venerdì, dicembre 25, 2015
Gasparri dixit
"Ah, se lo dice Maurizio Gasparri... figuriamoci!"
Maurizio Gasparri è un agente provocatore nato, un vero talento naturale nello scatenare la bagarre con un calibrato mix abrasivo di aggressività, arroganza e senso del ritmo, doviziosamente condito con battute grevi e strafottenti.
Su questa dote e su una fedeltà adamantina Gasparri ha costruito una carriera politica estremamente longeva e di successo, con tanti saluti al fegato di quanti da sempre lo accreditano di una modesta intelligenza.
Dopo Matteo Salvini, è il politico di lungo corso che mostra maggior attitudine nel catalizzare le polemiche sui social network (twitter in particolare) con interventi irruenti, capziosi, fuori luogo nei tempi e nel linguaggio.
Gasparri, tuttavia, è carente nell'uso strategico della comunicazione.
Dare pubblicamente dell'idiota al cantautore Biagio Antonacci per essersi espresso in TV a favore dell'adozione da parte di coppie omosessuali e coinvolgere il direttore di RAI1 con un minaccioso "ne parleremo in commissione vigilanza" - peraltro senza neanche aver visto la trasmissione - non sono solo errori di registro o esibizioni muscolari squalificanti.
Ciò che Maurizio Gasparri punta a capitalizzare in termini di pubblicità riflessa, infatti, tende a disperdersi nel discredito per una polemica tirata per i capelli e, nel lungo periodo, rischia di togliergli ogni residua credibilità.
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