domenica, aprile 25, 2010

 

Sunday Mix & Match 04.25.2010



Ligabue inconsueto e d'autore


Variazione su temi tzigani

Sogno un gran falò
e brucio nel mio sogno
Aspetta ancora un poco il sonno
che poi il senno arriverà.
Ma all'alba niente va
no, nessuno danza,
ti alzi, fumi e bevi un po'
per smaltir la sbronza

E allora andiamo in là,
un po' più in là
ancora un poco un poco un poco
un po' più in là, ancora in là
sempre un poco un po' più in là

Fiasche verdi in osteria
bianco il tovagliolo
clown, se i miseri hanno un cielo
e io nemmeno un volo.
La chiesa sa di umidità
bruciano l'incenso
niente in questa chiesa va,
niente segue un senso

E allora andiamo in la,
ancora in là
ancora un poco un poco un poco
un po' più in là, ancora in là,
dietro un altro fuoco

Io mi affanno verso il colle
cerco scampo in su
c'è solo un olmo accanto a me
non c'è nient'altro qui
Se almeno un po d'edera poi
abbracciasse il colle
sarei felice e invece no,
niente qui mi attira

In là insieme, più in là insieme
ancora un poco un poco un poco
un poco un po' più in là
verso un altro fuoco

Rincorro il fiume e Dio non c'è
la luce qui colora
campi e i fiori intorno a me
la strada è lunga ancora
Lungo la strada un bosco, e lì
danzano le streghe
nelle pieghe dell'oscurità
danzano le scuri

Ben sicuri, dei cavalli
ritman la cadenza
in questa danza niente va
e io ne ho già abbastanza
Non c'è chiesa, non c'è osteria
niente è più sacro, ma è già sera
No, ragazzi, niente va
niente qui mi attira

E allora andiamo in là,
un poco un poco un poco
un poco un po' più in là
ancora in la, ancora in la
dietro un altro fuoco
E allora andiamo in là
ancora in là, ancora un poco un poco un poco
ancora in là, ancora in là
dietro un altro fuoco.



Non sono mai stato un fan di Luciano Ligabue, pur trovandolo superficialmente più simpatico e genuino di altri musicisti italiani.
Condivido l’opinione di chi ritiene che da qualche anno il Liga abbia esaurito la benzina; le sue ultime fatiche discografiche sono rock mediamente ben confezionato, ma a mio parere anche vuoto e di maniera, come se il suo marchio di fabbrica incartasse poche idee non particolarmente memorabili.

Forse proprio per questo mi piace ancora di più il Ligabue totalmente fuori dagli schemi che, al Club Tenco, si confronta con l’adattamento in italiano di “Moja tsyganskaja”, canzone piuttosto impegnativa da rendere del repertorio del poeta e cantautore russo Vladimir Vysotskij (1938-1980).


Esteri: le crisi dimenticate


Non è inconsueto che i reportage dall’America profonda si soffermino sulla mentalità ristretta e sulle vistose lacune in storia, geografia e geopolitica dei “burini a stelle-e-strisce”.
Il fatto che gli abitanti della sterminata provincia americana si dimostrino poco interessati a ciò che avviene oltre l'orizzonte fisico, in giro per il mondo, fa sentire noi europei su un gradino più in alto, più smaliziati e cosmopoliti: ma è davvero così?
Cosa ci autorizza a sentirci più acculturati e informati di un farmer dell'Arkansas o dell’Idaho?

Mmmh, prendiamo un caso tuttora d’attualità: cosa può aver capito un italiano medio dell’arresto e del successivo rilascio dei tre connazionali volontari di Emergency in Afghanistan?
Se la sua unica fonte sono i telegiornali italiani, c’è da scommettere che l'italiano medio sia rimasto confuso, interdetto, e che - sotto sotto - abbia pensato che Emergency si sia meritata una bella bastonata perché s’impiccia troppo di politica.

Un altro esempio? Cosa sappiamo della situazione in Somalia?
A voler essere generosi con i media italiani, le sole informazioni sulla nostra ex colonia passate con qualche risalto sui telegiornali riguardavano le navi abbordate dai pirati del Puntland.

Lo stesso test può essere ripetuto con altri focolai di guerra e di crisi umanitaria: Darfur, Eritrea, Congo, i campi di internamento libici per i migranti clandestini che respingiamo al limite delle acque territoriali ecc. ecc..

La realtà è che manager, direttori di testata e investitori pubblicitari sanno bene quello che tendiamo a nascondere a noi stessi: le nostre riserve d'interesse, sollecitudine e amore per il prossimo sono decisamente sovrastimate.
Uno spettatore a disagio, depresso o saturato dall’esposizione quotidiana di morti e distruzione è solo un pessimo affare: non alza gli indici di ascolto e non è nello stato d'animo giusto per recepire gli stimoli all’acquisto.
Così meglio nascondere tutto sotto lo zerbino o deviare l’attenzione del pubblico mandando in onda un bel servizio distensivo sul gossip, sulla moda bimbo o su un’esposizione canina.


Le fabbriche della resistenza:
testimoni silenziosi e dimenticati


fabbriche dismesse di Sesto San Giovanni

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Comments:
Purtroppo come dici tu, forse l'altruismo è sovrastimato.
 
Accidenti! Questo Liga sì che va...
Come si evince, quando una cosa "c'è" si può sempre trarne del bene.

Il fatto che ci si dimentichi (senza virgolette) di molte cose è anche dovuto al fatto che l'informazione, ancora, è troppo massificata dalla TV. E da Noi (io mi ci metto, in pole position), presi e compresi dai nostri guai. Non voglio che sembri una giustificazione, sai? E' che se non ho per me, non riesco a dare agli altri. Brutta cosa, la crisi: è dentro di Noi.

L'ultima foto risveglia in me l'orgoglio (sì, orgoglio) operaio: forse non ho studiato quanto avrei voluto (sono solo un Geometra), ma gli anni in fabbrica mi hanno fatto conoscere la vera Italia, quella che fa e non è affatto stupida.
Grazie per i tuoi post.
Daniele (Macca)
 
Non male davvero questo Liga inedito. Ma è cambiato anche fisicamente? Quanto all'informazione mai ci eravamo resi conto, come ora, di quanto è difficile sapere quello che accade veramente, nonostante il fiume di notizie continue! Eppure non demordiamo e leggiamo e cerchiamo, non è vero?

p.s. Grazie del messaggio, letto tardi ma mi ha fatto molto piacere, quasi di più! :)
 
@Duhangst - ciò non rende la consapevolezza meno amara

@Macca - lo scheletro degli altiforni, con il loro tetto a pagoda, da una parte ricorda tempi e ritmi di lavoro durissimi, dall'altra segna la perdita di una coscienza e di una dignità.

@Smilla - Che piacere la tua visita! 20 anni in più sulle spalle (il video è del 1991) lasciano il segno anche su uno "splendido cinquantenne" come Ligabue :-)
 
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