martedì, maggio 06, 2014

 

Elezioni Europee: un lieto fine da scrivere


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La chiamata alle urne è di quelle che, almeno in teoria, non dovrebbero lasciare spazio all’indifferenza: domenica 25 maggio in tutta Europa si deciderà la composizione del prossimo Parlamento Europeo nella versione con poteri ampliati e rafforzati definita dal Trattato di Lisbona.

Europa? Quale Europa?

È vero, l’Europarlamento dalle nostre parti è un’entità pressoché sconosciuta e remota; una sorta di convitato di pietra che non gode di una reputazione particolarmente positiva.
Invettive come “turisti della democrazia”, argomenti di discussione lunari divenuti paradigmatici come la leggendaria curvatura dei cetrioli, dossier avvelenati su assenteismi e rimborsi viaggio gonfiati degli europarlamentari nonché il risentimento latente verso la moneta unica hanno lasciato il segno. D’altra parte, l’impegno dei singoli parlamentari europei italiani è una coperta troppo corta sul discredito gettato dal vizietto dei partiti di casa nostra di disporre dei seggi europei come buen retiro o come parcheggio dorato per politici deragliati in attesa di ricollocazione in patria.

Personalmente, poi, provo un notevole risentimento nel vedere ancora una volta 1,6 milioni di cittadini europei - nello specifico i miei conterranei - condannati ad avere, nella migliore delle ipotesi, un solo rappresentante in Europa: molto meno di quanto viene garantito a Irlandesi, Lussemburghesi, Maltesi e persino ai Belgi di lingua Tedesca.
Mi piacerebbe poter addossare la colpa di questa frustrazione ormai storica all'euroburocrazia matrigna, ma so perfettamente che il mantenimento dell’infelice e impari Circoscrizione Isole con la ben più popolosa e politicamente influente Sicilia è stato deciso a tavolino da emerite [CENSURA] che siedono a Roma.

A ogni buon conto, chiunque pensasse di disertare la cabina elettorale per disaffezione, euroscetticismo o semplice menefreghismo farebbe bene a ragionare sul fatto che - piaccia o non piaccia - dalla maggioranza che si formerà al Parlamento Europeo dopo il voto del 25 maggio dipenderanno in larga misura le politiche, le regole e gli stanziamenti europei dei prossimi cinque anni in materie estremamente concrete come economia, finanza, commercio, lavoro, pari opportunità, comunicazioni, ambiente, sicurezza alimentare ed energia, tanto per citare alcuni fronti caldi.
A urne chiuse e a giochi fatti, invocare il “not in my name” conterà come il classico 2 di spade quando briscola è bastoni.

Non dire gatto...

Resta aperto, in ogni caso, un problema di fondo in termini di comunicazione: a meno di 20 giorni dall’appuntamento elettorale si può ancora fare qualcosa per ridurre la distanza che separa Bruxelles e Strasburgo dagli elettori italiani, specialmente quelli della fascia anagrafica più esposta all'astensionismo (18-25 anni)?
Purtroppo - o per fortuna - la comunicazione istituzionale del Parlamento Europeo non gode degli stessi ampi margini di discrezionalità e libertà espressiva delle singole liste in campagna elettorale.
Non potendo sfoderare per ironia o per frustrazione machiavellici bikini sui social network, l’ultima arma in ordine di tempo prodotta dalla campagna “ACT, REACT, IMPACT” del Parlamento Europeo è la creatività di un breve cartoon veicolato sul sito #storychangers.eu



Da oggi fino al 9 maggio il finale del frontale tra il gatto e il ragazzo disegnato come il ritratto del perfetto bimbominkia, disinteressato a tutto tranne che al rutto libero e allo skateboard, resterà aperto e, di conseguenza, la storia della disaffezione giovanile verso il voto europeo potrà essere riscritta, quanto meno a livello di video.

I suggerimenti su cosa succederà all’essere senziente (il gatto) dopo l’accidentale scambio di fluidi con la bestia inanimata (il ragazzo, of course) potranno essere postati - in Inglese - direttamente in un box del sito #storychangers.eu con il limite massimo dei 140 caratteri: 5 artisti si incaricheranno di trasformare gli script postati in possibili lieti fine in senso civico ed europeista.

Sarà possibile anche votare per le proposte di finale preferite, comprese quelle già tradotte in videoanimazioni: la versione definitiva di #storychangers, infatti, sarà determinata da una classifica tra le idee più votate.

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