domenica, novembre 14, 2010

 

Mid-November Resume 11.14.2010



Dialogo tra sordi

mahmoud al zahar«Noi abbiamo il diritto di controllare la nostra vita secondo la nostra religione, non secondo la vostra. Del resto, voi non avete religione, siete laici. Voi non vivete come esseri umani, non vivete neanche come animali, accettate l'omosessualità. E avete il coraggio di criticarci?
Noi siamo quelli che rispettano e onorano le donne. Voi usate le donne come animali. Una donna da voi ha un marito e centinaia di migliaia di amanti. Dato il modo in cui rispettate le donne, non sapete mai chi è il padre dei vostri figli.
Noi vi capiamo molto bene: siete gente miserabile, moralmente miserabile. Non avete il diritto di criticarci per quel che siamo.»

Mahmoud Al-Zahar, co-fondatore, portavoce e leader della prima ora di Hamas, nonché attuale “ministro degli affari esteri” di Gaza, a un giornalista dell’agenzia Reuters.


Parole dure, volutamente offensive, che grondano intolleranza, commiserazione e profondo disprezzo, ma soprattutto rancore e spirito di rivalsa.
Difficile non provare un moto d’ira dinanzi a cotanta ostentazione di cafoneria, astio e ignoranza. Chi diavolo crede di essere questo mentecatto che si permette di bollare come subumano - addirittura più infimo di quello delle bestie - il nostro stile di vita e dipingerci tutti come depravati figli di padre incerto? Verrebbe da consigliargli di essere meno assiduo nel frequentare youporn per “acculturarsi” sui costumi occidentali, di mangiare leggero la sera e di darsi a letture meno allucinogene.

Tuttavia, rispondere per le rime a una volgare provocazione vorrebbe dire scendere allo stesso livello di chi l’ha pronunciata.
In secondo luogo, qualsiasi dialogo è utile nella misura in cui da entrambe le parti si è disposti ad ascoltare e a fare a meno di termini altisonanti, ma da tempo insozzati di violenza, sangue, affari e ipocrisia come “democrazia”, “moralità”, “identità” e “religione”.
Con Hamas, che non è altro che un clan sanguinario che usa lo schermo del fondamentalismo per vivere di rendita sulle disgrazie di un milione e mezzo di poveracci rinchiusi in una prigione senza sbarre, queste condizioni semplicemente non sussistono, anche perché, detto con rude franchezza, di Gaza non ce ne frega nulla.
Non ci sono interessi strategici (leggi giacimenti di idrocarburi o altre materie prime pregiate) che ci spingano a mettere sul piatto qualcosa di concreto e di meglio di un risicato e aleatorio baratto tra un po’ di assistenzialismo e la fine dei razzi e degli attentati in territorio israeliano.

Infine, a ben vedere, le dichiarazioni del portavoce di Hamas suonano sinistramente familiari. Sì, ricordano il tono intollerante caro a certe frange estreme del tradizionalismo vetero-cattolico di casa nostra, con la differenza che quest’ultimo non ha né il seguito né il potere di imporre con i kalashnikov la salvifica correzione dei nostri costumi dissoluti.


Palco Osceno

palcoscenicoSono andato a rileggere ciò che scrivevo su un forum tra il 2005 e il 2006 in merito alla situazione politica ed economica nazionale e ne ho tratto la conferma di una sensazione claustrofobica ricorrente in queste ultime settimane, ovverosia che in Italia il tempo si sia riavvolto su se stesso perché si ripeta, con minime varianti, lo stesso scadente psicodramma.

Allora come oggi l’esecutivo guidato da Silvio Berlusconi, pur godendo di una maggioranza blindata nei due rami del parlamento, aveva consumato buona parte della legislatura per portare a casa leggi ad personam o pro sodalibus e si era distinto come “governo delle grandi riforme annunciate”.

Allora come oggi, Giulio Tremonti teneva strette le chiavi della cassa e si barcamenava tra indecenti sanatorie, condoni tombali, sadiche sforbiciate ai trasferimenti agli enti pubblici e annunci che i conti erano sotto controllo, salvo poi essere messo spalle al muro e sacrificato a causa della disastrosa situazione del disavanzo pubblico.

Allora come oggi si biasimava l’ostinata azione di disturbo di un ingrato piantagrane, di una “serpe in seno”: allora era Marco Follini, oggi è Gianfranco Fini.

Allora come oggi mi scontravo con utenti dalle scoperte simpatie per il centrodestra che erano smagati, frustrati e imbarazzati, ma fermi nella convinzione che la manifesta inadeguatezza dell’esecutivo Berlusconi fosse da imputare all’opposizione, alla magistratura e all’inquilino del Quirinale che, avendo in odio il Premier, lo assillavano al punto di impedirgli di governare.

Già, nulla sembra essere cambiato negli ultimi cinque anni tranne il quadro economico generale, che si è drammaticamente deteriorato; tranne l’istruzione, la ricerca scientifica, i beni culturali, la politica industriale, la messa in sicurezza del territorio e i servizi al cittadino, tutti con un vistoso segno meno; tranne la povertà e le diseguaglianze sociali, che sono in crescita, e - ultimo, ma non ultimo - il grottesco squallore che avvolge le dorate stanze di Cesare.

Vogliamo scommettere che tutto questo non basterà a farci uscire una volta per tutte dalla trappola del tempo immobile?

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Comments:
"Bidone" (ti chiamerò così, ma con rispetto), purtroppo condivido con te l'analisi della situazione politica italiana.
Quella di un Paese autoreferenziale, che si avvita perennemente su se stesso, incapace di cambiare e - in fondo - privo di una vera volontà di farlo, e' un'immagine maledettamente reale, un dato di fatto da cui sempre meno Italiani si dimostrano capaci di smarcarsi.
E questa generale presa d'atto e', in fondo, l'unico elemento positivo di tutta la storia.

Quanto al signor (?) Al-Zahar di Hamas, che dire? Non vedi che faccia intelligente e che sguardo aperto sulla molteplicita' dell'esistenza? :-)
 
@Rio - approfondimento amaro, ma azzeccato.
Per pura questione di spazio, nel post non faccio cenno all'opposizione, confusa e infelice, sedicente o solo omeopatica che sia. Sarebbe stato comunque come sparare sulla croce rossa.
Il problema sta nel fatto che, come scrivi, nella migliore delle ipotesi si arriva a una discreta analisi della realtà di questo amato/odiato paese in declino, ma a livello propositivo non si esce dall'angolo dei patetici balbettii, della gazzarra da bar sport o delle tavole rotonde tanto pletoriche quanto fumose.
 
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