venerdì, ottobre 15, 2010

 

averno & dintorni



Recentemente ho ricevuto la richiesta di farmi carico di un’incombenza relativa alla sistemazione dei miei genitori nel cimitero del paese dove sono nato.
È raro che mi capiti di accostare il loro ricordo al luogo dove sono sepolti, ai due loculi affiancati sui quali i nomi rozzamente impressi sul cemento ormai si distinguono a malapena.
Si direbbe quasi che una sorte malevola e lo scorrere del tempo si siano accaniti a cancellare ogni traccia del loro passaggio o - ipotesi più neutra - vogliano sottolineare che quel che resta nel sepolcro non è ciò che conta.

Sarà colpa di quelle scritte sbiadite dal sole e dalle intemperie se, ultimamente, una considerazione oziosa riesce a farsi strada nell’ordinaria bolgia di pensieri e liste di cose da fare, da ricordare o da dimenticare: se un giorno qualcuno chiedesse alle persone che ti conoscono meglio chi eri e cosa sei stato per loro, cosa racconteranno per descriverti?



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Comments:
Credo che su di me si diranno le peggio cose.
Anche questo è un modo per essere ricordato, no?
Siccome io non avrò una tomba, perchè non la voglio, il mio ricordo sbiadirà in fretta.
Va bene così.
La cosa più bella che ho mai realizzato è mia figlia e Lei sarà nel Mondo meglio di me.
 
@Daniele - quanto pessimismo, hermano.
Dando per scontato che alle nostre ossa putride importerà poco dei posteri e viceversa, l'unica ragione per cui, forse, vale la pena di ragionare sulla mia stessa domanda oziosa è fare il punto su noi stessi, per noi stessi e nel presente.
Strettona di mano
M.
 
E' vero copy, come al solito arrivi al succo delle cose. Incombenza dalla quale presto sarò presa anch'io, e che pure per me non è tetra, ma piuttosto serena. Un abbraccio
 
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