lunedì, novembre 17, 2014

 

Zona interdetta



Zona Franca Integrale: game over?

Agli entusiasti della base sembrava cosa fatta: questione di giorni se non di ore. Invece, la spallata finale per entrare trionfalmente nelle sconfinate praterie della Zona Franca Integrale prevista entro l'estate scorsa è stata congelata sine die.
Come un elastico teso al massimo, la spinta del movimento guidato dalla dottoressa Randaccio e dall’avvocato Scifo si è arrestata nel momento stesso in cui, per un’illusione ottica elettorale alimentata dall'appoggio del governatore uscente Cappellacci, la meta è sembrata a un passo dall'essere raggiunta.
Ritraendosi, l’elastico ha brutalmente rispedito i supporter della Zona Franca Integrale al punto di partenza non prima, però, di aver depositato alcuni candidati sui banchi dell’opposizione in consiglio regionale.

Forse è ancora presto per parlare di riflusso: certo è che la rivendicazione di una Zona Franca Integrale per la Sardegna ha seguito un percorso simile a quello del Movimento dei Forconi: bolle cresciute impetuosamente e di colpo implose in un nulla di fatto.
La “chiamata alle armi” della primavera scorsa nel nome di una fiscalità di vantaggio estesa a tutti i residenti in Sardegna oggi appare un ricordo immalinconito di cui si parla malvolentieri. D’altra parte, vedere quella che sembrava la madre di tutte le battaglie sovraniste ridotta a nave corsara sigillata in una bottiglia e chiusa in qualche cassetto della politica regionale è uno spettacolo poco edificante anche per chi, come me, era dichiaratamente scettico.
Tanto per completare l’opera, nei giorni scorsi sono comparse le prime serie crepe ai vertici del movimento Zona Franca che lasciano pensare a scialuppe calate in mare.

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