sabato, settembre 26, 2015
Gli amici dei miei nemici
La Siria non esiste più.
Al suo posto c’è un enorme calderone sforacchiato; scacchiera e scacchiere dove né alle forze che si combattono sul campo né ai Paesi che le armano e foraggiano per farle arrivare al potere o per impedire che ciò avvenga frega un accidente delle sorti di una popolazione che cerca solo di sopravvivere e, se può, di fuggire.
In questo pantano gli Stati Uniti continuano a collezionare fallimenti e figuracce da Zio Sam confuso, imbranato e spendaccione nel tentativo, regolarmente frustrato, di avere voce in capitolo senza sporcarsi le mani.
L'Amministrazione Obama ha stanziato un budget da circa 500 milioni di Dollari sinora servito per selezionare, pagare, addestrare e armare formazioni di “ribelli moderati” in funzione anti-Assad, ma anche di contrasto alle milizie dello Stato Islamico e del fronte Jabhat al Nuṣra, salvo accorgersi che al primo scontro si volatilizzavano senza opporre resistenza o passavano al campo opposto in cambio di soldi e protezione.
Ovvio che al Pentagono, a Langley e a Capitol Hill non piaccia affatto ammettere di aver perso tempo, denaro e faccia in iniziative fallimentari o controproducenti e di essere, di fatto, relegati a rimorchio delle spregiudicate - e spesso confliggenti - strategie di Paesi "amici" o alleati come Turchia, Arabia Saudita e Qatar, proprio mentre sta crescendo il peso della Russia a fianco dell’Iran come puntelli di Bashar al Assad.
Però, in mezzo a tanti no comment e a negazioni d’ufficio, ogni tanto l’imbarazzante verità esce dai denti.
Giusto ieri un portavoce del Pentagono ha dovuto confermare che l’ennesimo comandante di una milizia addestrata e armata dagli USA, il cosiddetto “Nuovo Esercito Siriano”, ha consegnato pick-up, armi e munizioni a rappresentanti di Jabhat al Nuṣra, gruppo affiliato ad Al Qaeda, in cambio di un salvacondotto per rientrare in territorio siriano.
EPIC FAIL, that’s all.
Fonti: The Wall Street Journal e McClathcyDC
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lunedì, settembre 14, 2015
Messaggi nella bottiglia messi in piazza
È piovuto così, corredato di foto in giacca e cravatta molto anni '70, lo stupefacente annuncio a scopo matrimoniale ancora fresco di pubblicazione sulla timeline di un gruppo Facebook che seguo.
Nel suo essere allo stesso tempo inaspettato, anacronistico e inappropriato, quest'annuncio francamente mi spiazza. Infierire sarebbe sin troppo facile, ma anche ingeneroso e irrispettoso nei confronti di uno sconosciuto, di un ospite che si è reso vulnerabile al pubblico dileggio.
Ci sarebbe altro da dire sull'uso quanto meno approssimativo dei social media e da eccepire sullo stereotipo della donna sarda come angelo del focolare, ma al momento provo soprattutto tristezza e irritazione, quasi fossi stato io a mettere in piazza la mia solitudine.
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