domenica, ottobre 11, 2009

 

A long sunday resume 10.11.2009



Non ci capiremo mai

punto escalamativoSull’edizione on line del Times ho letto i commenti (quasi tutti di italiani) sugli articoli riguardanti il nostro discusso e discutibile Presidente del Consiglio.
Ne sono uscito confortato nella convinzione che esista una differenza sostanziale di visione e di approccio alla politica tra gli elettori dell’area (sinistrata) del centrosinistra e i supporter del centrodestra.

I primi sognano di essere liberati (probabilmente per grazia ricevuta) dalla più resistente e pervasiva incarnazione del Male Assoluto; vivono nell’allarme permanente che il blocco di potere cementato da Silvio Berlusconi, princeps a legibus solutus, abbatta gli ultimi paletti delle regole democratiche e s'industriano a fare controinformazione, indulgendo spesso e volentieri nel più goliardico dei dileggi autoconsolatori.
Tuttavia, ipercritici e masochisti per natura come sono, annaspano nell’autoanalisi e in un'elaborazione infinita del lutto che è incapace di produrre un'opposizione organizzata, tra l'altro senza che vengano mai risparmiate botte da orbi ad amici e potenziali alleati.

I secondi, invece, entrano nell’agone con l’aria truce di chi debba regolare i conti con chi ha appena vilipeso l’onorabilità della mamma e di tutte le ascendenti di sesso femminile.
Gli elettori del Centrodestra sono profondamente compresi nella missione salvifica di dare ordine, prosperità e felicità alla nazione, si sentono finalmente riscattati e premiati da un governo buono, ragion per cui sono indisponibili a mettere minimamente in discussione i loro dogmi, anche a costo di chiudere gli occhi e tapparsi naso e orecchie.
Persino quando si sforzano di dare un minimo di respiro e articolazione alle loro argomentazioni, reclamando a gran voce considerazione per la loro intelligenza e il diritto del Premier a essere lasciato lavorare, ricadono fatalmente in toni da curva calcistica e in patetiche lagnanze da cittadella assediata dagli infedeli.

Di questo passo, dubito che ci capiremo mai.


Esteri

Erevan (Armenia)La finestra sul mondo offre nel giro di poche ore una notizia positiva e due spiacevoli.
Iniziamo dalla buona notizia: Turchia e Armenia normalizzano le relazioni diplomatiche e commerciali dopo un secolo di reciproca ostilità e 16 anni di frontiere ermeticamente chiuse.

Dietro questa svolta, ratificata in Svizzera, c’è prima di tutto la sollecita benedizione della Russia. Con questa mossa, infatti, Putin e Medvedev puntano a indebolire ulteriormente la posizione della “ribelle” Georgia nello scacchiere del Caucaso offrendo una sponda alla Turchia, che da tempo ambisce a contare di più nella regione.
Per la repubblica armena e per gli armeni della diaspora il passo della normalizzazione è un boccone amaro da ingoiare in nome della realpolitik. Per Erevan tornare a parlare con Ankara significa rompere un isolamento asfissiante; una scelta obbligata, drammatica e urgente al punto di mettere da parte la memoria della pulizia etnica attuata dai turchi tra il 1915 e il 1918.

Orhan PamukLa prima cattiva notizia è strettamente collegata alla prima e riguarda il Nobel per la Letteratura 2006, Orhan Pamuk, nei confronti del quale i giudici della Suprema Corte d’Appello turca hanno emesso una sorta di fatwa civile.

Lo scrittore turco più famoso al mondo rischia di essere trascinato in tribunale e di pagare a carissimo prezzo una dichiarazione rilasciata nel 2005 a un giornale svizzero: "Noi turchi abbiamo ucciso trentamila curdi e un milione di armeni e nessuno, tranne me, osa parlarne in Turchia".
Tanto per non smentirsi, infatti, la Suprema Corte ha sancito che Pamuk è reo di “vilipendio della nazione e denigrazione della turchità”, disponendo che possa essere nuovamente processato per la frase incriminata di cui sopra e che - qualora sia condannato - qualunque cittadino turco che si ritenga offeso possa sporgere querela e chiedere risarcimento (con tanti saluti alla libertà di espressione n.d.r.).

img. key escapeAltra pessima notizia, che vale doppio: mentre le autorità di Teheran procedono alle prime esecuzioni capitali nei confronti dei dimostranti scesi in piazza la scorsa primavera, sul web rimbalza l’accusa rivolta a Yahoo! di aver barattato 200.000 account di posta elettronica di giovani iraniani - o di origine iraniana - in cambio dell’assicurazione che il motore di ricerca non venisse oscurato.

Yahoo! ha smentito la notizia negando di aver avuto abboccamenti con i vertici della repubblica islamica, tuttavia non è la prima volta che Yahoo! - al pari di Google - resta invischiata in storie opache di "concessioni indecenti" a fronte di pressioni da parte di alcuni governi.

Orrori in postproduzione

img. disaster adv by Ralph Lauren“Ehy, dudes, the face is bigger than the pelvis!” (traduzione: Hey, gente, la faccia è più grande del bacino!).
La griffe Ralph Lauren è stata pizzicata in flagrante dagli occhi acuti del web con un'immagine pubblicitaria per la linea Blue Line a dir poco grottesca.

A colpi (maldestri) di Photoshop, la postproduzione ha strizzato senza pietà il figurino della modella Filippa Hamilton, che nella realtà porta una rispettabile taglia 44, riducendola a uno scheletro privo di proporzioni.

La notizia delle scuse ufficiali della griffe è riportata oggi sui giornali italiani. Ciò che negli articoli si omette di raccontare, però, è che prima della resa i legali di Ralph Lauren hanno tentato la carta della censura e dell'oscuramento preventivo, sollecitando la rimozione dell’immagine (e delle annesse critiche) per presunta “violazione di materiale protetto da copyright”.
Imbarazzante.

Giusto per ricordare

fosforo biancoQuesta foto non è piacevole.
In effetti, è uno scatto che smuove qualcosa di profondo e di difficile da gestire, specie se si è genitori, ma serve a ricordarci la differenza che intercorre tra la guerra vista nel salotto di casa, confusa tra spot pubblicitari e informazioni edulcorate, e la realtà.

La bambina, fotografata dall'equipe medica nella primissima fase delle lunghe cure cui è stata sottoposta nell’ospedale della base USA di Bagram, in Afghanistan, può dirsi fortunata. La casa dove viveva con i genitori e i fratellini, infatti, è stata centrata per errore da una granata illuminante al fosforo bianco, trasformandosi all'istante in una bara fiammeggiante.
Lei è stata salvata, ma con ustioni gravi sul 60% del corpo.

Oggi la bambina, che se non erro ha compiuto otto anni, è tornata a una vita quasi normale, pur portando evidenti nelle carni i segni dello strazio; quello strazio che non vogliamo vedere, preferendo l'illusione che la guerra sia un eroico campeggio di onorabili boy-scout.

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Comments:
Come fai poi a convincere questa gente che la stai aiutando? La guerra non aiuta nessuno, è questa la verità.
 
Dovresti diluirti un po' il cervello...troppa roba tutta insieme...non riesco a tenerti dietro...
Detto questo, la Turchia entrerà presto in Europa, grandi amici dell'Unto...
 
@Duhangst - un aforisma dice: "sono qui per darti supporto morale, ignora la pistola che impugno"

@Annachiara - lo so, ho messo parecchia carne sul fuoco. Il fatto è che durante la settimana non trovo più il tempo e la calma per aggiornare il blog
 
Come al solito, passo molto in ritardo (ma il mio Blog, ormai, langue).
Mi esprimo solo per darti ragione: c'è qualcosa che ci dividerà sempre dalle persone del centro-destra.
La visione dell'Italia e dei suoi valori.
Non so perchè ma a me sembra che averne sia meglio che non pensarci affatto, ma non tenere conto delle mie parole: sono di parte!
Dan (Macca)
 
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