domenica, marzo 18, 2012
Nunc dimittis
Cose di un altro mondo
Con la sensibilità di chi ogni giorno cammina avendo la morte a fianco e la sua conoscenza minutissima del territorio, XY aveva avuto sentore dell’esistenza di una trattativa segreta per arrivare a una tregua.
Per quanto potesse suonare inaudito e inconcepibile, qualcuno ad alto livello aveva mosso certe pedine sulla scacchiera, attivato determinati canali e stabilito abboccamenti con gli emissari della parte avversa.
XY stava muovendosi con estrema circospezione per raccogliere maggiori informazioni. Da una parte era chiaro come il sole che la recente fiammata di violenza e la catena di attentati dinamitardi erano un segnale brutale, un messaggio intimidatorio per dire: “vogliamo qualcosa, e la vogliamo con urgenza. O venite a patti o noi continueremo”. Ma chi chi erano gli uomini coinvolti nella trattativa? Chi erano gli incaricati a concludere il pactum sceleris?
XY commise un errore fatale nel momento stesso in cui si rivolse a quello che considerava un amico fraterno: niente più di una conversazione riservata di pochi minuti, ma con la persona sbagliata.
Ai mandanti della trattativa fu subito chiaro che XY aveva fiutato la traccia e che, tignoso com’era, non sarebbe stato facile né depistarlo né neutralizzarlo.
Inoltre, XY poteva far saltare il delicato lavoro di mediazione “mettendosi di traverso” con una dichiarazione pubblica clamorosa.
Anche solo rivelare la disponibilità alla trattativa avrebbe significato provocare uno scandalo tale da mettere in pericolo carriere prestigiose e sconvolgere reti di relazioni tessute in anni di paziente lavoro.
Si arrivò al dunque: XY poteva essere rimosso? No. Allora era una pedina sacrificabile? O meglio, si poteva eliminare un eroe ammirato dalla gente senza intralciare la prosecuzione della trattativa?
Non c’era alcun dubbio su chi avrebbe dovuto occuparsi dell’esecuzione materiale. Ma per quanto allettata dall’idea di poter eseguire la condanna a morte di un nemico giurato, la controparte non era tanto stupida da non capire che subito dopo sarebbe seguita una reazione “esemplare” per calmare l’opinione pubblica già scossa da un altro omicidio eccellente.
Bisognava persuadere i capi dell’organizzazione, rozzi, sospettosi e calcolatori, che il sacrificio di XY era la massima dimostrazione della volontà di raggiungere un accordo e che il prezzo dell’inevitabile ritorsione sarebbe stato ben poca cosa a confronto dei vantaggi per tutti.
E così fu.
Cinguettii
Twitter produce un cicaleccio sterile, buono solo per chi coltiva l’egolatria?
Il limite draconiano dei 140 caratteri impedisce di sviluppare concetti profondi?
Per come la vedo io, Twitter può piacere o non piacere, ma prima di affrontarlo e di giudicarlo bisognerebbe avere chiari alcuni concetti di base.
- il limite dei 140 caratteri è stato mutuato da quello originario degli sms, e non a caso. “Portare dentro” gli utenti di telefonia mobile facilitando l’accesso al servizio dai cellulari (non necessariamente smartphone) fa parte della strategia di Twitter da quando esiste;
- da quanto sopra discende che il “cinguettio” (tweet) è più un suggerimento, un avviso, una segnalazione o, meglio ancora, una imbeccata che si dà ai propri contatti, riservando l’approfondimento a eventuali link;
- non diversamente dagli sms, Twitter impone forme stringate e concetti ridotti all’osso. Non è facile organizzare il messaggio secondo questo canone senza lapidare l’italiano in atroci smozzicature da bimbiminkia, ma ce la si può fare;
- cosa cerchi? Se quello che cerchi è la visibilità e non sei un VIP, te la devi conquistare con i contenuti, meglio se originali e interessanti.
Il fatto che sia possibile diventare follower di di Papa Ratzinger o di Barack Obama non significa essere automaticamente promossi a loro amici o consiglieri speciali.
Detto questo, Michele Serra probabilmente ha ragione quando scrive che i net addicted sono inclini a sviluppare un concetto di se stessi un po’ eccessivo e snob, da avanguardia illuminata.
Questa hybris li porta a comportarsi come se esistesse davvero una Net Brotherhood, sia nel bene, sia in atteggiamenti piuttosto stupidi o puerili.
P.S: Non sono un esempio di come si usa Twitter: ci sto poco e in modo discontinuo. Però lo trovo utile come fonte di notizie e di spunti su alcuni argomenti.
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