattutto emerge l’incapacità, o la mancata volontà, di coinvolgere il territorio cui viene imposto di sopportare pesanti disagi e sacrifici senza ricevere in cambio alcun vantaggio diretto ed effettivo.

Ora il Governo Monti afferma che la TAV transfrontaliera è un progetto utile e meritevole cui ha nociuto una campagna stampa contraria.

Toh, ma davvero???

Sono "solo" 20 anni che sul tronco Torino-Lione della TAV sento raccontare tutto e il contrario di tutto, come sull’importanza strategica del “corridoio” europeo che unirebbe Lisbona a Kiev e sulla saggezza di trasferire su ferro una quota rilevante del trasporto merci affidato alla gomma.
Se l’incertezza e la confusione sono massime sotto il cielo, di sicuro la colpa non può essere addossata solo a chi critica legittimamente il progetto TAV o alla strenua opposizione dei Valsusini NO TAV.

Oltretutto, quando sento pontificare a favore della TAV ho la netta impressione che si favoleggi di qualcosa di mirabile, asettico e gentile che andrà a posarsi con la stessa leggerezza di un petalo di rosa sul suolo di un’Italia immaginaria, incomparabilmente più perfetta e virtuosa di quella reale.
Si magnificano i vantaggi che l’alta velocità e l’alta capacità porteranno al progresso e alla competitività. Si ragiona con la massima disinvoltura di miliardi di Euro di denaro pubblico e si vende la pelle dell’orso (il famoso e futuribile corridoio Lisbona-Kiev) quando tutto quello che si ha in mano è una marmotta vecchia e spelacchiata (il sistema di trasporto merci su rotaia in Italia).

A prescindere da questo, sarei grato che qualcuno mi illuminasse su certi strani e perduranti equivoci di fondo che mi portano a essere scettico sulla reale utilità del progetto:
Per inciso, nessuno per ora ha parlato del se, del come e del quando verrebbe realizzato il tronco del "Corridoio" da Milano al confine austriaco o sloveno, né qualcuno ha spiegato in che modo un treno merci porterebbe ricchezza alle aree su cui transita.

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Comments:
Un'analisi lucida e fuori dal coro.
Io l'ho condivisa anche fra i miei amici NO TAV.
Grazie!
 
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