sabato, novembre 25, 2017

 

Castway



Nostalgia, nostalgia canaglia. Da qualche giorno sono entrato per curiosità in un gruppo chiuso di Facebook dal titolo che non lascia adito a fraintendimenti: “Naufraghi di Splinder”.

Mi sono sentito un po’ un impostore tra di loro visto che sulla piattaforma Splinder, chiusa ai primi del 2012, ho pubblicato poco o nulla né si può dire che abbia lasciato il segno, mentre chi commenta ha vissuto intensamente quella stagione irripetibile di creatività e socialità malgrado Splinder.

Già, la sorte spettata a quel servizio resta uno degli esempi più eclatanti in Italia di come l’acquisto multimilionario da parte di un gruppo grosso, ma con il core business altrove e un management non all'altezza, possa essere il bacio della morte per i fiori di serra del web.

Tornando al gruppo, l’atmosfera non poteva che essere quella dei raduni di ex liceali e compagni di classe, dove ci si ritrova vent'anni dopo con l’imbarazzo di farsi riconoscere o di frugare nella memoria in cerca della scintilla di un ricordo in comune.
Il tutto, però, gestito senza affanno, con garbo, affettuosa sollecitudine e spigliatezza. L’onda della nostalgia dei bei tempi andati e il piacere di ritrovarsi non fanno perdere la consapevolezza che la vita è andata avanti, altrove o di traverso in certi casi.

Molti dopo Splinder hanno aperto un blog altrove, ma “non è stata più la stessa cosa”; diversi hanno smesso di scrivere. Un po’ tutti si sono sentiti dispersi, tagliati fuori, periferici rispetto a un flusso che ormai passa altrove, frammenti in caduta libera di una galassia perduta… naufraghi di Splinder, appunto.

Un ultimo appunto: sono abbastanza vecchio da avere una collezione di ricordi nostalgici di altre e più lontane stagioni nelle quali mi sono sentito parte di qualcosa di più grande e di importante: i baracchini CB, le radio libere, i newsgroup, i forum e la chat tra utenti Mac quando la Mela morsicata non era ancora l’acclamata griffe di dispositivi hi-tech di lusso. Oggi guardo i fenomeni social con occhio disincantato e il freno a mano tirato e non è che mi senta privilegiato. C’è qualcosa di peggio dell’innamorarsi di un'idea ed è il non innamorarsi più.


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