sabato, febbraio 25, 2012
Letteralmente
Mio fratello Roberto ha presentato il suo terzo libro a Lanusei. Mi sarebbe piaciuto esserci, invece mi toccherà aspettare i tempi delle poste italiane per leggere questa sua fatica letteraria di cui non so assolutamente niente a parte il titolo: “Il mio Camminare Insieme”.
Ammiro l’intraprendenza e la determinazione nello scrivere di Roberto, più forti della malasorte che ha messo fuori portata o mandato al macero altri progetti professionali e di vita.
Per quanto mi riguarda, ho declinato gli inviti a cimentarmi con qualcosa di più complesso e corposo dei brevi racconti messi online sul sito personale e sul blog su Splinder: due spazi - guarda caso - finiti entrambi nel buco nero della Rete con la chiusura di Yahoo! Geocities prima, e di Splinder poi.
Onestamente, non è mai scattata in me la scintilla creativa che motiva allo sviluppo di un libro, né ho mai pensato che le mie fantasie stralunate potessero interessare qualcuno oltre il sottoscritto, che da anni ne fruisce liberamente ogni notte al posto del sonnifero. :-)
P.S. Ora che ci faccio caso, dovrei fare pulizia nella blogroll eliminando tutti i link ai blog che si appoggiavano alla defunta piattaforma Splinder: in pratica sarebbe un'ecatombe.
Tutto sommato, però, fa quasi tenerezza vedere comparire le miniature snap, ferme a qualche anno fa. E' un po' come sfogliare vecchie cartoline.
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sabato, febbraio 18, 2012
hard times
La crisi? C'è, cavoli se c'è.
La notte è ancora lunga da passare, buia e tempestosa, e solo quando verrà l'alba si potrà fare la conta dei sopravvissuti.
Si ha un bel dire che la comunicazione o è strategica o non è, che la qualità paga, che la professionalità, la creatività, l'analisi degli scenari e dei nuovi linguaggi generano valore aggiunto e altri bla bla bla in parte sinceri, in parte autoreferenziali.
Giusto stamattina ripensavo ad alcuni progetti innovativi messi in pista in questi ultimi anni che giacciono accantonati dopo il debutto in pompa magna. Uno spreco di intelligenze e di risorse che denota, più di 1000 altri dettagli, come la comunicazione aziendale sia ancora utilizzata in funzione prevalentemente tattica, frutto di temporanee convergenze di interessi e convenienze del management più che di una visione strategica condivisa.
Al di là di queste annotazioni di metodo, ho vari motivi per guardare al presente e al prossimo futuro con preoccupazione. Dopo l'estate, il mercato della comunicazione è passato da una morbida curva in discesa a una caduta libera dove tutti - dai grandi gruppi internazionali alle piccole agenzie - sono in fibrillazione nel tentativo di puntellare posizioni sempre più precarie.
La mancanza di liquidità delle aziende è divenuta una costante da monitorare mese per mese, ma anche una comoda scusa per far saltare contratti in essere, lasciando "buchi" da migliaia di Euro in fatture inevase, o per contrattare una robusta sforbiciata alla voce compensi. La tesi reaganiana del "tenere la bestia affamata" viene applicata ad arte anche da "virtuose" corporation che hanno chiuso l'anno fiscale con corposi incrementi di utili e dividendi.
Il risultato, scontato, è che le agenzie sono sempre più in debito d'ossigeno e, pur di continuare a lavorare con una parvenza di margine, tagliano i costi interni ridimensionando le strutture.
Nel mio piccolo, annuso l'odore della crisi nel fatto che dopo qualche anno torno ad avere sul groppone tutto l'editing di agenzia.
Non mi spaventa l'idea in sé di lavorare in una sorta catena di montaggio postindustriale. Mi pesa, piuttosto, l'incognita della mia tenuta fisica e nervosa alla pressione di certe giornate, il riadattamento forzato a certe velocità di esecuzione e la consapevolezza che i miei tempi di recupero da certe tirate oggi non sono più quelli di 5 o 10 anni fa.
Se solo ci fosse qualche soddisfazione spicciola in più in questo dannato lavoro che amo - non so fino a che punto corrisposto - forse il quadro non mi sembrerebbe così a tinte fosche.
Etichette: comunicazione, copy e dintorni, frattaglie di me
venerdì, febbraio 03, 2012
Lusitania
L'affondamento del LUSItania? 13 milioni di Euro, senza MasterCard
Il discredito sulla politica e il danno d'immagine per il PD? Non hanno prezzo.
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