domenica, giugno 20, 2010

 

High density resume 06.20.2010



Fantastici quegli anni, ma anche no

Un articolo di Lux, al secolo il giornalista Lucio Bragagnolo, mi ha fatto riflettere, sorridendo, sulla mia appartenenza a quella schiera di over 40/nearby 50 che cercano di tenersi al passo con le tecnologie, ma che con la testa sono rimasti fermi a cavallo tra gli anni '80 e i ’90: il paleozoico in termini informatici.

80s' band ABCNiente che non succeda in tanti altri campi, perché è un fatto generazionale che, a distanza di decadi, ci scappi una furtiva lacrima vedendo sul Tubo un video musicale qualsiasi di quando eravamo ragazzi di primo pelo, fosse anche quello della più supponente band di debosciati mai esibitasi, per arrivare invariabilmente a concludere che quella sì che era musica..
Fatta questa precisazione, torno a quel mondo informatico che oggi appare così lontano e astruso, ma che su di me pesa in termini di abitudini che non riesco proprio a scrollarmi di dosso. A chi non c’è passato per esperienza richiedo un certo sforzo d’immaginazione, ma tant’è.

Ho appena scaricato dal web iTunes 9.2: poco meno di 500 MB per un’unica applicazione, e avverto una sensazione di vuoto allo stomaco pensando allo spazio abominevole che occupa.
Non c’è niente da fare: immancabili, i fantasmi degli hard disk da 40 o 250 MB con cui ho lavorato per anni appaiono e mi fissano corrucciati come fossi un folle sperperatore di spazio prima di farmi ciao ciao con la manina. Non conta neppure il fatto che oggi anche una chiavetta USB da quattro soldi offre 1 GB di spazio.
Diagnosi: claustrofobia cronica da hard disk sottodimensionato.

Altri riflessi condizionati?

Mac OS 7,5Sì, ad esempio la riluttanza a tenere aperte più applicazioni contemporaneamente, come se ancora lottassi alla morte con la mancanza di RAM.
Con i 16 o 32 MB di costosissima RAM - di cui una parte assorbita dal sistema operativo - disponibili nei computer dei primi anni '90, era obbligatorio scegliere a cosa destinare la memoria per poter sperare di lavorare su Photoshop piuttosto che su Word o Filemaker senza trovarsi a dover riavviare il computer dopo mezzora al massimo.

O ancora l’incavolatura quando cerco un file archiviato anni fa e scopro che non lo posso più aprire perché l’avevo compresso con uno dei tanti programmini che servivano a risparmiare spazio sul disco rigido e che comunque, anche a recuperarli fortunosamente, oggi non girerebbero sul computer a disposizione.

Per non parlare di quando masterizzo un CD o un DVD. In automatico, verifico la velocità di masterizzazione, chiudo tutte le finestre e le applicazioni aperte e sto fermo a guardare finché l’operazione non è terminata; il tutto pur sapendo che l’epoca dei primi masterizzatori SCSI (scasi) esterni è finita da un pezzo, e con essa il dover trattenere il respiro e incrociare le dita temendo il fatale errore di scrittura/lettura (overburning).

Ripensando a queste e ad altre situazioni, mi passa d'incanto qualsiasi nostalgia per il passato, YouTube o non YouTube.



È un mondo difficile

hedge fund money4,7% in un mese, alla facciazza del 2% d’interesse annuo sbandierato dal faccione sorridente di Ennio Doris negli spot di Banca Mediolanum o del 4% (lordo) promesso per anni a chi apriva Conto Arancio. Mi riferisco al guadagno accumulato nel solo mese di maggio dagli Hedge Fund che hanno scommesso sul ribasso dell’Euro e sulle difficoltà di bilancio dei paesi dell’Eurozona.

Questa è la finanza, bellezza

Restando in tema, in questi giorni la cronaca ha riportato alla ribalta l’infatuazione per la finanza “creativa” che aveva contagiato amministrazioni regionali e comunali anni fa .

Andiamo con ordine. Tra il 2002 e il 2006, con il beneplacito del governo allora in carica, regioni come Puglia e Lombardia, ma anche diverse amministrazioni comunali si rivolsero a broker e a prestigiosi istituti di credito internazionali per trovare in Borsa le risorse finanziarie per eseguire opere pubbliche di vario genere.
In altre parole, le amministrazioni pubbliche erano autorizzate a rivolgersi al mercato finanziario per ottenere prestiti o emettere obbligazioni poliennali (bond) da collocare presso i risparmiatori italiani ed esteri.

tiburon financeroNel caso della Puglia e della Lombardia, queste regioni emisero un Bond e crearono contestualmente un fondo di ammortamento a garanzia del rimborso alla scadenza per un ammontare rispettivamente di 77 e 115 milioni di Euro.

E qui viene il bello, perché questi fondi di ammortamento vennero ceduti in gestione alle banche che avevano curato il collocamento dei Bond attraverso la creazione di un derivato, uno strumento finanziario che nello specifico funziona pressapoco così:
Ciliegina sulla torta: è emerso che i fondi di accantonamento pugliesi e lombardi sono stati allocati in titoli del debito sovrano della Grecia.
È chiaro che si tratta di una scelta studiata per lucrare su un tasso d’interesse particolarmente elevato, adeguato al rischio di bancarotta del Paese.
Però che volete che importi questo insignificante dettaglio a banche che in questi anni hanno guadagnato senza rischiare un centesimo e ad amministratori che non rispondono pressoché MAI della gestione dei fondi pubblici?

Buona settimana

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