mercoledì, ottobre 24, 2007
Il Re Travicello
Al Re Travicello
piovuto ai ranocchi,
mi levo il cappello
e piego i ginocchi.
Lo predico anch'io,
cascato da Dio:
oh comodo, oh bello
un Re Travicello!
Calò nel suo regno
con molto fracasso;
le teste di legno
fan sempre del chiasso:
ma subito tacque,
e al sommo dell'acque
rimase un corbello,
il Re Travicello.
Da tutto il pantano
veduto quel coso,
«È questo il Sovrano?
Così rumoroso?»
(s'udì gracidare).
«Per farsi fischiare
fa tanto bordello
un Re Travicello?
Un tronco piallato
avrà la corona?
O Giove ha sbagliato,
oppur ci minchiona!
Sia dato lo sfratto
al Re mentecatto,
si mandi in appello
il Re Travicello!».
Tacete, tacete;
lasciate il reame,
o bestie che siete,
a un Re di legname.
Non tira a pelare,
vi lascia cantare,
non apre il macello
un Re Travicello.
Là là per la reggia
dal vento portato,
tentenna, galleggia,
e mai dello Stato
non pesca nel fondo.
Che scienza di mondo,
che Re di cervello
è un Re Travicello!
Se a caso s'adopra
d'intingere il capo,
vedete? di sopra
lo porta daccapo
la sua leggerezza.
Chiamatelo Altezza,
ché torna a capello
a un Re Travicello.
Volete il serpente
che il sonno vi scuota?
Dormite contente
costì nella mota,
o bestie impotenti:
per chi non ha denti
è fatto a pennello
un Re Travicello!
Un popolo pieno
di tante fortune
può farne di meno
del senso comune.
Che popolo ammodo,
che Principe sodo,
che santo modello
un Re Travicello!
Giuseppe Giusti - "Il Re Travicello"
Mio padre, da buon filodrammatico, sapeva come rendere spassosa la declamazione di questi versi “sovversivi” di Giuseppe Giusti (1809 - 1850).
La favola (credo di Esopo, ma potrebbe essere di Fedro che cita Esopo) delle rane in perenne disaccordo che chiedono un sovrano super partes a Zeus è il pretesto per un caustico ritratto degli inetti regnanti nell’Italia dei moti risorgimentali.
Basta sostituire le teste coronate di allora con i volti arcinoti dei personaggi che dominano la scena politica nell’Italia di oggi per scoprire quanto la satira del Giusti sia attualissima. :-)
[Edit 25.10]
Ecco il testo della favola delle rane che chiesero un re:
Quando Atene fioriva per le giuste leggi, l’eccessiva libertà sconvolse la cittadinanza e l’abuso infranse l'antico freno. Allora, mentre le fazioni politiche cospiravano tra loro, il tiranno Pisistrato occupò l'acropoli.
Poiché gli abitanti dell'Attica si lamentavano della triste oppressione - non perché fosse crudele, ma perché ogni peso è grave per coloro che non sono abituati - e avevano iniziato a interrogarsi, Esopo prese la parola e raccontò questa favola:
"Le rane che vagavano libere nella palude chiesero con gran clamore a Zeus un re che con la sua autorità tenesse a freno i costumi dissoluti. Il padre degli dei rise e inviò loro un travicello, che piovve all’improvviso e con gran rumore nell'acqua dello stagno, terrorizzando la pavida stirpe.
Il travicello giaceva immerso nel limo da un po’ di tempo allorché, per caso, una rana sporse silenziosamente il capo dallo stagno e, dopo aver osservato il re, chiamò tutte le altre a raccolta.
Quelle, deposto ogni timore, a gara nuotarono verso di esso e la moltitudine gracidante iniziò a saltare sopra il legno.
E, dopo averlo insozzato e dileggiato con ogni sorta di insulto, mandarono a Zeus un’ambasceria reclamando un altro re, poiché era inutile quello che era stato dato. Allora Zeus mandò loro un serpente che, con dente vorace, iniziò ad ucciderle una dopo l’altra.
Invano, le rane cercarono di fuggire la morte incapaci di reagire: la paura le rendeva mute.
Le poche rane superstiti, afflitte, affidarono di nascosto a Hermes un'ulteriore missiva per Zeus affinché le soccorresse e le liberasse. “Poiché non voleste sopportare il vostro bene” - rispose Zeus - “ora subite il male”.
"Anche voi, o cittadini," - concluse Esopo - "sopportate questo male affinché non ve ne capiti uno maggiore".
Etichette: Cultura, poesia, Ricordi, The Smoking Pipe
Comments:
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Il guaio è che gli italiani masticano poco sia la letteratura che la storia ( di quella patria poi meglio non parlarne).
ho pensato la stessa identica cosa mentre leggevo la poesia...che è di una genialità satirico non indifferente :)
super la poesia non la conoscevo...sai invece a proposito della foto dei ranocchi che quando mi sono sposata (un pò fuori dal comune ma questa è un'altra storia...) sono stata x qialche giorno in vacanza in un'albergo che si chiam"The Point" in america al confine co il Canada e facendo una gita mi sono ritrovata in una piccola isola con alberi immensi quasi da folletti e rane piccole, non girini ma rane verde scuro, come un dito le ho anche prese incredibile sembrava di essere in una fiaba....
@pOpAle
- :-)
@Relear @La Coniglia
- non da oggi, credo che gli italiani suppongano di essere troppo intelligenti e colti per sprecare il loro tempo con ferraglia come la letteratura e la storia. I risultati, mi pare, si commentino da soli...
@Giulia @
- Concordo :)
@Scrittricexcaso
- Credo che l'ultima antologia della letteratura italiana che conteneva questa poesia del Giusti fosse "La Crestomazia Italiana", da cui la pescava mio padre quando ero ragazzino.
Bello e davvero originale l'aneddoto. Io, da adolescente terribile, sistemai un rospo nella camerata delle ragazze durante un campus estivo ;-)
@Daniele
- le teste coglionate suppongo appartengano alla stretta attualità.
Un caro saluto anche a te :-)
@Giuliana
- bisognerebbe far arrivare il suggerimento a Paolo Rossi o a Paolo Hendel :D
@Angie
- ultimamente ho adottato il motto "la storia insegna che non insegna affatto" ;-)
- :-)
@Relear @La Coniglia
- non da oggi, credo che gli italiani suppongano di essere troppo intelligenti e colti per sprecare il loro tempo con ferraglia come la letteratura e la storia. I risultati, mi pare, si commentino da soli...
@Giulia @
- Concordo :)
@Scrittricexcaso
- Credo che l'ultima antologia della letteratura italiana che conteneva questa poesia del Giusti fosse "La Crestomazia Italiana", da cui la pescava mio padre quando ero ragazzino.
Bello e davvero originale l'aneddoto. Io, da adolescente terribile, sistemai un rospo nella camerata delle ragazze durante un campus estivo ;-)
@Daniele
- le teste coglionate suppongo appartengano alla stretta attualità.
Un caro saluto anche a te :-)
@Giuliana
- bisognerebbe far arrivare il suggerimento a Paolo Rossi o a Paolo Hendel :D
@Angie
- ultimamente ho adottato il motto "la storia insegna che non insegna affatto" ;-)
@Daniele
- Iniziata sempre troppo presto, con la sveglia alle 6.15 e la truppa da sbrandare, rifocillare, sistemare e avviare fuori di casa :-)
Mi mancano solo i gradi di sergente (Garcia, quello di Zorro) :D
Buona settimana, Daniele! :-)
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- Iniziata sempre troppo presto, con la sveglia alle 6.15 e la truppa da sbrandare, rifocillare, sistemare e avviare fuori di casa :-)
Mi mancano solo i gradi di sergente (Garcia, quello di Zorro) :D
Buona settimana, Daniele! :-)
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