domenica, marzo 07, 2010
NeoliTIc Park all'assalto del mare
Con passo felpato, ma sicuro di chi si sa come muoversi nelle pieghe della burocrazia, i postmoderni acchiappavento stanno per mettere a segno un colpo degno della Grande Stangata: ottenere dal demanio marittimo la concessione cinquantennale per piantare e gestire una selva di pali e pale eoliche nelle acque del Golfo di Cagliari.
La società che intende creare un parco eolico off-shore nel cuore del Golfo di Cagliari si chiama Trevi Energy SpA ed è stata costituita non più tardi di due anni fa a Cesena.
In questo breve lasso di tempo, la controllata del Trevi Group - specializzato in palificazioni e opere d’ingegneria civile e industriale - si è data parecchio da fare per ritagliarsi la sua fetta di torta nel lucroso business della produzione di energia da fonti rinnovabili. Cagliari è solo una delle località costiere del meridione (cito dal sito di Trevi Group) individuate dagli acchiappavento romagnoli, che difatti stanno curando un analogo intervento sul litorale brindisino.
A dirla tutta, Trevi Energy non è la sola ad aver fiutato l’affare dei parchi eolici off-shore: limitandoci alla Sardegna, altre quattro società hanno presentato progetti simili.
La procedura amministrativa è giunta a un punto molto avanzato, come testimonia la pubblicazione sui quotidiani dell’isola di un avviso della Capitaneria di Porto di Cagliari che riassume i termini della concessione richiesta da Trevi Energy e dà un mese di tempo ai comuni e agli altri soggetti interessati per depositare osservazioni e opposizioni.
Quello che colpisce e amareggia è che un intervento di tale impatto ambientale e paesaggistico sia passato inosservato, quasi che si sia materializzato all’improvviso cogliendo tutti di sorpresa: e questo, francamente, appare improbabile persino in Italia.
La verità è che l’iter burocratico finora è andato avanti senza incontrare ostacoli. Nelle reazioni scandalizzate e furenti degli amministratori locali non viene detta una parola chiara sui tempi, le modalità e i risultati della VAI (Valutazione di Impatto Ambientale), mentre brilla in negativo il bassissimo profilo tenuto dalla Regione Sardegna e dai Ministeri dell’Ambiente e dei Trasporti e Infrastrutture, mai andati oltre le generiche rassicurazioni di rito.
Qual è la mia posizione in merito? A mio avviso, il parco eolico off-shore è una speculazione che consuma e depaupera a vantaggio di pochissimi la sola risorsa su cui la Sardegna può fare affidamento oggi e nel prossimo futuro: l’ambiente.
Trenta pali alti 90 metri sul pelo dell’acqua sono una sberla nell’occhio. Ma anche tralasciando l’aspetto estetico, quali vantaggi economici o energetici riceverà il territorio dai 99 MegaWatt generati dalle pale e venduti a Terna (ENEL) a ristoro di un sicuro sacrificio ambientale e paesaggistico? Vorrei sbagliare, ma credo siano nell’ordine dello zero virgola qualche decimale, per giunta spalmato sui 50 anni di concessione.
Tra parentesi, non che conti di essere presente tra mezzo secolo, ma mi piacerebbe sapere oggi chi provvederà, come e con quali soldi, allo smantellamento della struttura e alle opere di ripristino ambientale dell’area.
“Ma come” - obietterà qualcuno - “ti schieri contro una fonte di energia pulita? Sei forse in preda a un raptus NIMBY per cui l’eolico è bello e virtuoso finché è piazzato in casa altrui? E poi perché dire NO alle pale eoliche sul mare quando a pochi km di distanza opera indisturbata da quarant’anni una potenziale bomba ecologica chiamata SARAS?”
Appunto, sono decenni che avremmo dovuto voltare pagina rispetto a un modello di sviluppo semicolonialista, calato dall’alto, cinico e irresponsabile, che prende a piene mani e concede solo briciole. Invece si replica, con poche varianti, lo spettacolo della creazione di servitù di ogni tipo.
Etichette: il buco con la fregatura intorno, Sardegna, tecnofollie, The Smoking Pipe
Comments:
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In fondo, abbiamo quello che ci meritiamo.. per ora, solo il Gruppo d'Intervento Giuridico e gli Amici della Terra hanno presentato un formale atto di opposizione alle centrali eoliche off-shore, i rappresentanti politici voluti dai sardi parlano e buttano parole al vento (addirittura, a Pula alcuni assessori comunali hanno costituito un inutile comitato, invece di far valere le proprie ragioni formalmente e concretamente come amministrazione pubblica coinvolta dal progetto) e i sardi che dovrebbero scendere in piazza a protestare, stanno a casa, a leggere l'unione sarda.
@Giraffa - Pochi minuti fa dalla Regione hanno fatto sapere che Trevi Energy ha rinunciato al progetto per il parco eolico off-shore
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