martedì, giugno 23, 2009

 

Je ne regrette rien



Non, rien de rien, non, je ne regrette rien
ni le bien qu' on m`a fait, ni le mal
tout ça m`est bien egal
Non, rien de rien, non, je ne regrette rien

Edith Piaf

Non rimpiango di aver scelto il briciolo di umanità che mi resta e di essere arrivato fino in fondo a quel che sentivo di dover fare, sapendo che ne avrei pagato le conseguenze al rientro in fase operativa.
Questa è la mia lealtà, discutibile e contorta quanto si vuole: in certe situazioni non sono ammesse esitazioni o temporeggiamenti, benché il posto di lavoro mi sia caro come a chiunque altro.
Di queste due settimane circa di permanenza in Sardegna porto con me ricordi e immagini che non posso condividere perché troppo intimi.
Il dubbio di aver contribuito, nel mio piccolo, ad allungare un’agonia è solo un puntino di buio in fondo all’anima che non avrà risposta tanto presto.

Volendo trovare un lato (involontariamente) comico di questa lunghissima giornata, mi viene in mente solo il momento di bizzarra confusione mentale durante il volo.
Quando mi sono staccato dalla lettura in cui ero immerso dal decollo e ho guardato dal finestrino, ho visto comparire sotto di me il profilo della costa della Riviera di Levante dalle parti di Chiavari.
Per qualche strano motivo, però, mi sono convinto di essere sopra la Corsica in rotta verso Cagliari, per cui inutilmente mi sono lambiccato nel tentativo di capire dove esattamente ci trovassimo e perché mai il comandante avesse impartito al personale di bordo il classico ordine di prepararsi all’atterraggio.
Dottor Freud, ha qualche spiegazione?

Umani?

C'è una cosa che desidero condividere con voi della mia permanenza in Sardegna: non è una cosa bella da raccontare, ma va detta.

Venerdì 12, mia moglie, recandosi a Cagliari per le terapie che sta seguendo, ha raccolto nei pressi di uno svincolo per un grosso centro del Medio Campidano un cane di piccola taglia a pelo lungo, un meticcio con l'aspetto di un volpino per intenderci.
Il cane, munito di collare, giaceva in mezzo alla corsia di marcia dopo essere stato investito da qualche altra autovettura, vivo ma impossibilitato a spostarsi per la paralisi agli arti posteriori.

All'ora di pranzo sono andato nella cittadina per prelevare il cane dalla casa di mio cognato, dove era stato portato da mia moglie, e trasportarlo dal veterinario benché per un animale con la colonna spezzata ci sia un solo epilogo.
C'ero già passato anni prima con un gatto siamese investito nel vicinato a Lanusei; avevo provato a sfamarlo, proteggerlo e curarlo, ma alla fine avevo dovuto sopprimerlo con un'iniezione letale e - credete a me - era stata una esperienza sconvolgente.

Questa volta il compito dell'eutanasia è spettato al veterinario che, a opera completata, aveva nello sguardo lo stesso sgomento, frustrazione e amarezza che avevo sperimentato io, con in più l'ira data dal sapere benissimo che ogni anno nella zona del ritrovamento c'era una piccola ecatombe di cani abbandonati e centrati da macchine che sfrecciano da 80 a 120/130 kmh.

Non mi è stato risparmiato l'ingrato compito di occuparmi della sepoltura in aperta campagna, visti i costi improponibili dello smaltimento a norma.
Sono sicuro di una cosa: c'era molto più di umano nello sguardo smarrito di quel povero cagnolino che nel cuore di chi l'aveva tradito, abbandonandolo a una sorte spietata.

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Comments:
Hai fatto quello che sentivi giusto fare, certe cose prevalgono su tutto il resto. Credo che non serva Freud per interpretare la confusione ;-) bentornato
 
Mi spiace che i tuoi viaggi abbiano connotazioni spesso così serie e spiacevoli, ma ammiro la tua sincerità e la tua ironia.
Doti da coltivare in un Paese desertificato nelle sue cose migliori.
Non è che inconsciamente volessi espatriare?
:-D
Un abbraccio
Dan (Macca)
 
"Il nostro amore per gli animali si misura dai sacrifici che siamo pronti a fare per loro." (Konrad Lorenz)

Coloro che non sono pronti ai sacrifici, lascino a chi lo è l'onore (e la gioia) di condividere la propria vita con un animale.
 
dopo più di 10 anni di lavoro in uno dei nostri canili/gattili, ho centinaia di quegli sguardi catturati dalla mia memoria...e non riesco a formattarla!!!
 
^Monica....
 
bisognerebbe seguire il più possibile le nostre sensazioni... e accettarne le conseguenze, perchè a quelle non si può scappare.
bacio
 
Non riesco a capire come una persona non si fermi dopo aver investito un animale....
Un abbraccio a tua moglie.
 
Marcello, di abbracci in queste pagine te ne ho gia' dati a iosa. Spero non ti stanchino perché alle tue parole, sempre precise, dense, vive,
tante volte riesco a rispondere solo con una profonda empatia: senza parole, ma con grande affetto.
 
Ciao Copy, un grande abbraccio
 
Hai fatto benissimo. Ti sono vicina e sono certa che tutto quello che facciamo con fatica ma con coraggio e amore poi ritorna e ci ripaga!E succederà anche in questo caso. Tutto il bene possibile per te e i tuoi cari! Quanto al cagnolino, sì, ne sono certa, lo sguardo di un animale così nobile è sicuramente difficile da eguagliare proprio nella nobilità e nella grandezza d'animo! Un grandissimo abbraccio pieno di energia positiva!
 
Sono Smilla!
 
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