sabato, ottobre 01, 2011
Figli di un Do Minore
Ottobre: inizio per inerzia
Sotto ipoteca
Diamo a Cesare quel che è di Cesare. Maurizio Sacconi non rientra tra i personaggi politici verso cui nutro stima e come Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali lo considero la metaforica “faina messa a guardia del pollaio”.
Tuttavia ammetto che su una cosa Sacconi si è dimostrato tutto sommato sincero: l’inserimento nella manovra correttiva di bilancio del principio secondo cui gli accordi aziendali possono derogare a quanto dispongono i contratti nazionali di categoria e le regole generali dello Statuto dei Lavoratori rientra effettivamente tra i “consigli” presenti nella missiva fatta pervenire al governo da Jean-Claude Trichet e Mario Draghi.
Ero propenso a credere che l’esimio Sacconi avesse usato qualche riferimento generico come pretesto per disarticolare ulteriormente il quadro delle garanzie a tutela del lavoratori, o meglio di quella quota - ormai quasi residuale - di “lavoratori tutelati”, nonché per soffiare sul fuoco delle discordie tra le tre centrali sindacali. Non sarebbe stata una novità, visto il furore luterano con cui mette mano alle relazioni sindacali e alle leve della previdenza sociale.
La pubblicazione del contenuto della lettera della BCE ha mostrato che ero in errore: ne prendo atto.
Mi stupisce, peraltro, la timidezza delle reazioni dopo la diffusione del testo in questione, così irrituale nel tono cortesemente perentorio e nei contenuti squisitamente “politici”.
Che il temporeggiamento disinvolto dell'Italia meritasse una sonora strigliata non ci piove, com’è sotto gli occhi di tutti che anche grazie alle illuminate politiche di questo governo siamo finiti in un tritacarne da cui non si sa se, quando e come usciremo. Però più passa il tempo, meno mi sento disposto ad accordare fiducia a terapie vetero-liberiste sulla carta virtuose, nei fatti disastrose e socialmente inique.
Purtroppo il sistema economico-finanziario internazionale è congegnato per non consentire scappatoie indolori e nessuno ha ancora escogitato una “mossa del cavallo” che ribalti e lo scacco in cui ci troviamo.
Volenti o nolenti tutti, vecchi e infanti, onesti e ciurmatori, silenti e indignados, siamo sotto ipoteca: il pianto greco è lì, dietro l’angolo.
Eh sì, il futuro non è più quello di una volta… ‘fanculo.
Haiku
Luce d'estate
Sui nostri corpi nudi
Fili di seta
Annamaria Bonfiglio - da "Otto Haiku"
Etichette: Pausa, poesia, Politica, The Smoking Pipe
Comments:
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Ne riparleremo, se vuoi, al momento in cui entreranno in operatività questi nuovi contratti.
Mandi.
:-D
Mandi.
:-D
@Daniele - Spero sia chiaro che da una dichiarazione rivelatasi sincera non discende, per quanto mi riguarda, alcuna assoluzione plenaria: il soggetto resta quel che è.
Quanto all'applicazione dei nuovi "contratti aziendali maggiorati" è evidente che le parole arrivate dall'Eurotower di Francoforte siano state musica per determinati ministri, manager e imprenditori dell'italietta che si crede postmoderna e illuminata. Sperém.
Quanto all'applicazione dei nuovi "contratti aziendali maggiorati" è evidente che le parole arrivate dall'Eurotower di Francoforte siano state musica per determinati ministri, manager e imprenditori dell'italietta che si crede postmoderna e illuminata. Sperém.
Ho letto prima il titolo, poi il nome di Sacconi e l'occhio mi è caduto velocemente sulla foto è ho pensato ... vuoi vedere che hanno ipotecato il futuro dell'Italia per quella della foto? ;-)
Ti invio un link, per ampliare la discussione. Da parte mia sto riflettendo su cosa e come scrivere, ben sapendo, bro, da che parte sto.
A prestissimo.
http://ilsimplicissimus2.wordpress.com/2011/10/04/la-fiat-degli-addii/
A prestissimo.
http://ilsimplicissimus2.wordpress.com/2011/10/04/la-fiat-degli-addii/
Ho visto Sacconi a Ballarò e mi ha fatto schifo. L'ho visto dal vivo a palazzo e non ti dico.
P.S. Che ne pensi dell'addio di Ivanone?
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